Van der Meyde si racconta: "Che corse con Ibra! Una volta scesi in garage e trovai un cammello..."

C'era una volta un cammello in garage, le corse sul raccordo di Amsterdam con Ibra, Fast and Furious e Trainspotting in una sola vita, quella di Andy van der Meyde, ex centrocampista dell'Inter. Promettente sin dall'esordio, non solo sul campo: "Mio padre era un alcolizzato e un giocatore incallito. Con lui ho rotto ogni rapporto, tanto che quando entrai nelle giovanili dell'Ajax chiesi di giocare con il cognome di mia madre, ma mi dissero di no. L'Ajax è stata l'unica squadra in cui mi sono divertito". Si è divertito, come riporta Gazzetta dello Sport, con Ibra e Mido, vecchia conoscenza dell'attacco giallorosso, passato alla storia. Delle meteore: "Legai con Ibrahimovic e Mido: si sfidavano in folli corse notturne sull'anello della A10 attorno ad Amsterdam. Zlatan aveva una Mercedes SL AMG, Mido alternava Ferrari e BMW Z8". Non rifatelo a casa. E poi arriva l'Inter. Saudade in salsa orange, per Andy: "Un giorno arriva l'offerta dell'Inter: 8 milioni. Accettai, nonostante l'allenatore, Ronald Koeman, non mi ritenesse ancora pronto per l'estero. Dopo una settimana a Milano, telefonai a Endt implorandolo di riportarmi a casa. I soldi possono anche tenerseli, gli dissi. Mi consumava la nostalgia. E' stato come lasciare un negozio di paese per una multinazionale". Precisamente, una multinazionale di animali: "A Milano - si legge - avevo uno zoo nel giardino di casa: cavalli, cani, zebre, pappagalli, tartarughe. Dyana, la mia prima moglie, era la vera malata. Per lei rifiutai un trasferimento al Monaco: a Montecarlo ci sono solo appartamenti, mi disse, dove li mettiamo i nostri animali? Una sera scesi in garage, al buio, intravidi una sagoma imponente e udii suoni strani. Aveva comprato un cammello". Un cammello in garage, incontro comune, capitato a chiunque. Non che a Liverpool, sponda Everton, sia andata meglio: "Il tecnico Moyes pensava fossi un viziato, in realtà stavo accanto a Dolce, la bambina che avevo avuto da Lisa. Soffriva di una rara malattia all'intestino, è stata operata otto volte in due anni. Non volevo lasciarla sola. Ma ero fuori controllo; non riuscivo a dormire se non prendendo pillole. Era roba pesante, di quella da prendere con la prescrizione del medico. Quindi le rubavo dallo studio del medico del club. L'ho fatto per più di due anni. Poi è arrivata la cocaina, insieme a Bacardi, vino e feste in quantità. Capii che dovevo andarmene da Liverpool, o sarei morto". Cammelli, corse sul raccordo, e Trainspotting. Scarpini al chiodo, cambia tutto per Van Der Meyde: "Col libro ho voluto chiudere un capitolo della mia vita. Adesso voglio allenare nelle giovanili. Dopo tutti gli errori che ho commesso, chi meglio di me può insegnare ai ragazzi come non sprecare il proprio talento?" La domanda è retorica. Sicuramente nessuno può insegnare ai ragazzi come affrontare un cammello.