Adiós, Pedrito. Un altro campione saluta e lascia la Lazio
Pedro gela tutti: “Sicuramente questo è il mio ultimo anno alla Lazio”. La delusione per il pareggio contro il Pisa si è trasformata in enorme tristezza dopo le parole dello spagnolo. Il suo addio è un colpo durissimo, l’ennesimo di quest’annata che già a fine ottobre sembra lunghissima. Solo un anno fa, il 31 ottobre 2024, Pedrito ritrovava il suo vecchio amico Fabregas al Sinigaglia di Como, segnando lo 0-2 al 31’. Quella partita, poi, si è chiusa sul risultato di 1-5: era la nuova la Lazio di Baroni, in uno dei suoi momenti più brillanti e spettacolari. A quel tempo ancora si guardava al futuro con speranza e fiducia, e in campo un ‘vecchietto’ di 37 anni trascinava la squadra con il suo quinto gol in stagione (il terzo in Serie A).
Solo un anno dopo è cambiato tutto. L’entusiasmo del passato si è trasformato in forte pessimismo, senza Europa e con il mercato bloccato in estate. Il ritorno di Sarri in panchina, e il conseguente passaggio dal 4-2-3-1 al 4-3-3, hanno fatto crollare Pedro nelle gerarchie, costretto a reinventarsi addirittura falso nueve per giocare. "Il modulo mi lascia un po' fuori, non trovo spazio. Ho detto a Sarri che giocare sull'esterno per me è molto difficile, mi costa tanto fare il lavoro che chiede lui. L'anno scorso facevo il trequartista e mi trovavo meglio, avevo più possibilità. Così ora per me è complicato aiutare la squadra, il mister lo sa. Poi è lui a decidere dove devo stare in campo”, la sua spiegazione dopo il Pisa. Da qui la decisione di non rinnovare il contratto e di lasciare la Lazio. Il suo futuro non è ancora chiaro: l’ideale sarebbe un ultimo ballo in Spagna, magari al Tenerife; sennò si ritirerà.
Dopo Leiva, Milinkovic-Savic, Immobile, Luis Alberto e Felipe Anderson, la Lazio si prepara a perdere un altro campione, un professionista d’altri tempi dalla mentalità superiore. Dal suo arrivo ha portato esperienza, ambizione e classe, immergendosi totalmente nella lazialità nonostante il suo breve passato alla Roma. La gente gli ha dato tutto e lui ha ricambiato senza mai tirarsi indietro. L’Europa ora è la sua ultima missione: “È dove penso che questa squadra meriti di stare”. Anche se il suo sogno è sempre stato quello di chiudere con un trofeo in biancoceleste. Tutto si deciderà nei prossimi mesi e a maggio, all’ultima all’Olimpico, saluterà una volta per tutte il suo popolo. Ad accoglierlo sotto la Nord ci sarà la canzone della Carrà che ormai gli appartiene. Adiós Pedrito, "il meglio di Santa Fé".
