Coronavirus, il prof. Martelli: "Situazione tragica, mancano i posti. Calcio? Difficile tornare in campo"

Massimo Martelli, medico chirurgo specialista in chirurgia toracica ed ex primario dell'Ospedale Carlo Forlanini di Roma, è intervenuto in esclusiva ai microfoni de Lalaziosiamonoi.it per fare il punto sulla difficile situazione che sta vivendo l'Italia a causa dell'emergenza Coronavirus: "Questa è una situazione strana. Una guerra nucleare sarebbe stata meglio. Sentivo poco fa il telegiornale, siamo in un momento drammatico. Al nord non hanno più posti letto di terapia intensiva e non solo. Una divisione di 80 posti letto è completamente occupata, i medici stanno lavorando come matti. Un problema della sanità italiana? In primo grado, il male di tutto è il virus. Nell’80% dei casi non ha gravi effetti. Ti viene influenza con pochissimi sintomi. Nel 15% dei casi invece, ci sono complicanze polmonari drammatiche, tanto da dover intubare i pazienti e alimentarli con respiratori", ha dichiarato.
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Poi prosegue: "Iniziano a morire anche i più giovani? Ho sentito che ormai anche la fascia dei 50enni è colpita gravemente. La gente continua a giocare, Conte ha emanato un decreto importante ma si continua a non comprendere la gravità della situazione. Alcuni non capiscono che mettono a repentaglio la propria vita e anche quella altrui uscendo di casa. Al tg dovrebbero passare le immagini di come stanno i pazienti in rianimazione per far capire a tutti a che punto siamo arrivati. Ho visto le bare sui mezzi dell’esercito e mi hanno fatto impressione. Non è un capriccio di Conte aver chiuso tutti casa, è una necessità, un dovere del cittadino".
I DATI - "I dati in Italia sono molto grezzi. Quello sulla mortalità non è realmente così elevato solo per il Coronavirus. Ci sono delle patologie preesistenti che incidono fortemente Di certo comunque non è da sottovalutare. La nostra sanità in ogni caso è una delle migliori, non credo che in Germania ad esempio sappiano fare meglio. La sanità italiana viene maltrattata tutti, molti non si rendono conto che queste persone invece sono degli eroi".
LA BATTAGLIA FORLANINI - "Non voglio fare polemica, in questo momento sarebbe stupido. Sarebbe importante però riaprire per dare nuovi posti letto. Ho lanciato una proposta, l’architetto Massimiliano Fuksas ha risposto che è un progetto che si potrebbe fare nell'immediato. Inoltre ha aggiunto che lui farebbe anche di più. In questo momento bisognerebbe rimboccarsi le maniche, fossi stato il Governo l'avrei chiamato immediatamente e gli avrei affidato il lavoro. Guardate Genova, Renzo Piano si è imposto per il Ponte Morandi, e in tempi brevissimi sono riusciti quasi a terminarlo. Lo sbaglio in questo caso è stato della politica che invece che tagliare continuamente sulla sanità, avrebbe dovuto fare altro. Si può tagliare la spesa, non i posti letto. Ora è importante però che la politica rimanga fuori dagli ospedali, che devono essere gestiti dai medici e non dai politici. Ora andiamo avanti e combattiamo contro un nemico che non vediamo. Non sappiamo quando passerà. Lo stato d’emergenza è per sei mesi a partire dall’1 febbraio, è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale. È ancora molto lunga. Nessuno però a febbraio ha avvertito della pericolosità di questo".
FARMACI - "Avigan? Non lo so se è vero. All’Agenzia Europea del farmaco ce ne sono 20 di farmaci in attesa di essere sperimentati. La Regione Veneto ha avuto l’ok per sperimentarlo. Alla stessa maniera però, un’antinfiammatorio è stato provato in Campania. Di queste notizie ho molta paura, se fossero realmente curativi, tutto il mondo avrebbe già questo farmaco a disposizione. Ognuno propone, però a volte mi mettono paura queste proposte".
TORNARE ALLA NORMALITA' - "Quanto ci vorrà ancora? Dobbiamo aspettare che passi questa settimana. Se effettivamente ci sarà un calo, possiamo stare più tranquilli. Questo non vuol dire uscire di casa e tornare alla quotidianità. Ci vorrà ancora molto per questo. Quando si tornerà a una vita normale? Non lo so. Le scuole a mio parere non apriranno più fino a settembre. Purtroppo non abbiamo l’antibiotico o la medicina specifica. Non uscite, mi raccomando. Ognuno positivo può infettare almeno cinque persone. Immaginate cosa si può creare a catena. Non si può giocare con questa cosa. Il calcio? Io sono convinto che non ripartirà, nemmeno a porte chiuse. Anche i giocatori sono stati infettati. Non credo che si possa tornare in campo. Il contatto loro lo avranno per forza. Il calcio è diverso da uno sport come il tennis per esempio. Ho molti dubbi perchè si crea una collettività".
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Pubblicato il giorno 23/3/20 alle ore 17:50