ESCLUSIVA - Corradi tra passato e presente: "La mia Lazio era tanta roba! E con un Klose in più..."

82 presenze e 22 gol. È questo il bottino di Bernardo Corradi con la maglia della Lazio. L’attaccante senese, arrivato a Roma agli inizi del settembre 2002 nell’ambito dell’affare Crespo, in maglia biancoceleste è riuscito a compiere il suo definitivo salto di qualità, confermando quanto di buono aveva mostrato con la maglia del Chievo Verona. La sua fu una delle formazioni che più hanno fatto divertire il popolo biancoceleste. Guidata da un Roberto Mancini agli albori della sua carriera, con una squadra di livello assoluto, composta da grandi campioni che insieme facevano scintille. In molti la paragonarono addirittura alla Lazio del 2000, quella del gol di Simeone alla Juventus e della magia di Veròn nel derby. Ed è proprio in quegli anni che Corradi si faceva spazio nel calcio dei grandi, a Cagliari, prossimo avversario della Lazio di Petkovic. Bernardo lasciò la Sardegna dopo un paio di stagioni non esaltanti, ma che gli fecero da apripista per l’avventura venronese. L’ariete toscano, alla Lazio, raccolse la pesante eredità di Hernan Crespo, un campionissimo che segnò una valanga di gol vincendo anche la classifica cannonieri, ma grazie alla sua caparbietà e alla grinta messa in campo, Corradi si è fatto voler bene fin da subito dal popolo laziale, che ancora oggi lo ricorda con affetto. Al termine della sua avventura in biancoceleste, finita a causa del disastro economico in cui versava la società, l’ex numero 8 è riuscito a portare a casa una memorabile Coppa Italia, vinta in una straordinaria doppia finale con la Juventus. In quell’occasione Bernardo lasciò il segno, siglando il gol del 2-1 e facendo partire una rimonta che per molti ormai era impossibile. Oggi, il bomber toscano ha appeso gli scarpini al chiodo, complice un brutto infortunio nella sua ultima avventura canadese, ma è comunque rimasto legato ai colori biancocelesti, di cui ne segue attentatamente le vicende. Alla vigilia della sfida che metterà di fronte due delle sue ex squadre, la redazione de Lalaziosiamonoi.it l'ha contattato in esclusiva, realizzando un'intervista nella quale ha ripercorso la sua storia con l'aquila sul petto.
PETKO vs MANCIO - Come detto, la Lazio di Corradi non era cosa da poco. Erano molti i campioni che ogni domenica regalavano emozioni al popolo dell'Olimpico, vincendo e dominando, termine tanto caro a mister Petko, l'avversario. Qualcuno, dopo le prime uscite della compagine allenata dal tecnico bosniaco, ha paragonato questa alla Lazio dei primi anni 2000, per gioco espresso ed entusiasmo ritrovato, anche se Bernardo non è convinto dell'analogia: "Sai, è difficile far paragoni sia tra giocatore e giocatore che tra annate e annate… E’ normale che una squadra che gioca bene riesce a riportare allo stadio la gente, tanto quanto era abituata ad andarci quando c’ero io. Ricordo però che quando c’ero io, gli abbonati fossero più di quaranta mila… Riuscire a riportare quel numero di persone, ogni domenica, già sarebbe un risultato straordinario e un’ottima base. Far parallelismi e similitudini non è facile… Quella rosa era composta da calciatori che avevano vinto tutto, fatta di molti nazionali… Forse io ero l’unico a non aver vinto niente (ride ndr)! Questa Lazio sta giocando bene e sta portando la gente allo stadio… Questo è poco ma sicuro!" - ha dichiarato la punta senese, elogiando però l'operato della compagine capitolina - "Come giudico il girone d'andata? Assolutamente positivo… Considerando che comunque ha cambiato allenatore alla prima in Italia, ha cambiato qualche calciatore, confermando però chi aveva fatto la differenza lo scorso anno, credo che sia un girone d’andata più che positivo…"
UNA VITTORIA PER CONTINUARE A VOLARE - Klose e compagni hanno raggiunto la sosta natalizia col secondo posto in tasca e la qualificazione ai sedicesimi di Europa League con un turno di anticipo, tanto che nel panorama calcistico tricolore, in molti si cominciano a chiedere se la Lazio sia davvero la famigerata antagonista dei ragazzi di Conte: "Se i biancocelesti sono l'anti-Juve? Io direi che il gruppone che lotta per la Champions League, quello che tira la volata alla Juventus, non dico che sia sullo stesso livello, ma è abbastanza equilibrato all’interno…". Manca un solo turno al giro di boa e la Lazio ospiterà un Cagliari in crisi nera, che naviga nelle zone calde della classifica, ma secondo Corradi non c'è da abbassare la guardia: "Non mi fido del Cagliari, ma soprattutto non mi fido delle gare facili… Una squadra che vuole fare il salto di qualità e vuole raggiungere un traguardo importante come quello della Champions League, deve affrontare il Cagliari come se affrontasse una grande squadra… La differenza tra una grande squadra e una squadra che lo vuole diventare è proprio nell’affrontare le partite con le cosiddette piccole alla stessa maniera con le quali affronta quelle con le grandi" - e se gli si chiede un pronostico - "Non ci azzecco mai! Meglio di no!".
LA BANDA MANCINI - E' arrivato il momento dei ricordi per Corradi, protagonista di due stagioni ad alto livello che gli hanno permesso di diventare grande. Una Coppa Italia, una semifinale in Coppa Uefa e una qualificazione in Champions League sono gli obiettivi che il numero 8 ha raggiunto con l'aquila sul petto. Ma soprattutto tanto lavoro al servizio di una squadra che si divertiva, giocando a pallone: "Un ricordo bello e uno brutto? Sinceramente non ne ho di brutti… Magari qualche derby perso o pareggiato all’ultimo, nel quale si pensava di vincere, ma nemmeno perché poi alla fine sono partite eccezionali con una cornice di pubblico esagerata… Mentre il ricordo più bello è sicuramente la vittoria della Coppa Italia! Soprattutto perché in quegli anni c’era una competizione molto alta… Se si guardano le rose della Juve, della Roma o dell’Inter si capisce che arrivare terzi in quel campionato là e vincere in quegli anni, è tanta roba! Oggi la qualità del campionato si è livellata verso il basso e forse proprio per questo quella vittoria assume ancor più valore…". Una Lazio, quella, che probabilmente ha vinto meno di quanto avrebbe potuto, un po' come accadde per la Lazio anni '90, ma comunque fortissima in ogni ruolo. Ma c'è un calciatore che il bomber ex Chievo "invidia" alla rosa di Petkovic, un campione che, secondo lui, avrebbe fatto la differenza e magari avrebbe portato qualche trofeo in più: "Chi metterei in questa Lazio della mia? Facendo qualche nome si rischia di imputare qualcosa ad un reparto piuttosto che ad un altro… Ripeto che in quella Lazio, chi prendevi, prendevi, era un calciatore che aveva vinto qualcosa e faceva parte della nazionale del proprio paese… Se invece dovessi fare un nome, porterei Klose in quella Lazio là e forse avremmo vinto qualcosa in più!"
I LOVE CANADA - Nell'ultima stagione, Bernardo ha deciso di cambiare. Ha lasciato il Belpaese alla volta dell'America del Nord e si è accasato ai Montreal Impact. La punta senese fa il suo debutto in Major League il 17 marzo contro i Chicago Fire, ma è contro i Dallas che Corradi gonfia la rete per la prima volta, dedicando il gol a Piermario Morosini, da poco tragicamente scomparso. Tutto filava liscio, fino a quando la sfortuna non ha deciso di mettersi di traverso e l'ex Lazio ha dovuto fermare la sua corsa a causa della rottura del legamento crociato del ginoccio: "Quali sono le differenza maggiori col nostro calcio? Ci sono differenze enormi, perché quello è un calcio “in via di sviluppo”… Lì però ci sono gli stadi di proprietà ed è qualcosa che a noi manca e sono davanti a noi… Lì si vive lo sport in maniera molto rilassata e lo prendono come uno spettacolo, quindi andare a vedere una partita di calcio è come andare a vedere una partita di basket o di qualunque altro sport… Capita spesso che addirittura durante il primo tempo, l’allenatore rilascia interviste alla tv o capita di veder arrivare gente dopo 15 minuti dall’inizio e andarsene nel momento di un’azione importante… C’è sicuramente meno pressione e si vive più come spettacolo". L'ultima battuta, il bomber l'ha dedicata, svelandoci i suoi progetti futuri, dal momento che ha scelto di abbandonare il calcio giocato in favore di una nuova esperienza: "Adesso mi godo la famiglia e farò qualche aggiornamento! Ho fatto il corso di allenatore insieme a Beppe Favalli e forse a giugno farò quello di seconda… Comunque mi prendo questi mesi con calma, dal momento che sono stato in Canada quattro mesi e devo recuperare!"