Sarri-Lazio, patto fino a giugno. Ma il tecnico ha le idee chiare

Sarri ha ammesso che accetterà ogni cosa fino a giugno, ma se la società non dovesse accontentarlo questa volta non si dimetterà
11.11.2025 09:15 di  Chiara Scatena  Twitter:    vedi letture
Sarri-Lazio, patto fino a giugno. Ma il tecnico ha le idee chiare

RASSEGNA STAMPA - Il rapporto tra Sarri e la Lazio prosegue, ma rischia di trasformarsi in una convivenza forzata, tenuta insieme soltanto da questioni economiche. Sarri continua a sentirsi tradito e lo ricorda spesso pubblicamente, senza avere la certezza che quanto accaduto non si ripeterà. La società, che ha rimandato i bilanci proprio a questa settimana, ora teme le sue richieste: rinforzi o investimenti, perché il tecnico non minaccia di andarsene, ma di riportare la Lazio nel mirino dell’opinione pubblica qualora il patto estivo non venga rispettato.

Il suo è un giuramento d’onore a tempo determinato ("Accetterò tutto fino a giugno. Ho fatto una promessa alla squadra e al popolo laziale"), ma chi immagina un addio anticipato è fuori strada. Come riportano il Messaggero e il Corriere dello Sport, questa volta Sarri non ha alcuna intenzione di dimettersi, come accaduto a marzo 2024, rinunciando a cinque milioni netti residui fino al 2028. Se non arriveranno i rinforzi e la squadra non crescerà, la responsabilità non sarà sua e il tecnico si aspetterà, eventualmente, di essere sollevato dall’incarico. Ma a quel punto chi potrebbe fare meglio? E soprattutto, come potrebbe la società sostenere il costo di due allenatori, in un bilancio già provato?

Lotito e Fabiani erano convinti di aver risolto tutto richiamando il Comandante, sfruttando il fascino del suo ritorno per rilanciare l’ambiente e placare il malumore. Ma oggi, forse, si chiedono se il triennale depositato in Lega il 10 luglio – invece del biennale con opzione inizialmente previsto – non sia stata una mossa controproducente. Una scelta fatta anche per calmare la rabbia di Sarri dopo lo stop della Covisoc, comunicato in ritardo e vissuto come un altro segnale di sfiducia.

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