Gol di Fiorini, Savino: "La Lazio meritava di vincere. L'affetto dei laziali è grande, lo ricorderò per sempre!"

21.06.2017 17:30 di  Lalaziosiamonoi Redazione   vedi letture
Fonte: Federico Marchetti - Lalaziosiamonoi.it
Gol di Fiorini, Savino: "La Lazio meritava di vincere. L'affetto dei laziali è grande, lo ricorderò per sempre!"

Gabriele Savino quel 21 giugno 1987 lo ha vissuto da avversario, ma l'anno successivo è stato tra i protagonisti del ritorno in Serie A della Lazio. Dalla retrocessione in C alla promozione nella massima serie, l'ex centrocampista biancoceleste è intervenuto ai microfoni di Lazio Style Radio 89,3, raccontando il suo ricordo del gol di Fiorini vissuto con la maglia del Vicenza: "È stata dura, l’anno prima avevamo fatto un gran campionato e siamo rimasti in Serie B per situazioni particolari per poi retrocedere in quella partita drammatica. La Lazio meritava di vincere, eravamo con un uomo in meno ma ci credevamo perché mancavano cinque minuti, poi Fiorini ha fatto quel gol che ha segnato la storia della Lazio. Fortunatamente poi l’anno dopo l’Olimpico mi ha dato soddisfazione, ho conquistato la promozione in Serie A con la maglia della Lazio. Certe sconfitte ti segnano, serve tutto per crescere, nella vita di un calciatore è normale. Era molto difficile quel giorno, nei primi venti minuti non ci capivamo niente, il nostro portiere Dal Bianco ha fatto dei miracoli, avremmo dovuto prendere tre gol. Poi un po’ ci è passata, ce la siamo giocata fino alla fine ma subimmo un’espulsione un po’ dubbia che non ci aiutò. Doveva andare così, l’anno dopo mi sono ripreso quello che mi ero perso. Le sensazioni? C’era grande tensione, negli ultimi minuti quello della Lazio era un vero e proprio assedio. Ricordo la delusione all’aeroporto dopo la partita, a freddo le sconfitte diventano più pesanti".

DA VICENZA A ROMA - "In estate poi c’è stato un deciso interessamento dei biancocelesti, a 26 anni per me avere l’occasione di giocare in una squadra come la Lazio, con quel pubblico che avevo visto l’anno prima, era un’occasione irripetibile. Non è partita in modo facile anche quell’annata, io sono arrivato in sordina gli ultimi giorni di mercato. Il girone d’andata è stato così così, poi il gruppo di Fascetti è venuto fuori. Fascetti lo ricorderò sempre con affetto, ci difendeva a volte anche troppo, teneva il gruppo unito,ci ha portati a fare un bel girone di ritorno fino ad arrivare ad un finale bellissimo. Quell’annata sono riuscito a viverla da protagonista, per me è stata una grande stagione, peccato che a fine anno mi sia ritrovato sul mercato senza neanche saperlo. Non voglio fare la vittima, io e Paolo Monelli siamo stati messi sul mercato per recuperare un po’ di soldi. Il presidente Calleri mi aveva detto che ero stato riconfermato, ma due giorni dopo ho letto di essere stato venduto all’Ancona. Non era così perché poi andai a Brescia, ma ero sul mercato. Non mi hanno portato in ritiro, mi hanno trattato come l’ultimo dei giocatori, si vede che doveva andare così. Le emozioni di quell’annata però non me le toglie nessuno, ancora oggi il tifoso laziale si ricorda di me, c’è un senso di appartenenza qui che dura nel tempo. Io correvo tanto in campo, anche a Brescia ho fatto bene. Io simile a Parolo? Io giocavo più sulle fasce, ma come lui ero un centrocampista che amava l'inserimento in area. Per saperti inserire devi crederci e correre tanto, capacità che facevano parte delle mie caratteristiche. L’atmosfera dell’Olimpico? Quella bolgia, quella gente lì ti rimane. L’ho apprezzato da giocatore della Lazio l’anno dopo, l’affetto della gente laziale è grande. Non abbiamo vinto facilmente il campionato, è stata una vittoria goduta. Forza Lazio".