Zarate: "La Lazio è nel mio cuore. Sono andato via perché..."
Una vecchia conoscenza dei tifosi biancocelesti è tornato a parlare del suo passato. Intervistato da ESPN, Mauro Zarate si è raccontato a 360° tra esordi, esperienze ed errori. L'attaccante argentino ha avuto una carriera altalenante, ma non si può dire che non abbia giocato con squadre importanti.
Alla Lazio è esploso come uno degli argentini più promettenti della sua generazione, ma già in precedenza le sue doti erano note in patria. Zarate faceva parte della generazione di Higuain, con cui più volte si è scontrato da giovanissimo e nell'intervista vengono anche mostrati degli spezzoni di partite tra squadre giovanili.
Dopo l'esordio in Argentina con la maglia del Velez, Zarate si è trasferito in Qatar. Una scelta fatta per motivi economici, come ammesso da lui stesso. Una vita però a cui non è mai riuscito ad abituarsi, tanto da arrivare a chiedere persino in ginocchio il trasferimento ai proprietari dell'Al-Sadd dopo sei mesi. "Vado a giocare in Europa, mi metto in mostra e vi ripagheranno dell'investimento", queste le sue parole ai vertici del club. E andò così effettivamente.
I successivi sei mesi Zarate li trascorse al Birmingham, in Inghilterra. Un'esperienza che portò i suoi frutti, sia al club qatariota che all'attaccante argentino. In estate arrivò infatti la Lazio, un trasferimento in prestito che poi venne tramutato in definitivo per circa 20 milioni di euro. Ancora oggi il calciatore più costoso dell'era Lotito.
Poi l'intervista prosegue e a Zarate viene chiesta la top 11 dei suoi compagni di squadra. Quando arriva a nominare Samuel, compagno ai tempi dell'Inter, ricorda di un aneddoto di quando vestiva la maglia della Lazio: "Mi ha preso a calci. Non ti parla, ti uccide. Una volta siamo andati a giocare a San Siro con la Lazio. Mi dicevano 'non lo affrontare che ti colpisce'. Pensavo fosse uno scherzo, cosa dovevo fare? Non giocare? La prima palla che mi arriva lui era alle spalle, la sposto con un colpetto e me ne vado. Lì mi ha colpito al ginocchio, mi ha tolto 20 minuti di partita. Non riuscivo a camminare".
Proseguendo con la Top 11, la scelta per il ruolo di terzino sinistro ricade su Aleksandar Kolarov: "Eravamo molto uniti. Anche con Christian Ledesma, stavamo sempre insieme. Una volta litigammo in allenamento, mi diede uno schiaffo in faccia e io gli saltai addosso. Ma lui era alto quasi due metri, mi ha lasciato il segno in viso. Poi una volta rientrati nello spogliatoio, lui viene e mi porge il viso per farsi ridare lo schiaffo e poi mi racconta una barzelletta".
Vertice basso del suo centrocampo c'è il già citato Ledesma, ex compagno che ricorda con grande affetto: "Il primo anno mi è stato di grande aiuto. Abbiamo fatto una grande stagione, abbiamo vinto la Coppa Italia ed erano tanti anni che la Lazio non alzava un trofeo. Lui era fondamentale". Infine, come ex Lazio, sulla fascia destra dell'attacco c'è Goran Pandev, messo lì "per tutto quello che abbiamo passato". Passando agli allenatori, Zarate ne cita molti. Non poteva non ringraziare Delio Rossi, il primo allenatore che ha avuto quando è arrivato in Italia alla Lazio.
Proseguendo con l'intervista, viene mostrata La Bombonera in visibilio, per una sessione di allenamento aperta al pubblico. Il legame con il Boca Juniors è forte, ma nel cuore di Maurito c'è anche la Lazio: "Una delle cose più belle che mi sono successe in carriera. Ha una parte importante del mio cuore insieme alla Lazio, anche il Velez è stato importante per me. Il Boca Juniors e la Lazio sono le due squadre più importanti con cui ho giocato, mi sono rimaste dentro".
Zarate ricorda quasi con gli occhi lucidi le sue esperienze da calciatore, soprattutto a Roma. Quando l'intervistatore gli chiede del perché avesse scelto di lasciare la Lazio, Maurito ha risposto conscio di aver commesso un errore: "Una spiegazione? Sono le scelte stupide che fa un calciatore. Alla Lazio è stata dura, mi ha fatto molto male. Sarei dovuto rimanere. Ma il presidente non sembrava ambizioso, poi in realtà sono arrivati calciatori che hanno reso la Lazio una squadra spettacolare".
