ESCLUSIVA - Pedro Rosario: "La mia avventura alla Lazio tra sogni, nostalgia e il reggaeton di Keita"

La Lazio ha strappato allo Sporting Lisbona il promettente 16enne Al Hassan Lamin, spilungone nato in Guinea-Bissau. A qualcuno sarà tornato in mente un caso simile. Era il luglio 2010 e la Lazio depredò il Benfica di uno dei suoi talenti più promettenti, tale Pedro Rosario. Fu notato da un osservatore nel corso di una rassegna giovanile tenuta a Roma, il ragazzo si mise in luce con la maglia del club lusitano e la Lazio lo ingaggiò senza pagare un centesimo. Quel trasferimento ebbe una risonanza mediatica importante, pur trattandosi di un giovanissimo. "Un sogno che si avvera", dichiarò il baby attaccante ai taccuini de A Bola. Il figlio dell'ex stella del Benfica Jorge Rosario fu aggregato inizialmente nella squadra Allievi, poi scaldò la panchina nella lunga cavalcata dei ragazzi di Bollini nel 2013, terminata contro l'Inter di Bernazzani nella finale di Gubbio. Saudade, nostalgia: un 16enne alla conquista del nostro campionato, senza bussola. Tre anni più tardi Pedro Rosario insegue ancora il suo sogno, nonostante i numerosi infortuni che hanno ostacolato la sua carriera. Oggi gioca nell'Atlético Clube Malveira, club portoghese di terza divisione, ma non ha mai dimenticato l'esperienza romana e il suo rapporto speciale con Keita Balde Diao. La redazione di lalaziosiamonoi.it l'ha raggiunto in esclusiva per un'intervista.
Dove stai giocando ora? "Gioco in Portogallo nell'Atlético Clube Malveira, l'equivalente della vostra Lega Pro. Mi trovo bene, però ho avuto molti infortuni negli ultimi quattro anni".
Cosa hai fatto dopo aver lasciato la Lazio? "Ho firmato con il Maritimo, ma il trasferimento non è arrivato in tempo e sono andato a giocare al Belenenses".
Ti ricordi le tue sensazioni quando hai saputo che saresti andato alla Lazio? "Ero molto felice, dalla più tenera età ho sempre seguito il calcio italiano. È stato molto difficile lasciare i miei amici, la famiglia e la mia fidanzata".
Eri un talento del calcio portoghese, si parlò molto di quel trasferimento. La Lazio era il tuo sogno, un'opportunità per la tua carriera. Ti saresti aspettato qualcosa di diverso? "Il fatto di essermi allontanato dalla gente che amavo è stata la ragione principale del mancato adattamento".
Cosa ti piaceva di più dell'Italia e di Roma? "Roma è una città con una storia bellissima, Si mangia troppo bene, non sono più tornato lì in questi anni, però vorrei farlo".
Hai giocato anche con Keita, che oggi brilla in Serie A. Era già così forte in Primavera? "Quando è venuto alla Lazio, abbiamo subito stabilito una buona amicizia. Lo spagnolo e il portoghese sono lingue e culture simili. È un ragazzo con una grande personalità. Come calciatore era già un fenomeno: aveva tecnica, potenza e velocità. Ho troppi ricordi, abbiamo vissuto insieme a Formello. Era simpatico, amava fare scherzi e ascoltava sempre musica reggaeton...".
Anche Cavanda, Onazi e Cataldi sono arrivati in prima squadra. Quale giocatore della Lazio Primavera pensavi che sarebbe arrivato in Serie A e invece non ce l'ha fatta? "Arrivare in prima squadra è difficile, non basta avere qualità, serve anche fortuna. In quella squadra c'erano molti giocatori che sarebbero potuti arrivare in prima squadra. Un club come la Lazio non può avere solo giovani ma anche giocatori con più esperienza. Non c'è spazio per tutti".
Se potessi tornare indietro nel tempo, sceglieresti di nuovo la Lazio o faresti qualcosa di diverso? "Certo, la Lazio è stata l'esperienza più importante di tutta la mia vita, non è facile per un ragazzo di 16 anni andare da solo in un altro Paese. La cosa più difficile è stata restare lontano da casa. Ho imparato una nuova lingua e ad apprezzare cose a cui un tempo non davo valore. Il calcio italiano poi è diverso da quello portoghese, è più tattico".
La Lazio ha acquistato un giovane calciatore di 16 anni dallo Sporting Lisbona, si chiama Al Hassan. Vuoi dargli qualche consiglio? "Ha ancora un lungo cammino davanti a se. Deve lavorare molto e dare sempre il massimo, è un calcio diverso ma lui si adatterà bene. Gli auguro buona fortuna".
Quali sono invece gli obiettivi per la tua carriera? "Tre anni fa sono stato operato al ginocchio e ho avuto diversi infortuni però continuerò a lavorare per ritrovare la forma migliore. Mi piacerebbe avere un periodo senza infortuni per riconquistare il piacere che avevo per questo bellissimo sport. Sempre Forza Lazio!"