La goliardia di Montesano: "Lazio deriva da Latior che vuol dire il più forte... Spero che Reja indovini la formazione e che la squadra sia audace"

14.10.2011 07:26 di  Marco Valerio Bava   vedi letture
Fonte: lalaziosiamonoi.it
La goliardia di Montesano: "Lazio deriva da Latior che vuol dire il più forte... Spero che Reja indovini la formazione e che la squadra sia audace"

Simpatia dilagante, è una colonna della comicità italiana. Enrico Montesano è uno attore con la A maiuscola. Di quelli che ormai se ne vedono pochi in televisione, al cinema e forse anche a teatro. Ma Montesano è anche un Laziale doc. Uno biancoceleste purosangue. “Una volta segnai su punizione al derby del cuore, vincemmo 4-2, impazzii, andai sotto la Nord”. Sotto la curva, come se fosse un derby reale e quella punizione valesse tre punti e la supremazia cittadina. Domenica c’è la vera stracittadina, quella che chiude lo stomaco e fa tremare le gambe. Montesano la butta sulla storia. “Il derby è una costola del calcio biancoceleste, nasce così. Negli anni si sono diffuse storie errate, caduche.  Perché non vi siete chiamati Roma, ci chiedono. Io dico sempre che Enea era della Lazio, ai tempi del “Latium Vetus” Roma non c’era, c’era il Lazio che è grande e comprende tutto, anche Roma”. Lezione di storia sì, un po’ scanzonata però. “Noi laziali siamo figli di Troia, con la T maiuscola! E a Roma è meglio essere figli di quella con la T maiuscola, anziché figli di un’altra cosa… (ride ndr). A parte gli scherzi, il derby si vive con emozione.  Latior significa più forte. Se gridiamo “Latior, Latior”, si sente Lazio e vor dì che semo più forti! Ecco vaglielo a spiegare. Il primo derby fu Lazio-Virtus, questo deve rafforzare la nostra fede. La Lazio venne fondata da giovani diplomati e laureati, erano idealisti, agli inizi del ‘900 non era cosa comune”. Gli ultimi derby, però, non hanno sorriso alla Lazio. “Li abbiamo giocati bene – ha spiegato l’attore in un’intervista al Corriere dello Sport, a firma Daniele Rindone- , però abbiamo perso. Forse perché lo affrontiamo col timore che ci possa dire male. Andiamo lì pensando che non ce dica niente e poi vediamo…”. L’emotività, nel calcio come a teatro può giocare brutti scherzi. “Forse hanno sentito troppo la gara ultimamente. Ma penso che stavolta non accadrà. Klose e Cisse sono esperti, la Lazio dovrà giocare e divertirsi e spero che Reja azzecchi la formazione”. Già, Reja proprio lui al centro dell’attenzione. “Spero sia rapido nel leggere la partita. Da tifoso vorrei si spingesse un po’ sull’acceleratore , dobbiamo essere audaci”. Non teme romanisti. “Osvaldo? E’ simpatico, è un nome romano.  Nel rione Monti, da mia nonna, c’era un Osvaldo. Gli dicevamo “Osvà, annamo ar cinema Cristallo…”. Goliardia, questa sì, romana e biancoceleste.