Lazio, Sarri pronto a cambiare modulo: è la prima volta dopo 525 partite

RASSEGNA STAMPA - Difesa a quattro, un regista, due mezzali e un tridente plasmato in base alla rosa: pochi concetti chiari che hanno sempre definito lo stile di Maurizio Sarri. Una filosofia raramente abbandonata, se non in casi di emergenza, come raccontano i numeri riportati dal Corriere dello Sport: 525 partite consecutive tra Empoli, Napoli, Chelsea, Juventus e Lazio con questa ossatura tattica. È da qui che nasce il “sarrismo”, sinonimo di calcio offensivo e organizzato. Oggi però le circostanze lo spingono a valutare deroghe importanti: un 4-4-2 o, più probabilmente, un 4-2-3-1.
Per ritrovare un Sarri disposto a rinunciare al regista, bisogna tornare al suo primo anno all’Empoli (2012-2013), quando nelle prime undici gare sperimentò diversi sistemi prima di approdare al 4-3-1-2, punto di svolta della sua carriera. Da lì il passaggio al Napoli, dove il 4-3-3 divenne marchio di fabbrica, capace di entusiasmare con triangoli stretti, catene laterali e gioco rapido. Quel modello lo portò fino al Chelsea, coronato dal successo in Europa League.
Alla Juventus tentò di riproporre il 4-3-1-2, salvo tornare presto al 4-3-3, lo stesso che poi ha consolidato alla Lazio. Qui ha ottenuto un secondo posto e tentato di dare una nuova identità alla squadra, senza mai cambiare spartito di base. Ora, con il centrocampo ridotto, valuta un doppio schermo davanti alla difesa per liberare trequartista e ali. Una scelta già provata in corsa, ma che dal primo minuto sarebbe una rottura con tredici anni di tradizione. Proprio questa necessità, però, potrebbe ridare slancio a una Lazio in cerca di identità e risultati.