Lazio Story: a lezione di "poker" con Eriksson

13.03.2011 07:16 di  Valerio Spadoni   vedi letture
Fonte: Rassegna stampa a cura de lalaziosiamonoi.it tratta dal Corriere dello Sport
Lazio Story: a lezione di "poker" con Eriksson

Con la mediazione di un studio legale, Cragnotti aveva consentito a Eriksson di annullare gli accordi già firmati con il Blackburn e di legarsi alla Lazio, lasciando così la Sampdoria dopo cinque anni, accompagnato nella nuova avventura da Mancini, storico capitano di una squadra che aveva disperso lentamente il suo fascino in seguito a una serie di rinunce dolorose (da Vialli a Pagliuca) e alla morte del presidente Mantovani. Eriksson si apprestava a tornare nella Capitale in uno scenario suggestivo, a distanza di dieci anni dalla sua esperienza sulla panchina della Roma di Viola. Erà la metà di giugno del 1997, ma quel contratto triennale sottoscritto dallo svedese con la Lazio non rappresentò l’unico colpo di scena. Con una mossa a sorpresa, la Roma decise di ingaggiare Zeman, esonerato da Cragnotti appena cinque mesi prima, il 27 gennaio, dopo la sconfitta all’Olimpico con il Bologna (1-2), e sostituito da Zoff, protagonista poi di una straordinaria rimonta (32 punti in 16 partite) premiata da un quarto posto e dalla qualificazione in Coppa Uefa. Sensi, attratto dagli schemi del nipote di Vycpalek, scelse Zeman dopo aver chiuso il rapporto con l’argentino Bianchi (ex Velez) e ringraziato Liedholm per la salvezza.

LA PERLA DI MANCINI – La partenza della Lazio in campionato era stata faticosa: otto punti in sei giornate. Complicata per Eriksson la vigilia del derby: colpa del ko in casa con l’Atalanta (0-2). La Roma, invece, si presentò alla sfida del primo novembre da quarta in classifica. E’ il grande appuntamento, per la Lazio, cominciò subito in salita: Favalli fu espulso da Collina dopo sette minuti. Sembrava una notte stregata per Eriksson, pronto però a ridisegnare la Lazio in dieci e a sorprendere Zeman in contropiede nella ripresa: gol di Mancini, raddoppio di Casiraghi, 3-0 di Nedved, in attesa del 3-1 di Delvecchio a tempo scaduto.

LA COPPA ITALIA – La Lazio si era qualificata ai quarti di Coppa Italia dopo aver superato la Fidelis Andria (3-0 e 3-2) e rischiato grosso con il Napoli (4-0 a Roma e 0-3 al San Paolo). Da batticuore l’incrocio con i giallorossi, che avevano eliminato il Verona e l’Udinese. Tutti allo stadio il pomeriggio del 6 gennaio. Avvio equilibrato: 1-1 all’intervallo, con Balbo che aveva replicato a Boksic. Ripresa travolgente della Lazio: Jugovic dal dischetto, pallonetto geniale di Mancini sull’uscita di Konsel e 4-1 firmato da Fuser. Con la qualificazione già in cassaforte, la Lazio si era potuta concentrare sul campionato, dove nel frattempo aveva raggiunto il quinto posto (28 punti, con i giallorossi settimi a quota 25). Il 21 gennaio, con Zeman che credeva ancora nella rimonta, la Lazio centrò il terzo successo nel derby, facendo festa con Gottardi al 94’: sua la rete del 2-1, dopo il rigore di Jugovic e il pari di Paulo Sergio. Ma quella serata avrebbe riservato ancora una sorpresa: cinquecento tifosi della Lazio si ritrovarono al Fleming sotto il balcone della casa di Zeman. Allegria e felicità. Ironico il coro nei confronti dell’ex tecnico biancoceleste: “C’è la mano del boemo, c’è la mano del boemo…”

LA QUARTA VITTORIA – Impegnata a inseguire la Juve di Lippi, La Lazio (salita intanto al secondo posto) si era avvicinata al quarto derby (8 marzo 1998) con la consapevolezza di trovarsi di fronte una Roma ferita nell’orgoglio. Ma sotto le luci artificiali dell’Olimpico, dopo un primo tempo di studio, la Lazio rifilò a Zeman il quarto ko di fila. A segno, nel giro di dodici minuti, Boksic e Nedved. In curva Nord, per celebrare l’evento, fu esposto subito uno strisione spiritoso: “Tranquilli, state su Scherzi a Parte”. E più avanti, nel centro sportivo di Formello, i tifosi biancocelesti decisero di apporre una targa (Viale dei Meravigliosi) in ricordo di quel poker. Zeman si riscattò chiudendo il campionato al quarto posto davanti alla Lazio (settima, solo un punto nelle ultime sette giornate): i biancocelesti furono distratti dagli impegni in Coppa Italia (vinta contro il Milan di Capello) e in Coppa Uefa (persa con l’Inter di Ronaldo a Parigi).

I RICORDI DELLO SVEDESE – Eriksson, ora allena il Leicester (serie B inglese), ha conquistato sette trofei sulla panchina della Lazio dal 1997 al 2001: uno Scudetto, due Coppe Italia, due Supercoppe di Lega, una Coppa delle Coppe e una Supercoppa Europea. Ma nel suo diario laziale continua a ricordare quei quattro derby vinti con emozione. Era la stagione 1997-’98: stava cominciando l’epoca d’oro della sua Lazio.