Inchiesta mutui facili, Fabiani: "Nessun rapporto con Di Paolo"
"Conosco perfettamente la famiglia Di Paolo da molti anni, ma questo non significa che io abbia mai intrattenuto rapporti lavorativi da un punto di vista calcistico con loro". Angelo Fabiani, direttore sportivo della Lazio, ha commentato così all'AGI l'inchiesta sui 'mutui facili' di Banca Progetto utilizzati da diverse società di calcio, tra cui Ostiamare, Triestina e Ternana e su cui indaga la procura di Roma. Le perquisizioni sono arrivate dopo l'inchiesta di AGI su un giro di finanziamenti dati ad alcuni imprenditori. Tra gli indagati Antonio Scaramuzzino, difeso dall'avvocato Fabio Lattanzi e Alessandro Di Paolo. Fabiani - non indagato -, secondo quanto ricostruito dall'AGI, ha rapporti consolidati da anni con i Di Paolo. E non solo. Anche con dirigenti che, all'epoca della presidenza di Simone Giacomini, erano alla Triestina calcio.
Fabiani ha spiegato: "Io non so di quali carte siete in possesso e non mi interessa, ma questa vicenda che mi vede spesso coinvolto in questi articoli, non mi piace, perché è una narrazione che ritengo sbagliata e destituita di qualsiasi fondamento". Il giornalista dell'AGI chiede info sugli scambi dei giocatori, ma Fabiani glissa: "Scusi quali". Su Lombardi passato dalla Triestina alla Lazio aggiunge: "Premesso che conosco il collega Rommairone (ds all'epoca dei fatti ndr) da quando era direttore sportivo del Chievo: è persona perbene che stimo e se proprio devo dirla tutta vuoi che non mi abbia informato della telefonata con te? Dell'insistenza sul mio nome per capire se avevo rapporti con la Triestina".
Si insiste su Cristiano Lombardi passato, nell'estate del 2022, dalla Lazio alla Triestina con la formula del prestito con obbligo di riscatto in caso di promozione in Serie B. "Lombardi è stato con me alla Salernitana e alla Lazio lo trovai dopo un lungo stop per infortunio. Ricordo di aver dato il calciatore a Rommairone perché fu lui a chiamarmi, allungando il contratto a Lombardi e lo mandai in prestito con diritto e obbligo di riscatto qualora fossero andati in serie B - ricostruisce il ds della Lazio -. È una comune operazione di mercato e, se la devo dire tutta, a guadagnarci è stata la Lazio e il giocatore che ora guida una squadra del settore giovanile con risultati straordinari. Ma ribadisco: quali sono i motivi per cui vengo tirato in ballo?".
Nell'articolo dell'Agi si passa poi alla moglie del direttore Fabiani che è l'avvocato della famiglia Di Paolo. Il ds risponde anche a questo: "Premesso che in quanto avvocato non ci vedo nulla di male a difendere la famiglia Di Paolo. Io non mi immischio mai nella professione della mia compagna e lei con me fa la stessa cosa. Buono per Di Paolo che, a mio parere, ha un valente avvocato. Se mi ha difeso a Calciopoli? Non solo, anche in altri procedimenti giudiziari. Direi con ottimi risultati visto che sono stato sempre assolto, stralciato da detti procedimenti e anche risarcito in un complesso procedimento. Al di là di tutto questo continuo a non capire cosa c'entri l'attività professionale dell'avvocato Morescanti con il mio coinvolgimento che ripeto è destituito di qualsiasi fondamento".
In chiusura viene chiesto un parere sulla situazione e Fabiani spiega: "Mi sembra di avere a che fare con l'intellettuale e l'ignorante. L'intellettuale è l'Istituto che elargiva fideiussioni e linea di credito, perché non credo che negli istituti bancari lavorino gli scappati di casa. E gli 'ignoranti', cioè coloro che ignorano, che hanno usufruito di queste linee di credito di cui leggo. Molto sommessamente faccio calcio e non l'inquirente, si dovrebbero rivolgere più che agli ignoranti, agli intellettuali".
