Lazio | Sarri e quel messaggio alla squadra: "Una sfida per tutti"

RASSEGNA STAMPA - Nessuno più di Sarri ha voglia di campo, di 4-3-3, di partite, di bel gioco dopo un'estate "serrata", senza mercato. È il momento di sfogare tutto, ha voglia di soddisfare le curiosità minime di chi vive il calcio. Nessuno più di lui, prosegue il Corriere dello Sport, ha voglia di capire se questa vecchia Lazio può funzionare quanto una nuova. Se Dele-Bashiru può essere mezzala e Tavares tornare re degli assist. Se Taty e Dia, soprattutto, possono trasformarsi in uomini-gol. E dopo si può arrivare ripartendo dal settimo posto dell'anno scorso.
L'unica certezza è proprio lui, Sarri, tornato dopo un anno e mezzo. Sono trascorsi 531 giorni dal regno interrotto del marzo 2024 al regno riottenuto a giugno. È tornato per difendere maglia e orgoglio con la solita carica, il solito fuoco. É tornato per un nuovo miracolo. "I due più grandi sono lo scudetto con la Juve, a ciclo finito, e il secondo posto con la Lazio. Più del secondo col Napoli, che era una squadra forte", le sue parole nelle prime interviste da nuovo allenatore della Lazio.
Dal primo giorno, poi, ha lanciato chiari segnali alla squadra. "Siamo questi, niente alibi", ha spiegato. Negli ultimi giorni è tornato nuovamente alla carica: "Questa è la nostra sfida", riferito a ciò che è successo. Nel pre-campionato ha alternato ogni giocatore, ha dato chance per testarli e, soprattutto, garantirsi alternative. Parte senza Romagnoli, Isaksen, Vecino, Patric e Gigot. Ha sperimentato la coppia Gila-Provstgaard e spera regga contro il Como del royal baby Fabregas.
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