L'ANGOLO TATTICO di Lazio - Juventus - Lo schiaffo di Inzaghi: il volo delle aquile

Un salto di qualità, un volo nell'Olimpico delle grandi. E le aquile non soffrono di vertigini. L'angolo tattico di Lazio - Juventus.
08.12.2019 11:00 di  Francesco Mattogno  Twitter:    vedi letture
L'ANGOLO TATTICO di Lazio - Juventus - Lo schiaffo di Inzaghi: il volo delle aquile
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Un salto. Anzi, un volo. Lungo novanta minuti. Lungo centoventi anni, che poi in fondo è un po' la stessa cosa. Lazio - Juventus è stata una partita per chi non soffre di vertigini. Perché questo 7 dicembre 2019 porterà dentro sé tante piccole cose, tante enormi ragioni per sognare. A partire dalle due più importanti: 7 come le vittorie consecutive in campionato; 7 come le vite di questa squadra. Che prende pugni, barcolla e perde i sensi sul gol dell'1-0. Ma sa incassare. Con un montante rimette le cose a posto e stordisce l'avversario, mina le sue certezze. Poi prende l'ultimo schiaffo, quello del suo coach al rientro negli spogliatoi: “Nell'intervallo Inzaghi ci ha tirato le orecchie. Dopo le sue parole siamo usciti più cattivi e con la voglia di vincere la partita”. Parola di Stefan Radu, non uno qualunque. Come l'avversario di serata.

JUVENTUS ON FIRE - Alla faccia del bianconero opaco delle ultime uscite, la Juventus si presenta all'Olimpico tirata a lucido. Nella testa di Sarri i soliti dogmi, il solito schema. Che, prima di fare i conti con la Lazio, per mezzora funziona. Ronaldo&Co. stanno bene fisicamente e lo si nota dall'atteggiamento in fase di non possesso. Nel 4-3-1-2 disegnato dall'ex Napoli, tutti concorrono per gettare acqua sul fuoco delle fonti di luce biancocelesti. I due terzini (Cuadrado e Alex Sandro) escono alti quasi in marcatura a uomo sui rispettivi opposti, Lulic e Lazzari. Con le ali tarpate la Lazio prova a muoversi per vie centrali, ma il pressing degli inviperiti Dybala e Ronaldo impedisce ai tre difensori - specialmente Acerbi - di far partire con lucidità la manovra. Su Leiva orbita Bernardeschi, mentre Luis Alberto e Milinkovic sono aggrediti a turno dalle due mezzali (Bentancur e Matuidi). Il risultato può essere solo uno: la Lazio si schiaccia, non riesce a trovare profondità né sulle fasce, né innescando Correa o Immobile. Ma non si scompone troppo. Se Sarri l'ha preparata tanto bene è perché teme l'arsenale a disposizione di Inzaghi. Il mister lo sa e invita i suoi ragazzi a non snaturarsi. La palla non si butta, dal pressing si esce palla al piede.

LA PRIMA CREPA - Comporta qualche rischio, tanti errori, ma l'atteggiamento della Lazio è da grande squadra. Lo 0-1 è la fisiologica fine della prima fase della partita, l'inizio di qualcosa di diverso. E lo si percepiva dal clima bollente dell'Olimpico, tutt'altro che gelato dallo svantaggio. Dopo il gol la Juve si abbassa, la Lazio prende campo. D'un tratto Bentancur (che si fa anche male, lascia il posto a Emre Can) e Matuidi si sganciano dal Mago e dal Sergente, lasciati liberi di andare in conduzione palla al piede e di dialogare con la coppia d'oro là davanti. Radu e Luiz Felipe accompagnano a supporto degli esterni, qualcosa sta cambiando. Il vero punto di svolta sopraggiunge al 37' sul giallo di Dybala: complice un po' d'affanno, l'argentino arriva in ritardo sul pressing e falcia Lazzari. Non era mai successo. La Juventus non può reggere certi ritmi per 90 minuti e quel fallo è la prima crepa sui progetti di Sarri. Uno spiraglio che diventa uno squarcio circa dieci minuti più tardi, quando il numero 10 di casa decide di fare quello gli riesce meglio: confezionare cioccolatini. È 1-1.

IL SALTO, ANZI, IL VOLO - Nel secondo tempo c'è solo la Lazio. Risvegliata dalla cinquina del suo mister, rinata dai piedi delle sue mezzali. Lazzari diventa un fattore e anche Lulic, in grande difficoltà nella prima frazione, prende coraggio in fase offensiva. La manovra dei biancocelesti si apre dunque a ventaglio, mentre la Juve cede e si allunga, fornendo praterie per le falcate di Correa e dell'ex esterno della Spal. Una di queste provoca il rosso di Cuadrado, per la Juve è la fine. Inzaghi la vuole vincere e, con l'uomo in più, esenta Milinkovic da compiti di copertura. Il resto è storia nota, highlights marchiati a fuoco nella memoria. Sarà un suo inserimento perfetto - palla di Luis Alberto perfetta, aggancio perfetto, conclusione perfetta - a far saltare gli schemi di casa Sarri. La Juventus si getta in avanti e di fatto lascia campo libero al 3-1 della Lazio, solo rimandato dall'errore (molto più che perdonabile) di Immobile dal dischetto. Più che un salto di qualità, un volo nell'Olimpo delle grandi. Nei cieli biancocelesti dell'alta classifica. Adesso un occhio al Cagliari e uno alla cima. Tira aria di montagna e si sa, le aquile non soffrono di vertigini.

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