Il prof. Segnalini avverte Baldini: "Allenarsi con un occhio coperto? Più rischi che benefici"

17.10.2025 11:30 di  Christian Gugliotta   vedi letture
Il prof. Segnalini avverte Baldini: "Allenarsi con un occhio coperto? Più rischi che benefici"

In collegamento ai microfoni di Radio Laziale è intervenuto il professor Alessandro Segnalini, ortottista e docente presso l'Università La Sapienza di Roma e presso la Scuola dello Sport e Salute. Da massimo esperto di visual training e consulente di diverse federazioni e società  per il potenziamento delle abilità visive negli atleti, Segnalini ha parlato dell'importanza della visione nello sport, soffermandosi anche sulla pratica, adottata dall'allenatore dell'Italia U21 Silvio Baldini, di far allenare i calciatori con un occhio bendato.

“Il calcio sappiamo che è uno sport dinamico, in cui le immagini raramente sono ferme; quindi, va a coinvolgere diverse abilità visive. In questo caso, si va ad occludere un occhio, interrompendo la visione binoculare e quella tridimensionale, andando anche a ridurre il campo visivo. Questi tre fattori sono determinanti per un calciatore. Questo tipo di allenamento non è nuovo e lo stesso Baldini lo aveva già proposto. Oggi ci sono dei metodi che vanno a potenziare questi sistemi con degli esercizi. Non so se la Nazionale possiede un vision trainer che si occupa della visione degli atleti, visto che molte squadre ormai lo hanno, ma così c’è un rischio. Prima di effettuare questo tipo di allenamento gli atleti devono sottoporsi ad una valutazione della motilità oculare. Questo perché, se un atleta ha una predisposizione ad avere una deviazione oculare, occludendo un occhio si può scompensare e può creare una visione doppia. Non so quale potrebbe essere l’efficacia di uno o due allenamenti così, sono più i rischi dei benefici”.

“Qualsiasi esperto di visione sconsiglierebbe l’interruzione della visione binoculare, perché questa va potenziata. Noi siamo progettati per vedere con due occhi, se andiamo a occludere un occhio si possono creare anche delle alterazioni posturali. Ci sono tecniche per potenziare il campo visivo periferico e diversi studi a riguardo, ma tutti sono indirizzati al potenziamento delle abilità visive del calciatore, ma tutti in binoculare”.

“Adesso anche in Italia dei club professionistici iniziano a capire l’importanza di una buona vista nello sport e stanno iniziando ad avvicinarsi, anche delle squadre di Serie A. Qualche anno fa anche Lotito si era interessato a questa cosa, già quando c’era Marchetti in porta. Poi non è andata a buon fine, ma l’interesse già c’era stato”.

“L’applicazione al calcio avviene attraverso dei test che si fanno agli atleti, in cui di individuano eventuali carenze delle abilità visive. Si va così a intervenire con dei programmi personalizzati per il potenziamento di queste abilità, che possono portare ad una diminuzione dei tempi di reazione e a un potenziamento del campo visivo periferico”.

“Queste tecniche partono da una riabilitazione visiva di pazienti ipovedenti, ai quali diamo un miglioramento del loro residuo visivo. Queste poi sono state modificate e adattate per gli atleti d’élite”.