ESCLUSIVA - Lazio, Ruben Sosa racconta il derby: "Il macellaio, i tifosi e Di Canio..."

17.09.2025 13:00 di  Niccolò Di Leo   vedi letture
ESCLUSIVA - Lazio, Ruben Sosa racconta il derby: "Il macellaio, i tifosi e Di Canio..."

Il coro che gli hanno dedicato i tifosi della Lazio viene ancora oggi cantato a squarciagola dai tifosi. Sia chi lo ha vissuto in campo, sia chi ha potuto godere delle sue gesta grazie a immagini o ricordi è legato a Ruben Sosa da un affetto speciale. La Curva Nord e tutto lo Stadio Olimpico esplode quando partono le prime parole di quel "E Ruben Ruben Ruben...", perché chi ha dato tutto per la maglia della Lazio merita un affetto destinato a non svanire mai.

Nei suoi quattro anni in biancoceleste l'attaccante uruguaiano ha giocato 140 partite - più di ogni altro club nella sua carriera - segnando 47 gol, 3 dei quali anche nel derby della Capitale. E proprio in vista della stracittadina del 21 settembre contro la Roma, Ruben Sosa è intervenuto in esclusiva ai nostri microfoni per parlare della nuova Lazio di Sarri, ma soprattutto per spiegarci come viveva lui quegli accessi derby degli anni '90. 

Sei contento del ritorno di Sarri?

"Il ritorno di Sarri è importante. Lui conosce bene la Lazio, questo può far bene alla squadra e all'ambiente. Castellanos? L'anno scorso ha avuto partite non sembre buone. Il gol è importante per tutti gli attaccanti e averlo ritrovato contro l'Hellas Verona è importante per lui, come per tutti gli attaccanti". 

Domenica ci sarà il derby della Capitale. Tu che ricordi hai? 

"Vincere il derby è come vincere lo Scudetto per i tifosi e per i calciatori. Io ho vissuto tanti derby. Ricordo che quando segnavo nel derby mi sentivo come se fossi Maradona. Non conta come stanno le squadre, ogni derby è difficile da giocare. Bisogna sudarsi la maglietta, dare tutto quello che si ha. Io dicevo sempre alla squadra che in questa partita biosgnava correre il doppio, lottare fino alla fine per i tifosi". 

A proposito dei tifosi. Quanto è importante avere un sostegno come quello del pubblico laziale in una partita come il derby?

"È importantissimo. Quando si entrava nella settimana del derby i tifosi non parlavano di nient'altro. Mi ricordo che venivano tutti i giorni a vederci all'allenamento, erano pazzi. È bellissimo. Giocare un derby è bellissimo, poi se lo vinci allora sei un Dio. Non importava come andava il campionato in quel momento, l'importante era vincere il derby". 

Hai un aneddoto particolare sul derby?

"Di aneddoti ne ho tanti di quelle settimane. Io ricordo che abitavo sulla Cassia e quando giravo i negozi che c'erano lungo la strada, dal macellaio a chi vendeva la verdura, vedevo tifosi di tutte le squadre. Quelli della Lazio mi dicevano: 'Se segno un gol al derby, per tutta la settimana vieni qui e ti puoi prendere quello che vuoi gratis'". 

Qual era il compagno che lo sentiva più di tutti gli altri?

"Probabilmente Paolo Di Canio. Lui era una bestia quando c'era il derby. Non vedeva l'ora di scendere in campo per fargli cinque gol, uno non gli bastava. Lo viveva con una voglia incredibile, era un tifoso in campo. Io credo che avere giocatori in squadra come lui era importantissimo, così come anche Pin, il nostro capitano. Io inviterei sempre ai derby o negli allenamenti che portano a questa partita giocatori che l'hanno vissuto, che hanno segnato nella stracittadina". 

Un messaggio in vista del derby?

"E Ruben Ruben Ruben Ruben Sosa e Ama Ama Ama Amarildo e Pedro Pedro Pedro Pedro Troglio, alè alè alè alè alè la Lazio!". 

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