IL PRECEDENTE - 1, 2 e... 3! Il ritornello di Sinisa Mihajlovic, campionissimo delle punizioni

22.04.2018 09:15 di Alessandro Menghi Twitter:    vedi letture
Fonte: Alessandro Menghi - Lalaziosiamonoi.it
IL PRECEDENTE - 1, 2 e... 3! Il ritornello di Sinisa Mihajlovic, campionissimo delle punizioni

Con la metafora dei corridori all’ultima salita, Simone Inzaghi ha presentato la sfida con la Sampdoria. É proprio così, Lazio, Roma e Inter assomigliano a tre che non mollano e che sgomitano per arrivare primi al traguardo della Champions League. Per i biancocelesti il prossimo ostacolo è rappresentato dai blucerchiati allenati da Giampaolo, oggi in panchina per i liguri. Nel 1998, invece, c’era Spalletti e la Samp guardava ammirata le prodezze di un suo vecchio campione.

SINISA, PARTE 1 - Quel campione si chiama Sinisa Mihajlovic, ex di turno durante Lazio-Sampdoria andato in scena all’Olimpico il 13 dicembre 1998. Era la 13esima giornata di Serie A e poco prima che inizi lo show del serbo, Roberto Mancini viene premiato per la sua 500esima partita nella massima serie. Una festa che ne anticipa un’altra, quella della Lazio e di Mihajlovic. Dopo 4’ ecco una punizione dai 25 metri, l’ideale per scaldare il piede del difensore laziale. Ma sul punto di battuta va Stankovic e il suo destro è parato in tuffo da Ferron. Né il centrocampista né tantomeno il portiere blucerchiato sanno che quello sarebbe stato solamente un gentile omaggio dello specialista, generoso nel non intromettersi. Di lì in poi quei palloni saranno esclusiva competenza del mancino più micidiale di sempre. Dopo qualche sterile tentativo della formazione allenata da Eriksson, Mihajlovic calamita su di sé l’attenzione di tutto lo stadio. Al 28’ Collina fischia un’altra punizione, questa volta poco fuori la lunetta. Sinisia sistema il pallone e, grazie anche ad una deviazione di Palmieri, batte Ferron. Esultanza coi compagni e abbraccio con mister Eriksson. E uno

SINISA, PARTE 2 - La Samp riesce a trovare il pareggio poco dopo su rigore: l'intervento scriteriato e fuori tempo di Pancaro permette a Palmieri di battere Marchegiani (38’). Sul finire del primo tempo, lo spunto di De La Pena obbliga l’arbitro a decretare il terzo calcio di punizione da posizione interessante. L’incaricato, neanche a dirlo, è Mihajlovic. Sembra di rivedere il film di poco prima: qualche passo di rincorsa, le braccia che assecondano il movimento del corpo e sinistro letale sopra la barriera che non dà scampo a Ferron. Esultanza coi compagni e abbraccio con mister Eriksson. E due.

SINISA, PARTE 3 - Terminano così i primi 45’, con la Lazio in vantaggio sulla Sampdoria grazie a due perle dell’11 biancoceleste. All’intervallo qualche scambio di battute tra Collina e Pancaro, poi si riparte. Balleri, incuneatosi in area, non inquadra la porta ostacolato da Nesta. Poi il solito ritornello: punizione dai 25 metri, c’è ovviamente Mihajlovic sul punto di battuta. Nello sguardo di Ferron si rileva una paura profonda, sa già a cosa sta andando incontro. Classica sequenza di passi prima del colpo di interno collo a giro sul pallone: si può solo ammirare ed applaudire la terza gemma dell’ex Stella Rossa. Esultanza coi compagni e abbraccio con mister Eriksson. E tre. Potremmo raccontare la doppietta di Palmieri che accorcia le distanze (sempre su rigore) e i gol di Stankovic e Salas per il 5-2 finale. Sì, potremmo. Ma di quel pomeriggio la gente laziale ricorda le prodezze di un solo campione: Sinisa Mihajlovic.