Lazio, dott. Lovati: "Dia? La caviglia può dare problemi. Un giocatore è recuperato quando..."
Il dottor Stefano Lovati, specialista in ortopedia e traumatologia, è intervenuto ai microfoni di Radio Laziale, durante la trasmissione 'Morning Lazio', per fare il punto della situazione sugli infortuni in casa Lazio, sul rapporto tra staff medico e tecnico, sui tempi di recupero e sulla caviglia di Dia che lo tormenta, ormai, da 3 anni.
IL LAVORO NEL GIORNO DELLA PARTITA - "Le situazioni da monitorare il giorno stesso della partita non sono molto. Si viene da un lavoro settimanale nel corso del quale si sono svolte analisi e test strumentali degli atleti in modo che l'allenatore possa avere i giocatori in ottima forma. Poi può capitare che lo stesso giorno un atleta abbia un problema e si valuta sul momento, ma il lavoro medico inizia prima. A volte è capitato che i giocatori abbiano accusato dei problemi durante il riscaldamento, a quel punto si avvisa l'allenatore. Spesso però chi si riscalda sta bene. Isaksen? Viene da un lungo stop, può avere un affaticamento e sarà valutato dallo staff medico e tecnico".
ALLENATORI E MEDICI - "L'allenatore è l'ultimo a mettere bocca, è difficile che entri in collisione con lo staff medico e con il giocatore. Si basa spesso sulle sensazioni del calciatore e sui dati clinici. Lo staff medico subentra se ci sono dei danni oggettivi che si sono osservati attraverso degli studi diagnostici. Ci sono situazioni border line perché la patologia non è totalmente risolta, a quel punto si sentono le situazioni del calciatore stesso. In questi casi si fanno dei carichi massivi per massimizzare quelle che sono le reattività muscolari del giocatore stesso. Se il giocatore se la sente di giocare si mette a disposizione, sempre con un minimo di rischio".
IL RAPPORTO TRA LOVATI E GLI ALLENATORI - "Io non ho mai avuto problemi con gli allenatori con cui ho lavorato, spingeva di più il direttore sportivo, ma avevamo voce in capitolo e se dicevo che un calciatore non poteva giocare: non giocava. C'è sempre stato un buon dialogo tra staff medico e allenatore. Si lavora in sinergia. Quando un medico dice che il giocatore non può giocare c'è il veto".
LA CAVIGLIA DI DIA - "Sembra strano anche a me che si porti avanti questo problema da 3 anni. Non conosco Dia e non l'ho mai visitato e non conosco l'entità. Quello che posso dire è che quello alla caviglia è l'evento più frequente di tipo muscolo-scheletrico che avviene negli eventi sportivi. La caviglia se non viene curata bene la prima volta può dare residui importanti a livello osseo, cartilagineo, legamentoso e muscolare. Una di quelle articolazioni che ci fanno combattere di più, anche perché se ho una lesione del menisco al ginocchio posso operarmi, la caviglia raramente si occupa chirurgicamente e si cura dal punto di vista conservativo. In effetti, però, visto che si porta appresso il dolore da 3 anni bisogna capire il problema. Presumo che non sia solo una distorsione che ha portato la lesione di un legamento che avviene quasi sempre, ma probabilmente c'è una compartecipazione anche cartilaginea e neuro-muscolare- Una caviglia instabile porta sempre un dolore cronico".
IL PROBLEMA DEGLI INFORTUNI - "Non credo che giocare di più sia meglio per prevenire gli infortuni. Sarri ha parlato di infortuni dovuti a problemi precedenti. Non dovrebbero essere traumi acuti accusati di recente, ma più strascichi che andrebbero monitorati e risolti. Non è detto che un giocatore con un problema sia destinato sempre ad avere altre problematiche".
TEMPI DI RECUPERO - "Per noi un paziente è guarito quando può riprendere l'attività sportiva. Dipende poi dalla performance dell'individuo: chi fa un'attività sedentaria può riprendere l'attività quando non ha più dolore, il giocatore lo è quando non avverte più fastidio e gli esami strumentali ci consentono di dire che il dramma oggettivo è risolto".
Dott. Stefano Lovati
specialista in ortopedia e traumatologia
Chirurgia protesica e artroscopia
Via Marcello Prestinari 9 -Roma-
06/89830059
