Peluso, il laziale che segna ma affossa Bergamo

03.05.2010 18:56 di  Daniele Baldini   vedi letture
Fonte: ansa
Peluso, il laziale che segna ma affossa Bergamo
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© foto di Federico De Luca

È stato un laziale di fede anche se non di maglia a innescare involontariamente l'atteggiamento della Lazio contro l'Inter. L'autorete che ha condannato l'Atalanta alla quasi certa retrocessione e che ha regalato alla squadra di Reja la salvezza virtuale ancora prima di scendere in campo porta infatti la firma di Federico Peluso, 26 anni, cresciuto proprio nelle giovanili della società di Lotito. Una beffa atroce per lui, visto che con la prima squadra della Lazio non ha mai avuto il piacere di giocare: a 17 anni va infatti alla Pro Vercelli, poi Ternana e Albinoleffe fino all'esordio in serie A con l'Atalanta, l'8 marzo 2009 a San Siro, dove i nerazzurri persero 3-0 contro il Milan. Peluso arriva quindi dall'altra squadra che gioca a Bergamo, dove si era messo in luce al punto da convincere il club nerazzurro a prelevarlo in gennaio. Quel giorno a Milano Delneri lo schierò terzino sinistro, suo ruolo naturale che occupava anche domenica contro il Bologna. Prima della maldestra autorete il difensore stava forse disputando la sua miglior partita in assoluto. Otto presenze l'anno scorso, ventitre quest'anno: niente male per una riserva, che proprio nelle ultime apparizioni si stava scrollando di dosso le incertezze palesate nelle partite precedenti. Il destino ha però voluto che si trovasse al posto giusto nel momento sbagliato. Bastava fermarla o allontanarla, quella palla maledetta da tutta Bergamo. Invece non è riuscito a trovare il riflesso giusto, sorpreso dalla respinta incerta di Consigli. Dopo il rimpallo fatale, Peluso è scoppiato in lacrime e a poco sono servite le pacche consolatorie dei compagni. La sua autorete è uno di quegli episodi che resta nella storia delle imprese più sfortunate del calcio. I tifosi atalantini non hanno infierito, dopotutto il pareggio con il Bologna è stata solo l'ultima delle occasioni sprecate in una stagione negativa. Mutti lo ha assolto così: «Non ha avuto il riflesso pronto, era stanchissimo. Peccato perchè fino a quel momento aveva giocato benissimo». Una bella prestazione bruciata in un attimo, da quella palla che è schizzata sul prato bagnato fino a rimbalzargli addosso, come in un flipper impazzito. L'Atalanta è andata in tilt, Bologna e Lazio hanno ringraziato e festeggiato. E con loro, ovviamente, l'Inter.(