Opti Pobà diventa una squadra: il calcio a favore dell'integrazione

"Noi diciamo che Opti Pobà è venuto qua, che prima mangiava le banane e adesso gioca titolare nella Lazio". Parlava così Carlo Tavecchio, attuale presidente della Federcalcio, allora numero uno della Lnd in corsa per la poltrona più importante della Figc. Un'uscita a dir poco infelice che sollevò un polverone i cui effetti son ben visibili ancora oggi: del 7 ottobre scorso è la decisione della Uefa di inibire Tavecchio (6 mesi) per frasi razziste. Ma quell'Opti Pobà è diventato nel frattempo un'icona, un riferimento della lotta al razzismo, al punto che in Basilicata, per iniziativa di un gruppo di giovani, è nata una società di calcio con il suo nome. Come riporta gazzetta.it, l'ASD Opti Pobà è una squadra di Potenza che parteciperà ai campionati amatoriali di calcio a 11. E non è finita qui. La selezione è composta da soli rifugiati politici e si propone come obiettivo quello di favorire l'integrazione degli extracomunitari che hanno ricevuto o sono in attesa dello status di rifugiati. "Il progetto - dichiata il presidente della neonata squadra, Francesco Giuzio - nasce con la finalità di favorire l'integrazione dei migranti in un tessuto sociale, quello italiano, che troppo spesso li ospita, ma non li accoglie nel senso più vivo e vivido del termine". Oltre all'attività calcistica, verranno promossi anche corsi di lingua italiana e di avviamento al lavoro per consentire a queste persone di costruirsi un futuro.