Lazio, la rivincita di Tare e quella profezia ai tempi di Pioli

"Tra due o tre anni lotteremo per lo Scudetto". Era stato troppo ottimista, ma oggi la Lazio c'è. Igli Tare non si sbagliava. Nel 2015, con Pioli in panchina, il direttore sportivo dei capitolini era certo che quel gruppo avrebbe fatto quel salto in avanti per diventare una grandissima. L'albanese era sicuro che quella che stava costruendo era una squadra forte, determinata, matura al punto giusto per puntare al titolo. Una rosa costruita tassello dopo tassello, con qualche errore e qualche giocatore forse giudicato troppo presto, ma che nel tempo ha saputo prendersi le proprie rivincite. Il diesse biancoceleste ha saputo tenere botta e insistere per le proprie idee che lo hanno portato dove osano le aquile. Come sottolinea l'edizione odierna de Il Messaggero, le intuizioni su Milinkovic, Lucas Leiva e Luis Alberto sono solo alcuni dei passi fatti. Non va dimenticata la valorizzazione di Strakosha e Luiz Felipe, oppure l'aver fatto apprezzare a Inzaghi due suoi pallini come Correa e Caicedo. Il direttore, poi, ha ascoltato il proprio mister e puntato deciso su Immobile, Acerbi e Lazzari. Insomma tanti mattoncini che hanno costruito un mosaico splendido. In passato sono stati commessi degli errori, ma in questi magici mesi tutto si è incastrato alla perfezione. Cinque anni fa Tare era stato profetico e in tanti avevano sorriso, ma oggi non rimane che dargli ragione.
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