Italia, Gattuso furioso: dai cori dei tifosi al risultato
L’Italia supera la Moldavia nel finale grazie ai gol di Mancini e Pio Esposito, una partita meno lineare di quanto il risultato faccia immaginare. A fine gara, ai microfoni di Rai 1, Gennaro Gattuso non si nasconde, anzi aggiunge subito intensità al post-partita: «Non è stata la migliore Italia? Ho visto un’Italia che ha giocato, le partite facili non esistono. Se siete rimasti all’11-1 della Norvegia non è un problema mio». Una frase che taglia l’aria e fotografa, a modo suo, una gara complicata, piena di rotazioni e di scelte tecniche rischiose. Gattuso difende il gruppo e lo fa con la schiettezza che da sempre lo contraddistingue.
La risposta ai cori e il richiamo all’unità. Il tema che accende davvero il ct riguarda l’ambiente. Gattuso infatti non trattiene la delusione per ciò che ha sentito dagli spalti: «Mi dispiace quello che ho sentito oggi e mi riferisco ai cori di contestazione dei tifosi». E poi la frase più netta: «Non è il momento di dire ai giocatori di andare a lavorare, bisogna stare uniti perché la squadra sta combattendo in campo». Nel suo racconto, i cori dei circa 500 tifosi presenti pesano più della prestazione. «Quello che ho sentito sinceramente non lo accetto», ribadisce, ricordando che un percorso nuovo richiede protezione e non assedio. Il messaggio è chiaro: criticare sì, demolire no.
Le difficoltà dei cambi e il contesto globale. Gattuso entra poi nella parte più tecnica del suo ragionamento, spiegando le scelte che hanno portato a una formazione quasi completamente rinnovata. «Mettere undici giocatori nuovi dal primo minuto non è facile, oggi ho pensato che potevamo anche perderla con tutti questi cambi». È un’ammissione rara, ma coerente con la sua lettura. Poi allarga lo sguardo al contesto internazionale, precisando che non si tratta di polemica: «Nel ’94 c’erano due squadre africane, ora ce ne sono 8 ma non è una polemica. Ai nostri tempi la miglior seconda andava al Mondiale ma ora è così». Il mondo è cambiato, le regole anche, e Gattuso non vuole che ci si dimentichi del peso di certi dettagli.
Un’Italia che cresce nel risultato, non ancora nel giudizio. La sensazione finale è quella di un’Italia che sta ancora trovando equilibrio, identità e ritmo. La vittoria sulla Moldavia è preziosa, perché ottenuta nonostante una squadra stravolta e un contesto emotivo non semplice. Gattuso difende i suoi, protegge il gruppo, chiede compattezza e invita a guardare oltre la singola prestazione. Lo fa a modo suo: diretto, irruento, senza filtri. L’Italia non è ancora brillante, ma è viva. E per ora, in un percorso che si costruisce passo dopo passo, è ciò che conta.
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