Amarcord: Carlo Cudicini e 3 minuti per entrare nel cuore dei tifosi

La Lazio che nasce nell’estate del 1996 sembra ancora più votata all’attacco delle due precedenti con l’acquisto di Igor Protti dal Bari, capocannoniere insieme a Signori (24 reti a testa) nel 1995/96. Lo stesso Protti, per la partita con il Cagliari sfoggerà le sue nuovissime Pantofola d’Oro bianche e azzurre. Gli scarpini colorati cominciavano ad andare di moda dopo che Weah aveva esibito senza pudore quelli rossi l’anno prima. La Lazio arrivava all’appuntamento con il Cagliari con 1 sola vittoria, 2 pareggi e 2 sconfitte all’attivo. E soprattutto aveva segnato poco (solo 3 centri), indizio da non sottovalutare. Quella macchina da gol non si riconosceva più. Che le cose fossero cambiate lo confermò Nedved (stella in luce ad Euro ’96) al 22’: primo gol in A con bordata all’incrocio alla destra di Pascolo (portiere della nazionale svizzera agli europei), sotto la Nord. I tiri dalla distanza, infatti, erano esplicitamente proibiti da Zeman fino all’anno prima. Ma Pavel ricevette il permesso di tirare da lontano: «Zeman mi ha autorizzato a cercare la rete da lontano. E io ci provo».
Ma prima ancora, un episodio chiave rischiava di compromettere la gara: al 4’ Marchegiani si faceva espellere toccando il pallone fuori dall’area nel tentativo di anticipare Dario Silva, lanciato da O’Neill. Così toccava a Carlo Cudicini, figlio di Fabio, storico Ragno Nero, esordire a 23 anni in serie A. Due interventi autorevoli e una gara di personalità.
Al Cagliari viene annullato un gol regolare al 32’ con Fuser che respinge al di là della linea il colpo di testa ben piazzato da Vega (anche lui nazionale svizzero). Ad inizio ripresa Signori raddoppia dopo un’insistita serpentina da metà campo. Al 54’ Protti colpisce il palo, e lo stesso Signori la traversa sulla ribattuta, altro segno di una stagione nata male (a Firenze, 7 giorni prima, Chamot si era rotto il braccio). Ma non finisce qui. Al 77’ Banchelli riapre la gara e 10 minuti dopo Cudicini cade male nel tentativo di anticipare Bisoli: si rompe il legamento crociato destro. Protti o Gottardi sono pronti a sostituirlo (la Lazio ha infatti esaurito i cambi): il Cagliari, d’altronde, nel finale gioca con ben 4 punte, è in superiorità numerica e sotto di un solo gol. Ma lui resta in porta e a fine partita dirà: «Sono voluto restare in campo. È questo il mio carattere. Nei momenti difficili non mi tiro mai indietro. HO DECISO DI SOFFRIRE, NON POTEVO ABBANDONARE LA LAZIO. Gli ultimi 3 minuti sono stati lunghissimi, non passavano mai». C’è chi non riesce a conquistare il cuore della gente laziale con anni di militanza. E chi invece con 3 minuti entra per sempre nel cuore dei tifosi.
20/10/1996 – Campionato di Serie A 1996/97
LAZIO (4-3-3): Marchegiani; Gottardi, Negro, Fish, Favalli; Fuser, Marcolin, Nedved (86' Baronio); Signori (88' Franceschini), Casiraghi (4' Cudicini), Protti.
A disp.: Piovanelli, Bellé, Rambaudi
All. Zeman
CAGLIARI (5-4-1): Pascolo; Pancaro, Grassadonia, Vega, Villa, Bettarini (46' Banchelli); Sanna (46' Cozza), Loenstrup, O'Neill, Bisoli; Dario Silva (68' Muzzi).
A disp.: Abate, Tinkler, Scugugia, Bressan
All. Perez
Arbitro: Bolognino di Milano
Marcatori: 22' Nedved, 49' Signori; 77' Banchelli
Spettatori: 35.215
Ammoniti: Marcolin, Cudicini (L); Vega, Grassadonia, Villa (C)
Espulsi: 4' Marchegiani
Angoli: Lazio 8 - Cagliari 12