Lazio, i cinquant'anni dei baby d'oro: "Rosa straordinaria, un'emozione enorme rivedersi"

RASSEGNA STAMPA - Mezzo secolo dopo, la memoria è ancora viva. I protagonisti dello Scudetto Primavera 1975-76 della Lazio si sono ritrovati a Frascati per celebrare i 50 anni di quel trionfo, con la guida allora di Paolo Carosi: "Eravamo una rosa straordinaria. Ogni volta che ci rivediamo è un’emozione enorme", racconta Lionello Manfredonia al Corriere dello Sport.
La giornata si è aperta con una messa alla Chiesa di Santa Maria in Vivaio, in ricordo di Sergio Guenza e Roberto Clagluna, e si è chiusa con una cena all’osteria Cantina Ceccarelli, organizzata dall’ex capitano Giancarlo Ceccarelli. "Giordano era già un fenomeno, lo conoscevo dagli Allievi e segnava a raffica", ha ricordato Manfredonia. Proprio l’attaccante, nella finale d’andata contro la Juventus, firmò una doppietta nel 4-1 (le altre reti di Apuzzo), preludio al tricolore conquistato al ritorno. "Bruno scherza spesso, dice che quelli furono gli ultimi gol della sua carriera", ha aggiunto sorridendo.
Quella squadra aprì la strada a tanti talenti: oltre a Giordano e Manfredonia, anche Montesi e Agostinelli. "Carosi era come un padre, riusciva a gestirci nonostante il nostro carattere". ha ricordato quest’ultimo. Non sono mancati i riferimenti all’attualità: "La rosa è la stessa, è cambiato solo l’allenatore. Vedremo se a gennaio serviranno rinforzi", il parere di Manfredonia. Su Sarri nessun dubbio: "È la vera garanzia dei laziali, l’uomo giusto per unire società e tifosi".