Sampdoria - Lazio, tra Bassetto e Chinaglia: il derby del cuore di Paolo Villaggio

Da Genova a Roma, dalla Sampdoria di Adriano Bassetto alla Lazio di Giorgio Chinaglia: il derby del cuore di Paolo Villaggio nell'Italia del secolo scorso.
25.08.2019 07:25 di  Tommaso Guernacci  Twitter:    vedi letture
Fonte: Tommaso Guernacci - Lalaziosiamonoi.it
Sampdoria - Lazio, tra Bassetto e Chinaglia: il derby del cuore di Paolo Villaggio
© foto di Centro Studi Millenovecento

"Allora, ragioniere, che fa? Batti?"
"Ma... mi dà del tu?"
"No, no, dicevo: batti lei?"
"Ah, congiuntivo! Aspetti..."

Non sappiamo chi sarà a battere il calcio d'inizio di Sampdoria-Lazio: ancora poche ore e il campionato 2019-2020 aprirà ufficialmente i battenti. Sale l'attesa. La partita che con un filo diretto lega Genova a Roma è una gara da macchina del tempo, da album dei ricordi, da foto in bianco e nero. Sampdoriano di nascita e Laziale d'adozione, Paolo Villaggio - classe 1932 - ha sempre dichiarato di essere nato praticamente assieme alla sua Sampdoria, fondata il 12 agosto 1946 dalla fusione della Sampierdarenese e l'Andrea Doria. Erano gli anni a cavallo tra la fine dei '40 e l'inizio dei '50, l'Italia del dopo guerra iniziava pian piano a fuoriuscire dalle sue macerie. Il boom economico, da lì a pochi anni, avrebbe cambiato (forse per sempre) la vita dell'intera nazione.

Paolo Villaggio, da un'intervista per il Corriere della Sera (1976)

«Io sono stato Sampdoriano dal '46, dall'epoca di Bassetto e Fattori, un giocatore che allora era stato comprato per una cifra pazzesca: 10 milioni. Lo sono stato per dieci anni. Era l'epoca in cui giocavo in seconda divisione. Alla domenica mattina facevo la mia partita, al pomeriggio correvo a vedere la Samp. Il mio idolo? Bassetto, detto "Nano", un'ala prestigiosa. Poi è successo che nel '56 sono andato in Inghilterra. È cominciato così il mio disimpegno di tifoso, il distacco». L'Inghilterra, Londra, speaker radiofonico per la BBC. Poi cabarettista sulle navi da crociera assieme all'amico di sempre, Fabrizio De André. Sopra le navi tutti genovesi tranne uno, un cantante e pianista milanese: Silvio Berlusconi. Ma questa è un'altra storia... Nel '63 Fabrizio De André pubblica il suo terzo 45 giri: Il fannullone/Carlo Martello ritorna dalla battaglia di Poitiers. L'autore del testo di entrambe le canzoni porta la firma dello stesso Villaggio. 

DA BASSETTO A CHINAGLIA - «Con il calcio ho ripreso tanti anni dopo, nel '71. Mio figlio, romano d'adozione, tifava per la Lazio. I suoi idoli erano e sono Chinaglia e Wilson, insomma i Bassetto e Fattori della mia infanzia. Sono diventato per motivi, diciamo familiari, Laziale anch'io. Ma so benissimo che mio figlio è solo un alibi. È che il calcio è tornato a interessarmi come quando ero bambino». Perché Roma così come Genova ti inghiotte, ti fa sua. Dai caruggi ai vicoli della Capitale. A metà degli anni '70 Roma è anche l'epicentro del cinema italiano: chi vuole sfondare come attore deve recarsi all'ombra del Colosseo. L'esordio vincente del ragionier Fantozzi, una maschera che inevitabilmente si porterà dietro per tutta la vita. Prototipo dell'italiano medio di quegli anni, Fantozzi è l'impiegato statale paladino delle nullità. Gli anni '70 a Roma sono anche gli anni della Lazio di Maestrelli campione d'Italia nel '74, una squadra guascona, leggendaria, dannatamente folle ma allo stesso tempo vincente, che entrerà a far parte dell'immaginario collettivo di Laziali e non. Da buon appassionato di calcio, diverse volte Villaggio si recherà assieme al figlio Pierfrancesco al campo di allenamento di Tor di Quinto per assistere agli allenamenti e per incontrare Chinaglia, Re Cecconi, Pulici e Wilson. 

AMORE CHE VIENI, AMORE CHE VAI - «Due anni fa, c'era l'austerity, mi trovavo a Genova e si disputava Sampdoria - Lazio. Quel giorno ho capito che la Samp era un po' come una vecchia moglie, da cui ti sei separato e che rivedi dopo tanto tempo. La guardi con tenerezza, niente di più. Sai, poi c'è una cosa... con la Lazio io ho vinto uno scudetto a quarant'anni. È una fortuna...». Diversi anni dopo, nella stagione 1990-1991, anche la Sampdoria vincerà il suo primo (e finora unico) scudetto. Paolo Villaggio sarà il primo a festeggiare sugli spalti del Ferraris assieme al giornalista Gianni Minà"Quasi me ne vergogno - dirà -, un intellettuale di sinistra come me dovrebbe vivere queste cose con distacco, invece non si può...". L'amore per la Sampdoria è tornato, o forse non se ne è mai andato. Quando scegli una squadra è per sempre, dura per tutta la vita, il distacco fa solo che alimentare di più la passione e il desiderio. La Sampdoria in primo piano, la Lazio sullo sfondo. 

Il 3 luglio del 2017, il ragioniere degli italiani si è spento all'età di 84 anni presso la clinica Paideia di Roma, altro filo (diretto o indiretto che a dir sì voglia) che lo lega inevitabilmente alla Lazio. Sampdoriano di nascita e laziale d'adozione, icona pop e ritratto di un'Italia in bianco e nero, Paolo Villaggio ha rappresentato al meglio la parte più sana, anche malinconica a volte, del Paese. Sampdoria - Lazio è quel biglietto in paradiso per novanta minuti di applausi: a Marassi si gioca, che il campionato abbia inizio.

Si ringrazia la redazione del Centro Studi Nove Gennaio Millenovecento per il materiale fotografico accuratamente custodito e tramandato. 

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Pubblicato il 24/08 alle 9:00