Sarri: "La Lazio non l'abbandono, con qualsiasi altra squadra sarei andato via"

18.10.2025 13:00 di  Andrea Castellano  Twitter:    vedi letture
Fonte: Andrea Castellano - Lalaziosiamonoi.it
Sarri: "La Lazio non l'abbandono, con qualsiasi altra squadra sarei andato via"

Vigilia di Atalanta - Lazio. Direttamente dal Centro Sportivo di Formello, il tecnico biancoceleste Maurizio Sarri interviene in conferenza stampa per presentare la partita. Di seguito le sue dichiarazioni. 

Che peso specifico ha la gara di domani? Quanto è diversa l’Atalanta di Juric da quella di Gasperini e la Lazio di Sarri rispetto alla sua del passato?

“La Lazio attuale è una Lazio che per quanto riguarda scelte e modulo. Abbiamo giocato a Genova senza sette giocatori, otto contro il Torino, è una situazione difficile soprattutto con il mercato bloccato. La partita di domani è importante, ma non gli si può dare una valenza più alta di quella che ha. Sarà un campionato di sofferenze il nostro, dobbiamo essere umili nel modo di pensare come tutto l’ambiente. L’Atalanta di Juric è molto simile a quella di Gasperini con delle differenze minime che dipendono dalla mentalità di ogni allenatore”.

Come stanno gli infortunati? Parlo di Dia, Vecino, Zaccagni, Marusic...

“Sono tutte situazioni al limite, hanno fatto allenamento stamattina. Non ci rendiamo conto di che tipo di minutaggio possano avere, oggi hanno fatto una seduta poca invasiva soprattutto a livello fisico. Qualcuno lo dobbiamo per forza mettere dentro, anche se a me il giocatore acciaccato a disposizione mi fa un po’ paura. Il fatto che possa chiedere il cambio poco dopo è pericoloso. Sugli infortuni abbiamo fatto tutti i tipi di analisi, molti sono pregressi. Dia ha un problema alla caviglia da tre anni, i problemi muscolari sono tutti diversi, quello di Marusic non è nemmeno un infortunio ma solo una vecchia cicatrice di anni fa. È difficile darsi una spiegazione. Zaccagni viene da un’estate difficile, la situazione è complicata”.

Ha avuto indicazioni dalla società riguardo al mercato di gennaio?

"Ho parlato solo col direttore, mi ha detto che molto probabilmente potremo fare mercato ma non abbiamo un'indicazione ufficiale a riguardo".

Come ha ritrovato Cataldi? Quali saranno i principi per vincere domani?

“Posso chiedere una parte della qualità della mia Lazio del secondo posto, quella aveva qualcosa in più mentre questa ha di più dal punto di vista fisico. Negli anni abbiamo perso giocatori di altissimo livello. Io parlo sempre di umiltà perché la nostra situazione era già difficile all'inizio e ora lo sta diventando ancora di più. Poi non bisogna mai confondere l’umiltà con l’accettazione della sconfitta, domani giochiamo contro una squadra forte. Dal punto di vista tattico meno punti di riferimento riusciamo a dare e meglio è. Cataldi è affidabile, anche nell’anno del secondo posto ha giocato tantissime partite. Per me non è una sorpresa".

La vedo triste…

“Non sono triste, sono contento. Con tutto quello che ci è successo abbiamo comunque giocato un derby di ottimo livello, abbiamo vinto bene a Genova e abbiamo ripreso la gara contro il Torino. La squadra in allenamento è in crescita, speriamo che in stagione basti ciò che la squadra può dare”.

Cancellieri può giocare più avanti?

“Ha iniziato a giocare sfruttando le sue qualità, fa parte della sua evoluzione come giocatore e persona. Deve muovere la palla velocemente e attaccare gli spazi, se si intestardisce in azioni individuali si perde. Isaksen per noi in partenza è un giocatore importantissimo, poi tutti e due si trovano bene a destra e uno deve giocare a sinistra.

Come sta Dele-Bashiru? Valuta un rientro in lista? Come ha ritrovato Isaksen?

"Dele è ancora sotto la supervisione dello staff medico, ha un controllo finale la prossima settimana. Da lì a venire almeno in parte con noi dovrà passare qualche giorno, la gestione adesso è completamente medica. Isaksen ha fatto due spezzoni in nazionale, è tornato con valori che non ci piacevano e lo abbiamo tenuto a carico di lavoro molto basso. È stato bene, è tornato molto sollevato dal punto di vista del morale e stamani ha fatto allenamento di buon livello. Dopo tanto tempo sta tornando anche come qualità, lo vedo molto più reattivo ed esplosivo. Ha avuto una malattia subdola, fino a inizio anni 2000 con quella malattia stavi fermo 6-7 mesi. Mi sembra che sia già positivo l'averlo recuperato dopo tre mesi".

Ha detto di esser rimasto per l'ambiente e per rispetto al popolo laziale. Questo progetto può essere interessante per lei anche dal punto di vista tecnico?

"A gennaio e giugno dell'anno prossimo ti dirò, quello che ho fatto fino a ora lo avrei fatto solamente per una squadra. In una squadra che mi dice che non avrebbe potuto fare mercato dopo aver firmato il contratto sarei sicuramente andato via e avrei abbandonato immediatamente, qui ho avuto forti remore a farlo. Questa forza non mi sta abbandonando nonostante le difficoltà e le bestemmie giornaliere che sono costretto a tirare. Ho sempre la ferma convinzione di far crescere questo gruppo e tirarne fuori sette o otto che possano giocare a buon livello".

Gli infortuni sono colpa dei campi?

“Il fatto che un giocatore possa avere un problema muscolare perché si è fatto il ritiro qui mi sembra poco probabili. Con i campi abbiamo avuto un problema circa dieci giorni fa, ora sono pronti, sono due campi di buon livello. In quei dieci giorni qualcosa può aver inciso ma è stato un problema momentaneo. Alcuni erano diventati difficilmente praticabili, ma sono state comunque difficoltà momentanee che succedono a tante squadre. È difficile fare un’attenta valutazione con conferme certe, gli infortuni sono un mischio di vecchi acciacchi e distretti muscolari diversi".

Come sta Castellanos?

“È ancora palesemente sotto i medici, si parla di un infortunio di 4/5 settimane minimo”.

Sta pensando di far giocare più alto a centrocampo Nuno Tavares?

“Le sue difficoltà hanno una storia più lunga, non sono dovute al modulo. Non credo possa giocare in mezzo al campo, la sua gestione della palla da fermo non è di altissimo livello. Giocando più alto forse perderebbe l’accelerazione e la percussione palla al piede che fa partendo da lontano. Si deve ritrovare dal punto di vista della fiducia di sé stesso, più a livello mentale che altro. Ha qualità enormi, deve solo tirarle fuori”.

C'è un giocatore in particolare che la sta sorprendendo? 

“Con questi ragazzi il percorso è lungo, abbiamo in squadra tanti calciatori che giocano per istinto. La mia capacità di incidere così diventa poca soprattutto nel breve periodo, forse si alza nel lungo. Io prediligo un calcio di ordine, ragionato, faccio fatica a farli crescere così perché per caratteristiche mentali loro sono questi. Io comunque vedo un’evoluzione nel modo di porsi: la disponibilità e l'applicazione in allenamento è crescente. Sono convinto che qualcuno migliorerà in maniera forte. Ora sto facendo fatica a farli giocare come voglio io, se continuano con questa applicazione dell’ultimo mese si andrà dove voglio io”.

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