Lazio, Lotito criptico sul futuro di Tare: "Il mercato non è aperto, ma..."

Il presidente biancoceleste non è stato chiaro sul futuro del diesse e ha detto: "Non mi risulta che il campionato sia chiuso e il mercato sia aperto..."
23.05.2023 07:20 di  Antoniomaria Pietoso  Twitter:    vedi letture
Lazio, Lotito criptico sul futuro di Tare: "Il mercato non è aperto, ma..."
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© foto di Federico Gaetano

Claudio Lotito, dopo essersi concesso ai microfoni dei cronisti presenti alla Lega Serie A Charity, è stato ospite anche di Pierluigi Pardo nel programma SuperTele in onda su DAZN. Ecco le sue parole:

“Non si tratta di essere contenti, si tratta di programmazione. Noi lo abbiamo fatto, ma a oggi ancora non è scontato nulla, noi siamo abituati a festeggiare l’obiettivo quando formalmente è stato raggiunto cioè alla fine del campionato. Il raggiungimento dell’obiettivo dipende dal lavoro di tutti, dell’allenatore in primis che è un uomo di campo. Lavora 24 ore al giorno è un appassionato e un intossicato dal calcio. Non posso dimenticare chi ha contribuito come lo staff del mister, i calciatori e tutta l’organizzazione della Lazio.  La vittoria ha sempre un unico padrone nella teoria, ma nella pratica è di tutti: si vince e si perde insieme. Quando si vince viene elogiato uno solo, quando si perde tutti. Spero si consolidi tutto a fine campionato".

IL FUTURO DI TARE - "Sono 20 anni che sono presidente, quello che ho fatto io l'hanno fatto poche squadre. Ho preso la Salernitana in Eccellenza e l'ho portata in Serie A. Ho preso una Lazio con i debiti e l’abbiamo risanata e dopo la Juve ha vinto più di tutto in termini di trofei. E’ stato fatto un lavoro da parte di tutti. Nel calcio non mancano giocatori e dirigenti, mancano i presidenti, i luminari che fanno gli imprenditori e non i prenditori. Uno cerca di mantenere persone che sono funzionali per raggiungere gli obiettivi. Tare resta o no? Domanda che non ha senso. Non mi risulta che il campionato sia chiuso e che ci sia il mercato, che si fa a fine campionato sulla base dei risultati raggiunti e le prospettive raggiunte".

SARRI - "Stiamo parlando di un cultore del calcio. Il pallone è per tutti, il calcio è per pochi. Parlare di calcio è una cosa particolare, implica conoscenza e professionalità, ma anche devozione verso questa passione. Lui è un devoto di questa passione, vive 24 ore questo fenomeno, è coinvolto emotivamente e fisico. E’ passionale, uno lo vive anche fisicamente e si consuma per questo. Lo vive così. Lo stesso vale per me: partecipo alle attività nel weekend e in settimana. Intervengo quando mi viene richiesto. Si è creata una squadra che cerca di portare risultati, tenendo presente che gli attori sono sempre i giocatori. Sono loro gli artefici del loro e del nostro destino, e vanno messi nelle condizioni di poter rendere al meglio. Voi sapete quante influenze psicologiche influiscono sul rendimento in campo dei calciatori”.

OBIETTIVO STAGIONALE - “Obiettivo Champions? Assolutamente sì. Non dò solo gli obiettivi, partecipo al raggiungimento degli obiettivo. Esistono i patron, quelli che mettono i soldon e basta, e chi partecipa alla vita attiva della società. La gestione è complessa”.

CAMPIONATO APERTO - "Quattro squadre diverse che vincono in quattro anni? Non c'è un obiettivo a disposizione di uno solo, ma di tutti. Molto positivo perché vuol dire che con il lavoro e l’organizzazione si può ottenere qualcosa. Chi riesce a creare un progetto che viene condiviso da giocatori, tecnici e staff e che con l’apporto dei tifosi si può raggiungere l’obiettivo. Questo è uno sport di squadra, non di singoli. Non è una partita di tennis, ma dipende da chi gioca. Qui dipende da una serie di componenti e fattori che incidono sul risultato".

Pubblicato all'1:08 del 23 maggio