Lazio, Kozak svela: "Scaloni mi faceva male. Mi prendeva in giro per il naso..."

20.12.2022 09:00 di  Ludovica Lamboglia  Twitter:    vedi letture
Lazio, Kozak svela: "Scaloni mi faceva male. Mi prendeva in giro per il naso..."
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© foto di Federico Gaetano

Un'impresa e una finale del secolo si potrebbe definire quella tra Argentina e Francia. Una partita al cardiopalma ha poi trovato la squadra di Messi aggiudicarsi un trofeo che mancava da 36 anni a Buenos Aires, l'unico che ancora inseguiva la Pulce. Tra i veri eroi c'è sicuramente il loro comandante Lionel Scaloni, ex Lazio che è diventato il primo ct dell'Argentina a vincere sia la Copa America che la Coppa del Mondo. Un successo storico sul quale il suo amico e compagno di squadra, Libor Kozák. "Lio è stato un compagno di squadra che non può essere dimenticato", ha esclamato ai microfoni di Sport.ceskatelevize.cz. "Lui è stato uno di quelli che mi ha aiutato a inserirmi nel club stellato guidato da Zárate e Hernanes", ha proseguito Kozak. "La sua carriera di successo stava volgendo al termine in quel periodo, ma era ancora un membro valido della squadra. Anche se spesso era solo in panchina, era supremamente il più attivo e cercava di incoraggiare gli altri. A quel tempo, si è formato un esperto trio sudamericano con Matuzalém e Cristian Ledesma. Erano dei leader, ho imparato da loro e, cosa più importante, mi hanno accolto".

ANEDDOTI - "Nell'uno contro uno faceva male (ride, ndr). Era un bulldog che non lasciava passare nulla. Anche in allenamento ha giocato con il massimo impegno, ma sempre nell'ambito del fair play. Si preoccupava di dare l'esempio agli altri". Nel corso dell'intervista, Kozak svela un particolare dettaglio su Scaloni: "Se poteva essere già un allenatore? Sì, ma all'epoca lo consideravo prima di tutto come un eccellente compagno di squadra con cui era incredibilmente divertente stare. Anche se mi dava un po' fastidio che si prendesse gioco del mio naso ogni giorno, ma l'ho presa bene alla fine. Invece, nei momenti in cui era necessario parlare seriamente, prendeva la parola nello spogliatoio e tutti ascoltavano con attenzione. Non è una sorpresa per me che sia diventato un allenatore. Quando ho visto che era diventato ct della Nazionale maggiore è stato uno shock per me. Ho pensato tra me e me: come ha fatto Scalo a farlo di nuovo?".

IL RAPPORTO CON SCALONI - "Lio lavora su se stesso, sa comunicare perfettamente con i giocatori, sa motivarli e tirare fuori il massimo da loro. Gli auguro tutto il successo del mondo dal profondo del cuore e sono orgoglioso di aver potuto condividere lo spogliatoio con lui, che è diventato mio amico e campione del mondo da domenica.Se siamo ancora in contatto? Sì, lo siamo ancora. Quando ha assunto la direzione della nazionale argentina, ci siamo chiamati e mi ha chiesto come stavo. Gli ho scritto anche dopo la finale. Mi aspetto che mi risponda entro la fine del prossimo anno (ride). Dato il numero di messaggi che probabilmente ha ricevuto, ci vorrà un po', ma penso che risponderà".