Politica / Processo Cucchi, il pm chiede 18 anni: "Depistaggi da horror"

Sono arrivate le richieste di condanna nell'ultimo giorno di requisitoria nell'aula bunker di Rebibbia del pm Giovanni Musarò nel processo bis per la morte di Stefano Cucchi. Diciotto gli anni di condanna per i due autori del pestaggio, indicati da un loro collega a nove anni di distanza. Il pm ha specificato: "Non è un processo all'Arma dei carabinieri anche se nella vicenda Cucchi i depistaggi hanno toccato picchi da film dell'orrore. Questo è un processo contro cinque esponenti dell'Arma dei Carabinieri che come altri esponenti dell'Arma oggi imputati in altro procedimento penale, violarono il giuramento di fedeltà alle leggi e alla Costituzione, tradendo innanzitutto l'Istituzione di cui facevano e fanno parte".
"La responsabilità è stata scientificamente indirizzata verso tre agenti della polizia penitenziaria, ma il depistaggio ha riguardato anche un ministro della Repubblica che è andato in Senato e ha dichiarato il falso davanti a tutto il Paese". Si tratta di Angelino Alfano che martedì 3 novembre 2009 in Senato venne chiamato a riferire sulle circostanze della morte del giovane. “Un pestaggio violentissimo in uno stato di minorata difesa. Sono due le persone che lo aggrediscono. Colpito quando era già a terra con calci in faccia, di questo stiamo parlando. La minorata difesa deriva dal suo stato di magrezza".
"Stefano era magro, era sottopeso, pesava circa 43 kg perché aveva la necessità di stare sotto i 44 kg dato che doveva combattere nei pesi 'super mosca'. Non era una magrezza patologica. Sul tavolo dell'obitorio invece pesava 37 kg. Perché perse 6 kg in 6 giorni? Perché durante la degenza al Pertini non si alimentava a causa del trauma subito. Si è speculato sulla sua magrezza. Nel comportamento di Cucchi all'ospedale vi era un atteggiamento di chiusura, chiarissimo sintomo da 'disturbo post traumatico da stress' a causa del pestaggio subito, come dichiarato dal professore Vigevano. Cucchi rifiutava le cure e prendeva le medicine solo quando venivano aperte davanti".
"Venne fatto passare per un sieropositivo e tossicodipendente in fase avanzata, nulla era vero. Stefano Cucchi stava bene prima del pestaggio, ma altro venne fatto credere al Paese, insieme alle accuse agli agenti della polizia penitenziaria".