Lazio, il rumore del silenzio: qualche colpa e tante accuse

17.09.2023 07:30 di  Alessandro Zappulla   vedi letture
Fonte: Lalaziosiamonoi.it
Lazio, il rumore del silenzio: qualche colpa e tante accuse
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Cronaca di una gara che scotta. Juventus - Lazio è il terzo tonfo in quattro gare di campionato e la sconfitta fa male davvero. La Lazio urla con il suo assordante silenzio. Un diniego alla stampa: "Nessun tesserato commenterà la partita". Nessuna dichiarazione, ma i mal di pancia biancocelesti arrivano alle orecchie ugualmente. L'arbitraggio non è piaciuto. Il disappunto si cristallizza sul primo gol non gol, su cui per la Lazio pesa un presunto pallone uscito dal campo e un ipotetico fallo su Immobile. Inoltre il club non è rimasto contento dell'intera conduzione arbitrale. Malumori e malesseri per niente metabolizzati, che affondano radici nella gara di Napoli. Ancora brucia infatti la rete annullata a Guendouzi. Sindrome da accerchiamento o j'ai accuse del club, il punto focale non si scosta di molto.

La Lazio è convinta del poco equilibrio nei suoi confronti. Meglio evitare dunque qualche scivolone di troppo davanti ai microfoni. Ecco che la decisione che non ti aspetti prova a spegnere i riflettori sul momento no di Sarri e i suoi. "Silenzio stampa" ha deciso il club. Meglio evitare il rischio di squalifiche. Azzerare gli alibi e ripartire. Sarà uno stop di poche ore però, perché la Champions con i suoi obblighi incombe e Mau dovrà parlare lunedì in conferenza. La Lazio pretende più attenzione ai particolari da parte del sistema arbitrale. Una decisione in punta di diritto (con non poche discrepanze di interpretazione) ha negato un gol a Napoli. Un dibattito infinito su un pallone praticamente fuori ha acceso la polemica sul vantaggio bianconero. Insomma il timore in queste ore è che il trend si sia innescato: "nel dubbio, si penalizzi la Lazio".

Il silenzio di Formello ha come denominatore la difesa di un diritto. Ma anche un'accusa: "La Lazio si sente penalizzata". Nulla di tutto ciò tuttavia può assolvere la squadra, ma questo lo sanno anche in società. Resta un approccio dimesso che presta il fianco. Rimane evidente la falsa partenza che ha penalizzato il cammino della squadra. Un piano inclinato che rischia di lasciare tutti presto senza fiato. La difesa che fa acqua, i meccanismi che balbettano, il calcio spettacolo che latita. Serve uno stop e un'inversione di rotta. Serve concentrazione e lavoro duro per ripartire. La ricerca del giusto binario passa attraverso la scelta di chiudersi in riflessione.

Forse è troppo o forse è troppo presto (il campionato è appena alla quarta gara). Chissà se quella imboccata dalla Lazio sarà da considerarsi una strada efficace o un vicolo cieco che cozza con la consuetudine di questo mondo del "comunicare sempre e comunque". Se è vero che anche il silenzio vale come messaggio, è pur vero che aprirsi fornisce molte più opportunità del chiudersi. Ai posteri l'ardua sentenza dunque. Ad oggi però serve assolutamente ripescare le vecchie certezze quel bagagliaio di lezioni acquisite che ora sembrano cancellate. Adesso conta solo quello, con o senza comunicazione, con o senza arrabbiature. Il resto arriva tutto in seconda battuta.

Pubblicato il 16/09 alle 20:00