Crescenzi, la voglia di stupire e di emulare Nesta e Di Canio: "Essere Laziale è qualcosa di speciale, è stato l'istinto a spingermi..."

Appartenenza, orgoglio, passione, prima di tutto. Il Laziale lo riconosci, come insegna la storia ultracentenaria della società biancoceleste, nelle difficoltà, il Laziale è il tifoso che sa non esaltarsi in maniera eccessiva nella gloria e nella vittoria, mai spocchioso e mai banale nelle sue manifestazioni d'amore, attaccato in modo viscerale ai propri colori, il romantico per eccezione, colui che sogna sin da bambino di vestire la maglia della propria squadra del cuore. Un concetto che anche tra le giovani aquile conoscono molto bene. "Essere laziale è qualcosa di speciale, diverso dalla massa. È stato l'istinto a spingermi verso i colori biancocelesti e la passione per l'aquila, un animale affascinante, regale, fiero", ha detto il difensore della Primavera guidata da Alberto Bollini, Luca Crescenzi, con orgoglio sul proprio profilo Facebook, ricalcando quanto dichiarato da Paolo Di Canio qualche anno fa. Cresciuto con l'aquila nel cuore, Crescenzi non ha mai nascosto la propria fede calcistica. Da quest'anno sarà uno dei più grandi, sarà uno dei veterani, si alternerà con Alessandro Berardi nel ruolo di capitano della squadra biancoceleste, per lui rappresenta un onore. Quella fascia rossa al braccio lo ha riportato indietro con la mente, quando da bambino seguiva le gesta del difensore più forte della storia della Lazio. E' cresciuto con le scivolate, gli anticipi, l'eleganza di Alessandro Nesta negli occhi. Ora sogna di ripercorrere le sue stesse tracce. L'inizio di stagione di Crescenzi non poteva essere più roseo: prima l'interesse manifestato da società di serie B e di Lega Pro, poi il rifiuto della Lazio a lasciarlo andare via perchè considerato un vero e proprio gioiello della "Cantera capitolina", infine l'inserimento nella lista Uefa con la prima squadra e il gol che ha deciso in finale il Trofeo Tirreno e Sport contro il Napoli. "Il mio sogno è sempre quello di giocare un giorno con la maglia della Lazio all'Olimpico", ha spesso confessato ad amici e familiari Crescenzi. Un sogno che continua a coltivare in silenzio, lavorando duramente, cercando di migliorarsi giorno dopo giorno, non accontentandosi degli elogi del ds Tare o delle pacche sulle spalle ricevute da Edy Reja. Ma con la speranza, forte e vera, di riuscire ad emulare, un giorno, quel campione con la maglia numero 13 sulle spalle, cresciuto anche lui con l'aquila nel cuore...