Calori: "Scudetto? La Lazio se la può giocare. Il mio gol alla Juventus..."

In esclusiva ai microfoni de Lalaziosiamonoi.it Alessandro Calori, colui che con il suo gol alla Juventus regalò lo scudetto alla Lazio nel 2000
11.01.2020 14:01 di  Alessandro Vittori  Twitter:    vedi letture
Fonte: Alessandro Vittori - Lalaziosiamonoi.it
Calori: "Scudetto? La Lazio se la può giocare. Il mio gol alla Juventus..."

Nella settimana in cui la Lazio ha compiuto 120 anni non poteva mancare l'intervista a un personaggio entrato di diritto nella storia biancoceleste. Pur senza militare mai nella squadra capitolina, il suo gol in Perugia - Juventus del 14 maggio 2000 ha regalato il secondo scudetto. Ai microfoni de Lalaziosiamonoi.it ha parlato in esclusiva Alessandro Calori.

Lei fa parte della storia della Lazio, cosa si prova?

"Quel gol alla Juventus mi viene ricordato continuamente. È stata una cosa storica, anche io lo ricorderò sempre. I tifosi della Lazio lo esaltano perché hanno indirettamente usufruito della possibilità di vincere uno scudetto con quella rete. Ormai sono passati 20 anni eppure mi viene ricordato sempre. I tifosi mi dimostrano tutto il loro affetto, mi chiamano per ogni ricorrenza. Anche in questi giorni ho ricevuto telefonate, immagino il 14 maggio cosa possa succedere. Quel gol per me è un'etichetta che mi tengo volentieri".

La Lazio può giocarsi lo scudetto fino alla fine con Juventus e Inter?

"La Lazio sta raccogliendo il frutto di un lavoro lungo, che parte da lontano. La programmazione sia societaria che dell'allenatore ha permesso di mettere insieme una squadra che è forte, lo sta dimostrando, sta prendendo consapevolezza. Ora c'è l'ultimo scalino da superare, quello di saper reggere le pressioni che da ora alla fine dell'anno. Se vogliono vincere devono farlo con personalità, con molta continuità perché puoi sbagliare molto meno. Quando non sei abituato a volte è più difficile. Tecnicamente per come è strutturata la Lazio se la può giocare fino alla fine".

Quanto incidono nella crescita le vittorie contro la Juventus?

"Tantissimo, perché danno consapevolezza. Fanno capire che tutto è possibile per chi ci crede. Fino a poco tempo fa la Juventus era la squadra irraggiungibile, adesso sia l'Inter che la Lazio sono vicine. Hanno capito che se la possono giocare, però è qui che scatta la differenza. Bisogna avere la continuità fino alla fine, non basta metà campionato. La Lazio credo che abbia delle potenzialità tecniche e un gioco tali da poter tentare".

Che spiegazione dà alle tante vittorie nel recupero?

"È un fatto di convinzione, crederci fino alla fine, avere voglia di portare a casa il risultato. Questi sono gli ingredienti che fanno fare un salto di qualità. Una volta è casuale, due volte pure, ma quando cominciano a essere cinque o sei vuol dire che alla fine stai meglio degli altrie alla fine viene viene fuori e porti a casa le partite. Questa è una dote, non una casualità".

Chi ritiene favorita per lo scudetto?

"Come favorita senza dubbio, per rosa, qualità, organico, la Juventus è ancora superiore alle altre. Però l'Inter ha Conte che la sta facendo rendere più del cento per cento e se la sta giocando, la Lazio ha dimostrato che la Juventus è battibile. Sono vicine però organicamente i bianconeri hanno qualcosa in più".

Acerbi secondo lei merita la maglia da titolare dell'Italia?

"Senza dubbio. Adesso che manca Chiellini è il sostituto più affidabile. È un leader, ha l'esperienze e la consapevolezza, avendo fatto un percorso come giocatore veramente enorme. Qualche anno fa non era come oggi, è cresciuto tantissimo. Al Milan per esempio non fece benissimo. Alcune vicende l'hanno cambiato, è cambiato il modo di essere e quello che sta facendo se lo merita tutto. Quindi il miglior sostituto di Chiellini è lui".

Per Immobile invece parlano i numeri...

"Non è su questi livelli da una stagione, i numeri parlano per lui. Immobile è un attaccante che quando gioca da solo davanti come riferimento rende al massimo. Ogni volta che gioca con un altro attaccante fa un pochino più fatica. Sa attaccare la profonità, aiuta la squadra, ripete spesso le accelerazioni, è resistente, in quel sistema di gioco si sente protagonista e lo sta dimostrando. Uno che fa 19 gol in 17 partitec'è solo da dirgli bravo, e non è casuale la cosa. Sono anni, da quando è tornato da Dortmund e Siviglia, che sta facendo i numeri. È un centravanti che ha acquisito la consapevolezza di chi è e viene messo dal contesto della squadra in condizione di esprimere le sue qualità. Ha Luis Alberto che fa assist, i cross dall'esterno, ha Milinkovic e Correa a sua disposizione".

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