Lazio, l'avv. Rombolà: "Comportamenti non gravi per una penalizzazione. Su Lotito..."

In esclusiva ai nostri microfoni l'avvocato Carlo Rombolà ha commentato la sentenza nei confronti della Lazio sulla questione tamponi.
27.03.2021 07:25 di Leonardo Giovanetti Twitter:    vedi letture
Lazio, l'avv. Rombolà: "Comportamenti non gravi per una penalizzazione. Su Lotito..."

È arrivata la sentenza del Tribunale federale sulla Lazio in merito alla vicenda tamponi. La società dovrà pagare una multa di 150mila euro mentre al presidente Lotito sono stati inflitti 7 mesi di inibizione, oltre ai 12 che dovranno scontare i medici Fabio Rodia e Ivo Pulcini. Sulla vicenda, in esclusiva ai nostri microfoni, si è espresso l'avvocato specializzato in diritto sportivo Carlo Rombolà che ha parlato del ricorso della Procura soffermandosi anche sui rischi che corre Lotito di essere estromesso dal Consiglio federale. Queste le sue parole.

LA SENTENZA - "La pronuncia del Tribunale federale da una parte si avvicina alle richieste della Procura, che era stata anche piuttosto dura nei confronti della posizione della Lazio, tanto da farmi immaginare che la Procura stessa ricorrerà contro questa pronuncia. Dall'altra però abbiamo la Lazio, che ricorrerà anche lei in appello, che ha dalla sua la presenza di una sorta di vuoto normativo nel protocollo anticovid della Figc. I disguidi comunicativi tra Asl, Figc e Lazio non sono dei comportamenti così gravi da determinare una penalizzazione. Per questo tutto si è concluso con la multa e le inibizioni".

SU LOTITO - "Le cariche federali decadono qualora si accumulino 12 mesi di inibizione in 10 anni. Oggi il Tribunale ha dato 7 mesi a Lotito, dobbiamo tornare indietro al 2012 quando ne aveva presi 2 e in totale siamo a 9, quindi non dovrebbe correre questo rischio. Se poi la Procura andrà a ricorrere non sappiamo in che termini lo farà e cosa chiederà, quindi Lotito è salvo ma non lo è ancora definitivamente. La Procura potrebbe dirsi in disaccordo e fare nuovo atto con il quale chiede di inasprire le pene". 

IL PROTOCOLLO - "In questo momento storico in cui vengono esortati tutti a rispettare alla lettera ogni regola volta a preservare la nostra salute, è naturale che anche al calcio venga chiesto di essere inappuntabili nel rispetto delle regole. Il problema in questo caso è che vi sono stati ovvi ed evidenti disguidi comunicativi che hanno coinvolto una società di Serie A. Dal momento che siamo in Serie A ci aspettiamo che non si commettano errori, ma gli errori capitano. Soprattutto se e quando non c'è un protocollo che va a regolare ogni ipotesi concreta. Il protocollo però regola fattispecie astratte, quindi non può prevedere tutto, soprattutto in un momento in cui la realtà cambia così di continuo. Qui tutti fanno quello che possono, il legislatore sportivo e le squadre che si trovano davanti a un caos senza precedenti al fine di arginare i rischi per il bene supremo che è quello della nostra incolumità".

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Pubblicato il 26/03 alle 21.30