Lazio, Sarri in conferenza stampa prima dell'Inter: le sue parole
Giorno di vigilia di Inter - Lazio. Alle 12:15 il tecnico biancoceleste Maurizio Sarri interviene in conferenza stampa per presentare la partita, in programma domenica 9 novembre alle 20:45 a San Siro. Di seguito le sue parole.
Considera l’Inter la squadra più forte del campionato come rosa? La Lazio che ha battuto la Juventus può essere sufficiente anche per fare bene a San Siro?
“L’Inter insieme al Napoli è la rosa più forte del campionato, ma anche in Europa. Per noi è una partita molto difficile, negli ultimi il gap con queste squadre si è ampliato. Al di là del rischio di questa partita, noi dobbiamo guardare anche all’opportunità che ci offre. Sappiamo tutti che sarà durissima anche se ci esprimiamo al massimo. Andiamo col coltello fra i denti e proviamo a cogliere l’occasione”.
Come sta Romagnoli?
“Romagnoli ha fatto l’allenamento stamattina, sta abbastanza bene. Vediamo come si sveglia domani mattina e decidiamo insieme a lui”.
A che punto è il suo lavoro?
“I percorsi di costruzione non sono lineari, ci sono dei passi falsi. L’importante è che si tocchino sempre dei livelli non toccati prima. Stiamo facendo dei passi in avanti soprattutto a livello di mentalità, di come la squadra riesce a porsi nei confronti delle partite. Spero ancora ci siano altri margini”.
Cancellieri può fare il centravanti?
“Vediamo. Le sue caratteristiche si sono delineate molto negli ultimi tre anni, può fare il centravanti in una partita di ripartenza”.
Come ha visto Dia? Noslin avrà una possibilità?
“Dia sento che è molto criticato, ma non posso attaccare un giocatore per delle partite con poche qualità, perché non ha fatto mancare niente alla squadra. Dai centravanti poi si aspettano i gol, ma lui non ci sta facendo mancare niente. È da apprezzare. Speriamo che cresca perché ha le qualità per fare bene in fase offensiva. Noslin è un giocatore non strutturato, con lui è difficile capire la soluzione ideale. Ha caratteristiche da esterno, da centravanti e da seconda punta, non è facile inquadrarlo. Se ci continuano a mancare così tanti giocatori arriverà anche il suo momento (ride, ndr.)”.
Si aspettava questo percorso da Chivu?
“È un allenatore che sta venendo fuori ora, valutarlo in tre mesi è difficile. Ha le caratteristiche per diventare un allenatore di alto livello. A me piacciono più i percorsi di chi fa tante presenze in campionati inferiori, ma Chivu ha grande impatto. Mi ha fatto impressione”.
Cosa rappresentano le 148 panchine con la Lazio?
“Fino a questo momento niente. Sono numeri importanti che mi fa piacere mettere insieme con una squadra a cui voglio bene e con cui ho rapporto affettivo forte. È importante per questo, non tanto a livello professionale”.
La Lazio sta mancando sui piazzati…
“Ora mancano ancora di più rispetto all'anno scorso. Stanno mancando i tempi e a staccare. La zona di caduta della palla non è eccezionale, stiamo facendo male su quest’aspetto. È difficile da risolvere”.
La rosa sembra essere più forte della considerazione iniziale?
“Essere tosti per un mese riesce a tutti, per tre, sei mesi o un anno a pochi. Noi siamo stati tosti per un mese, vediamo se ce la facciamo per tre o sei. Sono tutte considerazioni premature, sei partite in un campionato sono il 5%. È preso per dirlo, la considerazione iniziale era che la Lazio era fuori dall’Europa e che molte squadre dietro si erano rinforzate. C’era il rischio di cadere molto in basso".
Come valuta fin qui il percorso di Provstgaard?
“Ha delle qualità, soprattutto ha un’applicazione feroce. Ha potenziale tirato fuori solo in parte, con quel carattere lì sicuramente riuscirà a tirarlo fuori. Non ha ancora l’esperienza di Romagnoli, ma secondo me diventerà un giocatore importante in Serie A.”.
La partita di domani è un banco di prova per capire dove può arrivare la Lazio?
"Questa Lazio quest'anno non può arrivare da nessuna parte. Se pensiamo di giocare alla pari con l'Inter? No. Se facciamo risultato domani andiamo oltre la logica. Dobbiamo andare a San Siro con le motivazioni che ci devono sempre essere di default e con umiltà che dovrebbe essere automatica, perché loro sono più forti di noi. Va aggiunta poi la testa e la convinzione. Non si fa la facciata, quello si fa con i giornalisti. Noi dobbiamo avere la convinzione vera di 25 giocatori folli disposti a morire in campo per fare risultato. Loro sono nettamente più forti di noi".
Sta ragionando sul futuro? Soprattutto sui giocatori in scadenza...
"Se la società mi dice se il mercato è aperto o no, allora si faranno i rinnovi. Chiama il presidente e senti. Ci sono tanti giocatori vicini alla scadenza che sarebbero da rinnovare, a meno che la società non abbia cento milioni da spendere per comprare altri giocatori. Per il resto parlate con Fabiani. Non mi chiedete nemmeno degli infortunati che non faccio il medico".
A che punto è Isaksen?
"Nelle ultime tre partite si sono viste due/tre versioni di Isaksen di livello. La gara di Pisa fa parte dell'evoluzione normale di questo ragazzo dopo che ha sparato in quella con la Juventus. Ci aspettiamo una crescita più costante. Ha potenzialità, vediamo se riesce a tirarle fuori fino in fondo".
