Koulibaly su Sarri: "Abbiamo sempre litigato! Non mi voleva e..."
Lunga intervista per Kalidou Koulibaly, che è stato ospite del "Zack en Roue Libre", talk show e podcast francese creato e condotto da Zack Nan. L'ex difensore del Napoli, oggi all'Al-Hilal di Simone Inzaghi, ha parlato in particolare del suo rapporto con l'attuale allenatore della Lazio Maurizio Sarri. Di seguito le sue parole.
"Quando Benitez andò via è come se non mi volessero più. Sarri diceva che non mi voleva, insisteva per acquistare un altro difensore, cioè Astori che all'epoca giocava alla Fiorentina. Sarri lo voleva a tutti i costi, ma poi la trattativa saltò perché non volle rinunciare all'accordo di sponsorizzazione che aveva con Puma. Da dopo la gara contro la Lazio vinta 5-0, ho sempre giocato io. Sarri individuò il suo 11 ideale e giocavamo sempre noi. Ha costruito una squadra di cui si fidava. Ma tra me e Sarri era come acqua e fuoco, abbiamo sempre litigato. All'epoca avevo 23-24 anni, non capivo. Penso che facendo così lui riuscisse a tirare fuori il meglio da me. Lui aveva sempre qualcosa da ridire, ma di tutti. Non ripeterò le cose che mi diceva, ma ti giuro che per un ragazzo è scioccante, non so come dirlo. Ti giuro che a volte mi hanno dovuto trattenere fisicamente".
"Quando è andato via da Napoli, è lì che ho capito quanto mi apprezzasse davvero. Lui sapeva che avevo bisogno di rendere al massimo delle mie potenzialità e anche grazie a lui sono diventato uno dei miglior difensori. Prima di andarsene Sarri si aprì con me, mi confessò che mi apprezzava molto. Io ero convinto che non gli piacessi, invece era il contrario. Mi disse che era uno dei giocatori che apprezzava di più. Sarri ha cambiato il modo in cui guardo al calcio. Il modo in cui prepara le partite mi ha aperto gli occhi".
"Con lui giocavamo benissimo. È stato fantastico. Preparavamo le partite in maniera perfetta. In allenamento ci allenavamo spesso 11 contro 0, studiando a memoria tutte le mosse. La cosa positiva è che imparavamo davvero tutto a memoria, poi era più facile giocare. Sapevo sempre come si sarebbero mossi i miei compagni di squadra. Il calcio così ti entra nella testa. Quell'anno finimmo al secondo posto ed entrammo in Champions League, forse potevamo vincere il campionato ma la Juve era troppo forte. Comunque arrivare secondi dietro la Juve era una cosa enorme e per me fu la prima Champions in carriera".
