ESCLUSIVA - Pato Burlone (TyC Sports): "In Argentina Bielsa è amato e odiato. I suoi valori hanno stregato Guardiola!"
Pubblicato il 5/07 alle 14.30

Ne ha fatta di strada Marcelo Bielsa come allenatore. Il tecnico di Rosario vive intensamente, in modo maniacale il suo amore per il mondo del calcio. Ha fatto della sua filosofia uno stile di vita: nessun compromesso. Il 'bielsisimo' lo si deve accettare, bisogna sposarlo totalmente. Chi lo ha vissuto ne è rimasto stregato, ha potuto vedere i suoi aspetti fino in fondo. Newell's Old Boys, Velez, la Nazionale argentina e quella cilena, Espanyol, l'Athletic Bilbao ed l'Olympique Marsiglia sono alcune delle realtà che hanno assaportato il suo modo di lavorare. Ora la Lazio potrà toccare con mano cosa significhi lasciare ad uno come ‘El Loco’ il comando delle operazioni.
"ODI ET AMO" DEL BIELSISMO NELLA SUA ROSARIO - Per ripercorrere le tappe della sua carriera e saperne qualcosa di più, la redazione de Lalaziosiamonoi.it ha contattato in esclusiva il giornalista di TyC Sports (canale sportivo più importante d'Argentina), Pato Burlone, esperto conoscitore proprio del tecnico argentino: “Bielsa è un idolo per metà della città di Rosario che tifa Newell’s Old Boys, per l’altra metà che sostiene il Rosario Central, non è un grande. Nella città argentina si ragiona come a Roma: c’è questa rivalità da derby, tipo Lazio-Roma. Bielsa iniziò la sua carriera come tecnico a 30 anni e abbandonò il calcio giocato per un grave infortunio. Girò per tutta l’Argentina: fece 25.000 km per scovare giovani talenti come Batistuta, Pochettino ed Eduardo Berizzo. Alla sua prima esperienza in panchina - prosegue Burlone - si laureò campione nel campionato giovanile con il Newell’s. In questo modo si è guadagnato il posto in prima squadra. Il primo anno si impose sul River, che era la squadra favorita per il titolo quell'anno. Mentre il secondo anno vinse, sconfiggendo il Boca nella finalissima. Superò il club di Buenos Aires ai rigori in casa loro. Sempre in quella stagione arrivò in finale nella Coppa Libertadores, ma perse contro il San Paolo. Questo lo portò ad essere adorato per il suo modo di giocare: era sempre la sua squadra che comandava il gioco in casa e fuori. Sempre devoto al gioco offensivo. Somiglia a Zeman? Mamma mia (sorride, ndr). Lo stadio del Newell's Old Boys è stato intitolato a Bielsa. Il tecnico rimarrà sempre nel cuore dei tifosi del Newell’s. Una curiosità è che i supporters del club vengono chiamati ‘Lebbrosi’ perché una volta le autorità di Rosario chiamarono le due squadre della città per donare i proventi di una amichevole per i malati di lebbra. Il Newell’s accettò la proposta, il Rosario no".
ESPERIENZE COME CT DI CILE ED ARGENTINA - "In Cile lo amano, dato che ha cambiato la storia della Nazionale. La Roja ha vinto due volte la Coppa America anche grazie a lui. Le ha cambiato mentalità. Le ha inculcato che si può dominare la partita anche fuori casa. Invece in Argentina, Bielsa genera amore e odio. L’eliminazione dal Mondiale del 2002 ancora genera polemiche. Anche perché creò due correnti di pensiero in merito a Batistuta e Crespo. Gli argentini li volevano entrambi in campo, mentre per lui si doveva giocare con il 3-3-1-3 senza sé e senza ma. È andato contro tutta l’opinione pubblica. Lo hanno accusato di essere capriccioso".
MAI SULLA PANCHINA DI UN TOP CLUB EUROPEO - "Bielsa ebbe richieste importanti da top club europei (tra questi anche l'Inter, ndr), ma aveva dato la parola all' Atheltic Bilbao. E Bielsa è una persona che punta molto sui valori, mai avrebbe rimangiato la sua parola. Non è un caso Guardiola lo consideri uno dei tecnici migliori del mondo. Per questo lo volle incontrare in Argentina: pensate che il meeting durò ben 11 ore”
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