Raffaello Benedettini a Tu si Que Vales: "L'inno della Lazio, la Ferilli, Patric e Provedel: vi dico tutto"

ESCLUSIVA LALAZIOSIAMONOI.IT - Il concorrente del programma di Canale 5 ci racconta la sua passione per i biancocelesti...
12.10.2025 14:15 di  Antoniomaria Pietoso  Twitter:    vedi letture
Raffaello Benedettini a Tu si Que Vales: "L'inno della Lazio, la Ferilli, Patric e Provedel: vi dico tutto"

ESCLUSIVA LALAZIOSIAMONOI - "Nel cielo biancoazzurro brilla una stella che in tutto il firmamento è sempre la più bella..." se sabato sera avete acceso la tv su Canale 5 e avete ascoltato questa canzone non c'è stata nessuna interferenza e nessun errore. Il merito è di Raffaello Benedettini. Il 38enne romano ha portato a Tu sì Que Vales in prima serata il suo particolare talento: la conoscenza degli inni dei paesi internazionali e delle squadre di calcio. Un modo per alleggerire un po' l'atmosfera e mostrare a tutti la sua fantastica memoria. A Benedettini è stato chiesto di cantare anche l'inno della Roma che ha visto scatenarsi anche Sabrina Ferilli. Il ragazzo, però, ha subito manifestato la sua fede per la Lazio, ma non si è ovviamente tirato indietro. Dopo qualche frase di Antonello Venditti, Raffaello ha cantato Vola Lazio Vola di Tony Malco. La regia, però, ha mandato in onda musica e parole di Roma Roma Roma in un divertente siparietto.

Abbiamo raggiunto Raffaello per una breve intervista in cui ci ha raccontato un po' di lui e della sua passione per la Lazio. "Gli inni dei paesi e delle squadre sono la mia passione e dal 2008 li studio cercando di aggiungerne sempre qualcuno in più. Mi piace apparire e mi piace mostrare qualcosa di diverso rispetto a quello che si vede sempre in tv. Diciamo che ho fatto del mio particolare interesse un punto di forza che devo dire è tanto apprezzato". Benedettini ci racconta questo dicendo di aver avuto anche altre esperienze televisive: "Non era la mia prima volta in tv, ci ero stato anche altre volte sia in Italia che in Russia". 

Proprio nel paese ex sovietico Raffaello ha fatto tante cose: "Ho vissuto 8 anni in Russia tra Mosca e San Pietroburgo dove ho fatto il professore di Italiano e ho lavorato come manager per un'azienda. Sono tornato a Roma ad aprile dove lavoro nel business di famiglia". Sabato sera abbiamo assistito a un siparietto con Sabrina Ferilli che è piaciuto molto al pubblico: "Quando mi hanno chiesto di cantare l'inno della Roma non è stato facile. Ho detto subito di essere della Lazio, ma alla fine l'ho fatto perché ero lì per portare la mia conoscenza. Poi essendo nato e cresciuto a Roma è impossibile non conoscere le canzoni di Venditti. Con la Ferilli è stato divertente tutto il gioco. Quando cantavo Vola Lazio Vola, il regista mi ha messo l'inno della Roma ma è una gag che ci sta dai". 

Si passa poi a parlare della Lazio di oggi che sta vivendo un periodo complicato: "Sarà un anno di transizione. Bisogna lasciar lavorare Sarri e i giocatori. Quest'anno sarà dura, ma se la squadra dovesse ingranare credo che possiamo andare in Europa. Sarà fondamentale prendere meno gol. Lotito? Che dire. Negli anni ha fatto delle cose buone ed errori enormi. Chiaro che il mercato bloccato di quest'estate rimane come una macchia indelebile sulla sua presidenza". Sulla squadra poi Raffaello ha le idee chiare: "Come per gli inni, anche nei calciatori non ti faccio i soliti nomi. Negli anni sono diventato fan di Patric. Un giocatore che quando gioca dà sempre tutto quello che ha. Speriamo che stia presto bene perché da quando Sarri lo ha spostato al centro della difesa le cose sono cambiate. Mi ricordo l'anno in cui siamo arrivati secondi era una certezza assoluta. Spero possa riprendersi il posto fisso con vicino o Gila o Romagnoli. Tre anni fa lui e Provedel erano delle certezze. Anche da Ivan mi aspetto che torni a essere quel portiere lì. L'anno del secondo posto non prendevamo mai gol e questo fa tutta la differenza del mondo. In Italia quando non subisci gol parti già con una marcia e tanti punti in più. Se torna quella continuità possiamo tornare in Europa che deve essere il nostro obiettivo".

Una conoscenza e una passione della Lazio nata in famiglia: "Sono laziale perché lo è anche mio papà. Sono uno di quei casi in cui la Lazialità mi è stata tramandata di padre in figlio. Il mio idolo da bambino era Beppe Signori. La prima partita allo stadio un Lazio- Atalanta della stagione 1993/94 con tripletta di Beppegol. Che ricordi. Poi inutile dire che il giorno più bello della mia vita da tifoso è lo scudetto del 2000. Ero allo stadio in Tevere Top e non lo dimenticherò mai. Speriamo di rivivere presto un'emozione così anche perché all'epoca avevo dodici anni, stavolta la vivrei da adulto e sarebbe tutta un'altra storia".

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