Lazio, Leonardi: "Derby aperto a tutto. Fabiani romanista? Ecco la verità..." - VIDEO

19.09.2025 15:45 di  Niccolò Di Leo  Twitter:    vedi letture
Fonte: Alessandro Zappulla - Lalaziosiamonoi.it
Lazio, Leonardi: "Derby aperto a tutto. Fabiani romanista? Ecco la verità..." - VIDEO
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© foto di Federico Gaetano

Pietro Leonardi è uno dei dirigenti più noti del calcio moderno. Le sue esperienze come direttore generale prima dell'Udinese e poi del Parma, tra il 2005 e il 2015, gli hanno permesso di ritagliarsi un ruolo di spessore nel mondo calcistico-dirigenziale. Un profilo di spicco, ma soprattutto dotato di grande esperienza che, a pochi giorni dal derby della Capitale, ha messo a nostra disposizione rilasciando un'interessante intervista sulla stracittadina di domenica 21 settembre, alle ore 12.30. Partendo dal momento delle due squadre, passando per l'analisi degli allenatori - Sarri e Gasperini, entrambi all'alba di una nuova esperienza - si è poi concentrato anche sulla dirigenza della Lazio. Leonardi ha offerto la propria lettura sul blocco del mercato che ha caratterizzato l'estate dei biancocelesti, elogiando comunque la rosa a disposizione di Sarri, prima di analizzare la figura dello stesso direttore sportivo Angelo Fabiani, sul quale si è espresso da un punto di vista professionale, ma allargando il discorso anche alle voci che lo vorrebbero tifoso della Roma. Di seguito le sue dichiarazioni. 

Siamo nella settimana del derby: che significa Lazio-Roma? Come arrivano le due squadre?

"Sicuramente non è il derby a cui arrivano nel modo migliore. Entrambe sono reduci da due sconfitte, quindi non è stata, anche secondo la mia esperienza, una settimana che possa caricare di entusiasmo i tifosi, i giocatori e le due società. Io non ho mai lavorato a Roma, ma conosco il derby e credo che entrambe le squadre arrivino forse con un po' di timore".

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Quanto inciderà il fattore mentale?

"Per quello che conosco, non ci sono competizioni europee, non c'è Europa League. A quello ci si pensava dal giorno dopo. Il derby è una partita a sé, ma perché è determinato così dall'ambiente che gli dà una risonanza importante, così facendo anche i pensieri dei calciatori, questa settimana, sono tutti su questa partita e su un solo obiettivo". 

Le due squadre hanno cambiato qualcosa: la Roma a livello di rosa e la Lazio con il ritorno di Sarri. Chi ha fatto un passo avanti?

"Il cambio più importante è stato in panchina. Entrambe le squadre hanno scelto tra i migliori tecnici che ci sono in Italia: io stimo tanto sia Gasperini, sia Sarri. Perciò il passo in avanti è stato importante per entrambi i club".

Il mercato bloccato è stato il vero peso sulle spalle della società. Si è fatto un'idea?

"Per sapere i dettagli bisogna essere all'interno, io posso parlare sulla base delle mie esperienze. Chiaramente i motivi relativi agli indici del Fair Play Finanziario, ma bisogna dire che questa situazione non è figlia dell'ultima stagione o delle ultime due, ma nasce anni fa. Come sapete, c'è tutta una logica di ammortamenti da portare avanti negli anni: le durate dei contratti, che vanno a impattare sui costi dei calciatori sia per gli stipendi, sia per l'acquisizione dello stesso. E' chiaro ed evidente che questo è un problema che deve risolversi nel tempo. Io ritengo che nell'insieme la Lazio abbia una rosa abbastanza completa. Non ha acquistato, ma non ha fatto neanche delle cessioni. Secondo me è una buona rosa. Dall'altro lato nel cambio di direzione che c'è stato negli ultimi anni ha una rosa di calciatori che ha sviluppato da un punto di vista patrimoniale. La Lazio ha una squadra di giocatori che rappresentano patrimonio sia in prospettiva per la crescita della rosa, sia da poter rivendere".

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Cos'è successo lo scorso anno con Baroni?

"L'anno scorso la Lazio ha fatto una stagione importante. Per molto tempo è stata prima in Europa League, poi nel finale ha buttato al vento quella che era stata per trequarti una stagione assolutamente positiva. Ma questo non significa che non ci siano giocatori. La Lazio lo scorso anno aveva fatto delle uscite importanti come Luis Alberto e Felipe Anderson, per poi investire sul patrimonio calciatori. Sono arrivati giocatori di valore come Rovella, Guendouzi, Castellanos, Provstgaard. Per quanto riguarda la rosa, ribadisco, il blocco del mercato non ha lasciato la squadra scoperta, poi il mancato arrivo di risultati è figlio di tante cose. Io confido molto nella gestione tecnica di Sarri". 

Sarri è il vero acquisto di questa stagione: cosa vuol dire avere un allenatore come lui?

"Secondo me l'investimento sull'allenatore è stato importante e in un momento di grande equilibrio del calcio italiano i tecnici bravi fanno la differenza". 

Come lei sa a Roma la critica nei confronti di Lotito è sempre molto accesa, ora si è aggiunto anche Fabiani che non ha raccolto i favori dell'ambiente e c'è sempre quel dubbio che divampa sulla sua fede calcistica...

"Sul tema Lotito non mi sono mai espresso e non mi esprimo, perché sono situazioni che esulano da un pensiero tecnico e calcistico, questa è una gestione societaria. Su Fabiani, a più riprese ho sempre detto che ci conosciamo da una vita e che nelle sue esperienze precedenti si è contraddistinto come direttore aziendalista e che ottimizzava la logica di azienda, portando anche dei risultati. Le critiche ci stanno e bisogna accettarle. Quello che mi ha fatto sorridere è sentire che Angelo sia romanista. Lui non si è mai espresso e non ha mai detto di essere romanista, poi la critica alla gestione lui la deve accettare, ma sulla sua fede non esistono discussioni. Posso testimoniarlo serenamente, Angelo non è romanista, anzi, ha una famiglia composta da 'curvaroli' laziali. Queste dicerie mi sono sembrate qualcosa che andava oltre protesta. Essendo nato a Roma e vivendo a Roma so bene che a volte bisognerebbe analizzare chi fa trapelare queste voci assolutamente inadeguate e inattendibili". 

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E sull'empatia di Lotito...?

"Non mi permetto. Mi sono imposto da sempre di non dire nulla perché è giusto così. A volte non parlare serve più che dire". 

Chi sarà l'uomo derby?

"Questo è difficilissimo dirlo. Credo che possa essrre una partita un po' bloccata. E' un peccato che arrivi così presto, perché non c'è stato il tempo per assimilare i dettami tattici dei due allenatori e per vedere una bellissima sfida, anche se mi auguro che mi smentiscano domenica". 

C'è un consiglio che darebbe alla Lazio in vista del mercato di gennaio dall'alto della sua esperienza?

"Non so se la Lazio potrà muoversi a gennaio, ma non vedo una squadra incapace di aggiungere i propri obiettivi. Poi se avrà l'opportunità per fare mercato ci sono le potenzialità per migliorare la rosa e guadagnare qualcosa da quei calciatori che oggi rappresentano un patrimonio e che possono anche esser ceduti per farne entrare degli altri". 

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La percezione della Lazio è realmente di una società che non può competere con le grandi della Serie A?

"Obiettivamente che non sia un club da investimenti di un certo livello è sotto gli occhi di tutti. Io vedo un club che da un anno è ripartito e ha bisogno, da un punto di vista tecnico, di far crescere dei giocatori che ritengo validi. Per quanto riguarda l'empatia, quella non si compra e mi dispiace che non ce ne sia con la tifoseria. Tuttavia, i tifosi hanno dimostrato con i 30.000 abbonati un attaccamento verso questo club e verso questi colori". 

Come finisce il derby?

"Se fossi in grado di prevederlo avrei fatto un altro mestiere. Questa è una partita aperta a ogni risultato, credo che se una delle due squadre passerà in vantaggio per l'altra sarà complicato ribaltarl. Le prime partite hanno dimostrato proprio questo: la Lazio quando è andata in svantaggio ha sempre perso, mente la Roma quando si è portata avanti è sempre riuscita a vincere. E viceversa".

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