Lazio, Least Squares spiega tutto: mercato, Nasdaq e Flaminio

In collegamento a Radio Laziale è intervenuto Least Squares per fare il punto della situazione in casa Lazio sotto l'aspetto economico-finanziario, soffermandosi sul prossimo mercato di gennaio, su quello estivo, sul Flaminio e sul Nasdaq.
13.11.2025 20:30 di  Andrea Castellano  Twitter:    vedi letture
Lazio, Least Squares spiega tutto: mercato, Nasdaq e Flaminio

In collegamento a Radio Laziale è intervenuto Least Squares per fare il punto della situazione in casa Lazio sotto l'aspetto economico-finanziario, soffermandosi sul prossimo mercato di gennaio, su quello estivo, sul Flaminio e sul Nasdaq. Di seguito le sue dichiarazioni.

MERCATO DI GENNAIO - "Per operare senza restrizioni al mercato di gennaio l'indicatore che verrà valutato al 30 settembre deve essere inferiore alla soglia di 0,8. Oggi non possiamo sapere se la Lazio l'abbia rispettato o meno, credo che in società abbiano le idee chiare. Io ho fatto dei piccoli calcoli: la Lazio dovrebbe essere leggermente sopra la soglia, circa allo 0,81 con un deficit di 3-4 milioni. Se la mia stima è corretta la Lazio potrà fare mercato solo a saldo zero e senza poter rinnovare i contratti con un aumento. Qualora Lotito immettesse dei capitali per questa somma, sempre ipotizzando, allora questi vincoli verrebbero rimossi e quindi si potrebbe fare mercato libero, quantomeno formalmente. Mi aspetto comunque delle plusvalenze, ma almeno si potrebbero rinnovare i contratti".

MERCATO ESTIVO - "Per il mercato estivo il momento del check sarà al 31 marzo. La situazione lì è un po' più problematica. L'elemento cardine è il valore soglia, che a oggi è 0,7, ma potrebbe tornare anche a 0,8 sotto pressione dei club. A mio avviso, è impossibile che la Lazio rispetti la nuova soglia a marzo, servirebbero tantissime plusvalenze. Si prefigura quindi ancora lo spettro del mercato bloccato, che andrebbe evitato operando bene sul mercato a gennaio. Quello che accadrà nel prossimo mercato è una strategia che dovrebbe mirare a non farsi bloccare le operazioni in estate".

GLI INDICI - "Le Noif dicono che un club ha il mercato bloccato se non rispetta le soglie per due volte consecutive. Se il limite fosse 0,7, a marzo per la Lazio non ci sarebbe proprio dubbio. Ma il mercato potrebbe essere bloccato anche per un peggioramento dell'indicatore, ma servono dei ricavi. L'indicatore calcolato al 30 settembre ha gran parte dei ricavi dell'Europa League della scorsa stagione, quello di marzo invece ne ha solo una piccola porzione. A parità di altre condizioni, l'indicatore ovviamente peggiora. La Lazio quindi deve aumentare i ricavi attraverso le plusvalenze per far sì che questo indicatore non peggiori. Io avevo prefigurato circa 30 milioni di plusvalenze per stare tranquilli ed evitare il blocco del mercato. Ma dipende anche da altri fattori. Lo sponsor? Alla fine non è arrivato, il ricavo non potrebbe essere inserito per intero in solo una parte di stagione, bisognerebbe dividere per tre l'importo annuale. Anche piccole cifre però possono fare la differenza".

LE PLUSVALENZE - "La plusvalenza viene imputata per intero nel bilancio quando si realizza. Quelle di gennaio verrebbero inserite a marzo. La plusvalenza è la differenza tra il prezzo di vendita del calciatore e il valore di bilancio del giocatore, che si calcola sottraendo il prezzo che la società ha pagato al costo che il club ha ammortizzato nel tempo. Il mercato di gennaio è l'unica leva che la Lazio ha per incidere sulla fotografia di marzo, e avendo pochi ricavi la plusvalenza è uno dei pochi elementi che sono rimasti. L'aumento di capitale? Andrebbe fatto entro la fine del mercato, il vincolo così sarebbe rimosso. Ha dei tempi tecnici, che sarebbero lunghissimi. Gli unici due interventi fatti da Lotito in questi anni sono con versamento in conto futuro di aumento di capitale, ovvero 5,9 milioni di euro. Solo lui potrebbe fare questa cosa".

IL BLOCCO DEL MERCATO ESTIVO - "Il problema del blocco del mercato estivo è il non aver rispettato i tre indicatori. Quello che era più vicino al limite era quello di indebitamento, probabilmente se alla Lazio avessero interpretato correttamente le norme avrebbero potuto agirare il margine e far rientrare questo terzo parametro. La Lazio magari avrebbe avuto il mercato sbloccato parzialmente, ovvero a saldo zero. Questo è stato il grosso errore della società: parliamo di una cifra davvero piccola per lo sforamento del terzo indicatore, che però ha prodotto un guaio grosso".

NASDAQ E CADICE - "Nelle casse del Cadice, oltre a un bel po' di pubblicità, sono entrati circa 8-10 milioni di dollari, non 400 come si dice. A quotarsi al Nasdaq non è stato il Cadice, ma una società giovane chiamata Nomadar. Ha delle linee di business variegate, come investimenti immobiliari, ecc. Hanno delle idee chiare. Tredici milioni di azioni sono state registrate al Nasdaq e offerte al pubblico, quindi cedute tramite il listino dei tecnologici. Il primo giorno di quotazione, lo scorso 31 ottobre, il primo prezzo era di circa 30 dollari, tre volte superiore al limite che avevano previsto gli analisti di borsa, ovvero 10. In quel momento la capitalizzazione, cioè il valore di brosa, era di circa 400 milioni di dollari. Per fare il calcolo basta moltiplicare 13 milioni per 30. Nei giorni successivi la quotazione del titolo è calata molto, ora è di circa 6 dollari. Adesso la capitalizzazione è di circa 80-85 milioni di dollari. Questo non dice nulla sulle casse del Cadice, che ha una parte della società, circa il 58% delle azioni. Il club è riuscito a raccimolare dei soldi cedendo le azioni, la stima è molto bassa considerando che dal 31 ottobre a oggi sono state scambiate circa 900mila azioni".

LA LAZIO AL NASDAQ - "La Lazio è già quotata in borsa, ma non usufruisce dei suoi vantaggi. Non fa aumenti di capitale, per esempio. Oppure dovrebbe avere una maggior trasparenza accedendo più facilmente all'indebitamento bancario, come il finanziamento, per cui però Lotito ha sempre escluso. La Lazio sta in borsa perché molto probabilmente ci si è trovata ed è costoso uscirne. È possibile che la Lazio faccia come il Cadice e si quoti al Nasdaq, ma parliamo di fanta-economia. Servirebbe molto tempo e un progetto serio per attirare investitori, non è una cosa che si fa dall'oggi al domani. Andresti a raccogliere capitali in un altro mercato, il vantaggio sarebbe minimo visto che la Lazio è già quotata in borsa. I piccoli azionisti sono sempre tutelati. Oggi, per il consiglio di sorveglianza che fa parte del management della società, l'assemblea ha votato una sola lista di candidati, che era quella espressa da Lotito. Non ce n'erano altre, per poterlo fare bisogna avere almeno il 2,5% delle azioni. Potrebbero esserci dei soci che potrebbero farlo, in futuro vedremo. Un modo per incidere di più nella gestione societaria sarebbe partecipare al consiglio di sorveglianza".

LA VALUTAZIONE DELLA LAZIO - "Non mi occupo di valutazioni o di valore della società, mi rifaccio a delle stime di KPMG. L'ultima che è stata diffusa lo scorso maggio relativa al valore di mercato della Lazio è di circa 550 milioni di euro. Gran parte delle variabili che sono considerate, però, fanno riferimento al bilancio dei record della Lazio con circa 240 milioni di euro dei ricavi nella stagione 2023/24. A maggio prossimo avremo una stima del valore di mercato della società, che sarà più bassa".

FLAMINIO - "Non so nulla di un aumento di capitale di Lotito per il Flaminio. Le cifre circolate sono credibili, la Lazio potrebbe ottenere questi 280 milioni di finanziamenti bancari di cui si parla. La società ha un problema di ricavi, ma a livello di bilancio è solida e ha un basso ricorso al debito con buoni margini di indebitarmento. Un ruolo importante sul discorso stadio potrebbe averlo il governo anche con le misure di garanzie pubbliche, che dovrebbero facilitare l'accesso al credito e all'abbassamento dei tassi. Il punto è mettere in peidi in poco tempo un modello di business per generare dei flussi di cassa e rientrare del debito. Va detto che c'è tempo, in un finanziamento di circa 25-30 anni si può anche non pagare tutto subito, ma iniziare solo con gli interessi. In 2-3 anni la speranza sarebbe di trovare della liquidità per rientrare totalmente del mutuo. Il passaggio dello stadio porterebbe la Lazio a fare un cambio di passo, magari con attori esterni. Al momento è impensabile un cambio di rotta così radicale lasciandolo in mano solo a questa gestione, che ha dimostrato di non essere in grado di diversificare i ricavi. Si è parlato di Legends: se si dovesse fare il progetto stadio si potrebbe fare un passo in avanti a livello manageriale. Se lo stadio lo facesse la Lazio, l'onere del finanziamento sarebbe in carico alla società che patrimonializzerebbe il bene. L'investimento dello stadio ha bisogno di tempo, almeno cinque anni per aumentare i ricavi attraverso il match day, ecc".

IL QATAR - "Non escludiamo nessun tipo di sinergie. Sono scenari plausibili, che ci sia interesse in generale da parte dei grandi fondi nel calcio è un fatto evidente. È chiaro che possa esserci un interesse della Lazio, che ha grandi margini di crescita, tra i più alti in Serie A: a livello di botteghino fa venti milioni di euro, a livello di merchandising e sponsor siamo ben al di sotto di quello degli altri club, anche non comparabili; il settore giovanile è stato sfruttato pochissimo fin qui; c'è poi lo stadio e il discorso relativo al campionato, che se confrontata con i top cinque campionati europei ora è molto indietro, la sua crescita farebbe aumentare di valore tutti i club. Ci sono stati dei movimenti improtanti a livello di pacchetto azionario, la borsa certifica questo interesse. Siamo nella sfera di quello che gran parte dei tifosi auspicano, ovvero un passaggio di proprietà per qualcuno che faccia crescere il club e che possa far sognare la gente. Per tanti anni ho sperato in un cambio di passo della società, il mio ottimismo ora è terminato. Lotito poi detiene il 67% delle quote, decide lui. Per me è sbagliato pensare che possa essere costretto a cedere per una flessione dei ricavi, perché basta far flettere anche i costi per rientrare di tutto. Questo tipo di gestione potrebbe andare avanti per altri vent'anni. A forza di tagliare però si subisce sempre di più la competizione con altri club e si finisce in un circolo vizioso".