ESCLUSIVA Radiosei - Ruben Sosa: "Ho giocato molti derby ma quello di Roma è particolare, per vincerlo non bisogna mollare mai!"

La consueta carrellata di grandi ex biancocelesti, che hanno lasciato il segno nel derby, oggi ci porta a parlare di Ruben Sosa. L’attaccante uruguaiano, protagonista nel derby dell’89, con un suo assist servì un giovane Paolo Di Canio che insaccò il pallone in rete. “Ho giocato molti derby nella mia carriera- afferma Sosa ai microfoni di Radiosei- quello di Montevideo tra Nacional e Penarol, quello tra Inter e Milan, ma quello di Roma è molto particolare: vincerlo, per i tifosi, è come conquistare lo scudetto”. Sosa è stato compagno di Paolo Di Canio, protagonista in quel lontano derby di fine anni ottanta. “Giocavo con quel matto di Di Canio (ride,ndr). Solo lui poteva segnare contro la Roma ed andare ad esultare sotto la Curva Sud. Prima della partita ci diceva ‘se segno vado sotto la Sud’ e noi gli rispondevamo ‘guarda che vai da solo!’”. Quella Lazio era appena uscita dall’incubo della serie cadetta e si apprestava a scalare le gerarchie del calcio mondiale. “La Lazio di quegli anni era una Lazio che era risalita dalla Serie B, ma era una vera squadra. Avevamo Gustavo Dezotti, Gabriele Pin come capitano, giovani misti a più esperti. Pin ci spiegava molto come era una stracittadina, specialmente a chi veniva da un'altra nazione, ci teneva molto a vincerlo per i tifosi”. La ricetta di Sosa per vincere contro la Roma è? “Per vincere un derby bisogna essere molto concentrati, non mollare mai fino alla fine”. I biancocelesti hanno cambiato molti tasselli importanti all’interno della rosa, ma non hanno ancora ingranato in campionato ed in Europa. “La Lazio di quest’anno vuole dare di più ma non ce la fa. Quando si vince contro la Roma comincia un campionato nuovo. I biancocelesti però sono stati sempre nelle posizioni alte della classifica”. Fernando Muslera, suo connazionale, ormai è un giocatore del Galatasaray. La scelta di lasciar partire l’estremo difensore è stato un grave errore secondo l’uruguaiano. “Non so perché l’hanno mandato via, a me piaceva tantissimo. Quando Muslera stava andando male, sono andato a Roma per vedere gli allenamenti ed ho detto alla dirigenza di non lasciarlo andare via perché il ragazzo era veramente bravo. E’ sempre il portiere della nazionale”. Sosa conserva bei ricordi dei suoi trascorsi a Roma. “Ho buoni ricordi del mio passato laziale, ero un giovane di 20-21 anni. Io e Riedle formavamo un bella coppia in campo, anche con Troglio, un giovane volante argentino che faceva molto bene”. L’ex biancoceleste non nasconde la sua voglia di tornare a far parte del mondo-Lazio. “Mi piacerebbe lavorare con le squadre in cui sono stato bene, come la Lazio e l’Inter. Se qualche dirigente mi contattasse…”. Ultimo pensiero per i suoi vecchi tifosi…“Sono stato benissimo con loro, mi ricordo quando sono andato sotto la Curva a festeggiare con il tamburo, mi sono sempre stati vicini. Il derby non me lo perderò, ogni partita che vedo della Lazio mi sento uno di loro”.