Oddo ricorda Berlino 2006: “Emozione indescrivibile. Nesta? Cuore laziale”

11.07.2022 08:30 di  Lalaziosiamonoi Redazione   vedi letture
Fonte: Lavinia Saccardo - Lalaziosiamonoi.it
Oddo ricorda Berlino 2006: “Emozione indescrivibile. Nesta? Cuore laziale”

Estate, tempo di Nazionale. Poco più di un anno fa l’Italia festeggiava la vittoria dell’Europeo, 40 anni fa vincevamo il Mondiale con i ragazzi di Bearzot. 16 anni fa eravamo appena reduci dalle notti magiche di Berlino. Emozioni indescrivibili che fanno tremare la voce anche a chi, a distanza di tanto tempo, prova a ricordarle.

PROFEZIA - “Vi ho scelto io, uno per uno. Credo in voi e so che potete fare qualcosa di importante. Impegno, sacrificio e umiltà. Ce la farete”. Mai predizione fu più azzeccata. Scaramanzia o fiducia, Lippi diede così il via all’impresa. A Coverciano, tra piedi colmi d’esperienza e menti offuscate dallo scandalo Calciopoli c’era Massimo Oddo. Via la maglia biancoceleste, era il momento di quella azzurra. Una sfumatura più scura, dietro il 22 dorato.

RIVALSA - “Era un momento molto delicato per il nostro calcio. Grazie a quello si è fortificata l’anima del gruppo, ci ha dato una grande spinta”. Calciopoli fu solo la goccia che fece traboccare il vaso. Nel 2002 il famoso “biscotto” tra Svezia e Danimarca mandava fuori l’Italia dall’Europeo, preludio di anni neri. I giornali erano un bollettino di guerra per gli Azzurri, bravi a difendersi col silenzio, ancor di più con le prestazioni sul campo: “Non ho giocato molto in quel Mondiale ma venivo comunque da uno dei momenti più belli della mia carriera. Parlo anche di numeri: giocavo bene con la mia Lazio, meritavo la convocazione. Ho fatto parte di un gruppo che ha vinto e nel momento in cui la squadra ha avuto bisogno di me ho risposto presente. Sono sempre stato orgoglioso di quello che ho fatto, non importa giocare più o meno”.

SCALATA - Il Mondiale si vinse piano piano, scalino dopo scalino. Ad ogni passo c’era consapevolezza: “Ci sono stati tanti momenti in cui ci siamo resi conto che avremmo vinto il Mondiale. All’inizio abbiamo avuto delle difficoltà ma ne siamo sempre usciti anche con un pizzico di fortuna. Ne abbiamo avuta tanta con gli Stati Uniti e con l’Australia. La semifinale con la Germania è stata forse l’ostacolo maggiore, anche perchè giocavamo in casa loro e lo stadio spingeva quasi tutto per loro. Il rigore con l’Australia? A distanza di 16 anni dico che era dubbio”.

RITORNO - Il tempo di riprendersi dalla sbornia della notte di Berlino, poi il volo per l’Italia, direzione Roma. “Quando realizzammo l’impresa che eravamo riusciti a fare? All’arrivo nella Capitale. Ricordo il giro sul pullman per la città e milioni di persone erano lì ad attenderci. Il Circo Massimo era pieno, ho ancora i brividi solo a pensarci. Fu un’emozione indescrivibile, una delle più belle della mia carriera”. Ma si sa, le esperienze più belle si vivono anche e soprattutto insieme agli amici, a chi come te condivide obiettivi, sogni e imprese:Nesta è tutt’ora un amico e un collega. È sempre stato molto legato al mondo laziale, quindi spesso ci capitava di parlare di Lazio e di tutto ciò che accadeva nel mondo biancoceleste. Lui aveva il sangue biancoceleste. Il suo era un cuore laziale. Quando tornai a Formello dopo il Mondiale fu ovviamente una bella sensazione. Ritornare da campione del mondo fu un grande orgoglio, anche perchè non ero solo ma insieme a me c’era Peruzzi, che era il “senatore” della Lazio a quei tempi. Io avevo la fascia al braccio, ma lui era il vero capitano”.