Lazio, Vulpis: "Lotito dovrebbe aprirsi a nuovi investitori. Main Sponsor? Nel 2019..."

Intervenuto ai microfoni di Radio Laziale, il direttore dell'agenzia Sporteconomy Marcel Vulpis ha parlato di sport e finanza, toccando vari aspetti che riguardano anche la Lazio tra mancanza di investimenti, nuovo stadio e la possibilità dell'ingresso di nuovi investitori. Ecco di seguito le sue parole:
BLOCCO DEL MERCATO – "L’indicatore di liquidità è un indicatore finanziario che misura la capacità di un’azienda di far fronte ai propri debiti nel breve termine. Per essere in grado, deve avere delle attività correnti (sponsor, diritti tv, ecc), tutta una serie di entrate che possono servire a sostenere la gestione del progetto sportivo. Oggi parlavo con un dirigente importante, che non posso nominare, il quale mi diceva che il calcio italiano dovrà capire che ci dovrà essere un bilanciamento molto forte tra efficienza aziendale e efficienza sportiva. Ormai il calcio è sempre più spietato, per competere a livello internazionale devi avere un fatturato superiore ai 400 milioni di euro e non è poco. Il calcio poi non è una scienza esatta, e lì entriamo nell’efficienza sportiva. La capacità anche di individuare calciatori buoni, sia quelli maturi sia quelli che potrebbero diventarlo. Quando i due parametri incominciano a essere sbilanciati, magari per un errore o un acquisto sbagliato, poi puoi pagarlo anche per anni. Chi rimane stabilmente nel treno Champions nel giro di due-tre anni inizia a sorpassare molti club".
SUPERPOTENZE - "In Europa il PSG ha sbagliato tanto, ma dietro ha un fondo nazionale, non privato. Non è Oaktree o Red Bird. Dietro c’è uno stato. La vittoria del PSG in Champions League non mi ha stupito, era solo questione di tempo. Lo stesso vale per il Manchester City. Nulla nasce per caso".
COMO – "I proprietari sono ricchissimi, ma è una società privata. Ma come fai a competere con uno stato? È come se il Governo Meloni decidesse di aprire un fondo sovrano nazionale dello stato e iniettasse dentro centinaia di milioni di euro per utilizzare lo sport come soft power e trampolino di lancio per far conoscere il paese a livello d’immagine. Sono scelte strategiche che in questo momento stanno facendo solo i paesi arabi. Quando ci sono queste competitor, non c’è nulla che puoi fare. In Europa chi ha più soldi ha più possibilità".
MAIN SPONSOR – "La Lazio ha avuto il problema della mancanza del main sponsor. È stata anche sfortunata, nel 2019 ci fu il problema del decreto dignità e la Lazio aveva il partner russo Marathonbet che dava ai biancocelesti diversi milioni di euro. Quei soldi sono usciti dalla Lazio e sono entrati nel Siviglia".
NASDAQ – "Correttissima la volontà di internazionalizzarsi. La Lazio è un brand italiano, e quando porti un brand italiano all’estero cose positive possono nascere. Che la Lazio possa quotarsi al Nasdaq direi di no, non mi sembra un’ideona. Non ci sono le caratteristiche, non ha questa dimensione così forte a livello internazionale per poterlo fare. Che poi questo possa essere prodromico per tutta una serie di attività come tournée, nuovi sponsor, o nuovi investitori, perché no? Il calcio italiano si deve aprire, De Laurentiis ha detto che il 90% dei club sono indebitati e io penso abbia ragione".
ATALANTA – "Sono stati intelligenti. Per questo calcio sempre più costoso c’è bisogno di capitali freschi. Non basta intercettare l’investitore, non devi farlo scottare. Efficienza aziendale e sportiva devono andare a braccetto, e oggi spesso mancano tutti e due".
IL CALCIO ITALIANO SI STA GHETTIZZANDO – "I calciatori ormai sono di categoria. Se fai bene in Serie C, sei un giocatore della categoria e se ottieni la promozione nella serie superiore, l’anno dopo rimarrai in C per cercare di fare lo stesso percorso. Lo stesso vale per la Serie B. Mi ricordo anni fa in B c’era Ciro Immobile, c’era Marco Verratti. Calciatori che sono arrivati in Serie A, ma negli ultimi anni questo fenomeno sta scemando".
STADIO – "Può essere un attrattore di investimenti, perché può essere un asset che puoi patrimonializzare all’interno del tuo bilancio, insieme al centro sportivo. Sono passati vent’anni da quando venne presentato il plastico dello Stadio Delle Aquile. I cantieri non si aprono, neanche Berlusconi ci è riuscito. Anche lo stadio della Roma dov’è? Se i presidenti stanno aspettando la manna dal cielo che arriva con la busta di soldi per fargli fare lo stadio, allora non lo faranno mai. Dov’è il rischio d’impresa? Sono tutti in autogestione finanziaria. Se credi nel tuo progetto, devi investire".
LA LAZIO DEVE APRIRSI A INVESTITORI STRANIERI - "Lotito è presidente da tanti anni. Dove può arrivare la Lazio? Questa è la domanda da porsi. È inevitabile che lui debba aprirsi a investitori stranieri. Chiaro che se vive il club come un qualcosa da tramandare ai figli allora non c’è evoluzione. Non dico che Lotito non sa gestire il club, ma tra dieci anni dove può essere la Lazio? Secondo me Lotito dovrebbe aprirsi a investitori stranieri per salire di livello internazionale".