La Lazio è la sua gente! Lotito è ora di ascoltarla

09.06.2024 07:30 di  Alessandro Zappulla   vedi letture
La Lazio è la sua gente! Lotito è ora di ascoltarla

Il senso di appartenenza chiama a raduno. Il bisogno di sentirsi compresi e ascoltati. La Lazio è una realtà che dal 1900 ha intagliato un tessuto comune nel quale sapersi riconoscere.Tratti inconfutabili, rigidamente ribaditi e orgogliosamente difesi. Confini certificati, necessari per ergere dighe spesse contro la trasbordante tracotanza dello storico rivale. Un tessuto riconosciuto e auto-riconosciuto da chi quei principi di lazialitá se li sente cuciti addosso. Il senso comune dell'essere parte di una storia si misura in quel sentimento di reciproco aiuto, di senso del "noi" che spicca in mezzo a tante voci diverse. Quel "noi" che porta a superare le avversità anche e soprattutto nelle diversità. Essere laziale è prendersi cura del laziale, trattandolo come fratello, difendendolo come un figlio. Che epopea la Lazio, fantastica nelle scalate da zero, allucinante nelle fragorose cadute.

Il laziale c'è sempre. Il laziale pensa sempre al laziale. Quello spirito dell'uno contro tutti che non ha mai impaurito chi tifa l'aquila sul petto. Mai, né in fondo al precipizio, né sull'estenuante risalita dal baratro. La forza di chi ama questi colori si rinnova sempre. Si nutre e prende energia negli sguardi di chi è lì a soffrire fianco al fianco per gli stessi ideali. Eccola la sintesi di un popolo, banalmente riassunta da penalizzanti etichette e primordiali pregiudizi. Il laziale è amore e appartenenza, ma anche timore innato, frutto di una disarmante consapevolezza. Proprio quella che soffoca l'idea di equità di trattamento.

Chi ama la Lazio, sa che per non soccombere alla morsa comunicativa occorre far bene dentro e fuori dal campo. Ecco i timori che oggi soffiano sul fuoco della protesta. La Lazio sta ripartendo rifondando la squadra. Giovani leve in campo per abbassare la soglia d'età di una delle squadre più vecchie della Serie A e un tecnico in cerca di opportunità in panchina. Gli scarsi investimenti economici irritano e spazientiscono. L'addio di Sarri ha ferito al cuore. L'addio di Tudor ha invece spaventato. Il tecnico croato non ha mai fatto breccia a livello empatico. La sua uscita di scena per un verso percepita come una 'liberazione", per l'altro ha destabilizzato. La direzione intrapresa oggi verso Baroni ha agitato il mare già in burrasca. L'ambiente teme stagioni anonime, figlie di un depotenziamento tecnico innescatosi sull'immediato. Via Anderson e via Luis Alberto, con un Pedro quasi al crepuscolo e un Immobile appannato. Investimenti ridotti, per ripianare una politica sbagliata per anni, che ha ridotto il player trading allo zero. Ora il club riparte da capo. Un nuovo ciclo rimasto sordo alla passione biancoceleste e incurante degli errori inanellati. 

L'irritazione di Sarri non percepita da Lotito lo ha condotto alle dimissioni. La scelta sbagliata di Tudor e la confusione di un passaggio di consegne fra Tare e Fabiani (Lotito nomina Fabiani solo ad agosto dopo oltre due mesi dalle dimissioni dell'ex diesse) hanno completato l'opera. Nessuna scelta di cuore (vedi Nesta o Klose) in panchina, che avrebbe bilanciato almeno parzialmente la ripartenza puntando sull'asse dei sentimenti. Nessuna sirena percepita nel recinto di Formello come grido di allarme. La Lazio di oggi e la sua gente, due rette parallele che non si incontrano mai. Come quando Claudio Lotito accarezza la storia della Lazio per poi tirarla per la giacchetta o come quando i tifosi sognano un colpo a effetto e il club si mostra insensibile. Sogni, promesse e aspettative, che cozzano clamorosamente con il trascorrere del tempo (siamo al ventesimo anno di presidenza). Una stagione culminata con la qualificazione in Europa League e una buona performance in Champions che non sanano però il malcontento. La gente laziale vuole il bene della gente laziale. La gente laziale ha bisogno di essere ascoltata. La gente laziale è la storia di questo club. È ora di tenerne conto, perché la Lazio è solo di chi la ama. 

Pubblicato l'08/06