Arbitri e Var, la non uniformità punisce sempre la Lazio: gli episodi a confronto
Un avvio di campionato da incubo, solo così si può definire il rapporto tra la Lazio e gli arbitri in queste prime otto giornate di Serie A. A Torino, contro la Juventus, è andato in scena un altro capitolo di una saga che sta assumendo i contorni dell’horror per Baroni. Già perché gli errori di arbitri e addetti al Var sono ormai a cadenza costante e incidono sulla classifica biancoceleste. A Udine il primo « fattaccio » con l’assistente di Doveri, Garzelli, che sbandiera fuorigioco sul cross di Thauvin per Lucca, autore dell’1-0. La segnalazione del guardalinee manda fuori giri Casale e Romagnoli e permette all’attaccante friulano di far gol senza problemi. A Firenze, il 22 settembre, la Lazio cade ancora in trasfera, finisce 2-1 per la squadra di Palladino, grazie al rigore trasformato da Gudmunsson al 90’. Rigore concesso dopo On Field Review dall’arbitro Marcenaro, richiamato dal Var Abisso, per uno step on foot di Tavares su Dodò. Il brasiliano crossa, la palla spiove in area di rigore e Tavares dopo aver cercato di intercettare il traversone sullo slancio colpisce l’avversario.
DIFFORMITÀ - Rigore che può starci da regolamento? Secondo Rocchi sì, ma allora viene da chiedersi perché in Milan-Udinese dell’ultimo turno di campionato, non sia stato sanzionato Pavlovic per l’intervento su Kabasele: il giocatore bianconero calcia male, sbuccia il pallone in area di rigore e manda fuori tempo il difensore milanista che in scivolata frana su di lui. Arbitro che fa proseguire e Var silente. A Torino, contro i granata, nella ripresa Zapata colpisce Guendouzi intenzionalmente dopo un contrasto tra i due, tacchettata in caduta sulla coscia del francese, ci sarebbero tutti gli estremi per l’intervento del Var e l’espulsione per condotta violenta dopo il classico fallo di reazione, ma La Penna non viene richiamato da Mazzoleni. E veniamo a Juventus-Lazio: l’episodio più influente è quello del minuto 84, con Douglas Luiz che colpisce Patric a palla lontana e senza che ci sia contesa per il pallone, il brasiliano carica il colpo e poi con l’avambraccio e il gomito prende la schiena dello spagnolo. Ci sono i margini per la condotta violenta, basta leggere il regolamento: «Un calciatore si rende colpevole di condotta violenta quando usa o tenta di usare vigoria sproporzionata o brutalità contro un avversario in mancanza di contesa per il pallone […] a prescindere che si concretizzi o no un contatto ». Douglas Luiz usa vigoria sproprzionata perché carica il colpo contro Patric e poco importa se poi non arrivi un pugno, ma una botta con gomito e avambraccio. Inoltre non c’è tra i due alcuna contesa per il pallone.
SEMPRE DI PAOLO - Resta inspiegabile il silenzio del Var Di Paolo. Lo stesso che rimase silente quando, nel marzo scorso, in Lazio-Milan era stato espulso Guendouzi per un presunto fallo di reazione su Pulisic. Di Bello optò per il rosso, ma sin dalle prime immagini sembrava evidente che quella del francese non fosse condotta violenta, ma un gesto antisportivo, quindi punibile con il cartellino giallo. Guendouzi, infatti, mentre tenta di recuperare il pallone spinge via l’avversario che stava tentando di allontanare la sfera e perdere tempo. Episodi così se ne vedono decine ogni giornata, ma mai si vede il rosso diretto. Per Di Paolo il colpo di Douglas Luis «è poca roba, no… niente», come detto a Sacchi in cuffia. Il gesto di Guendouzi invece era meritevole di rosso e quindi non era necessario richiamare Di Bello per correggere la prima decisione. Veniamo poi al cartellino rosso a Romagnoli per il fallo su Kalulu: il difensore laziale viene punito per DOGSO, quindi per aver interrotto una chiara occasione da gol. Di Paolo è celere nel richiamare Sacchi all’OFR e da lì l’espulsione. In Roma-Inter, fattispecie praticamente identica: Cristante abbatte Thuram lanciato a rete e in pieno possesso della palla, ma l’arbitro Massa lascia correre. Davanti allo schermo, a Lissone, ci sono Di Bello come Var e Di Paolo come Avar che però non intervengono. Sì, proprio quel Di Paolo che 24 ore prima aveva richiamato Sacchi per far espellere Romagnoli…
Pubblicato il 21/10