De Angelis: “Inzaghi come Maestrelli. Scudetto? Proviamoci. Sul nuovo libro di Lazialità…”

Nella Capitale si respira entusiasmo. La Lazio, protagonista di un campionato eccellente, che l’ha portata a ricoprire il secondo posto in classifica dopo venticinque giornate di Serie A, ha sorpreso molti e, da più parti, piovono elogi nei confronti della ‘banda Inzaghi’. Nell’anno dei suoi centoventi anni, dunque, il club biancoceleste non poteva festeggiare in modo migliore. Guido De Angelis, storico giornalista e tifoso della Lazio, ha confermato ai microfoni de lalaziosiamonoi.it, il paragone, amato da molti, tra la squadra attuale e quella guidata da Tommaso Maestrelli: “Questa Lazio mi ricorda quella di Maestrelli. Entrambi non sono partite con l’intenzione di lottare per allo Scudetto. Anche gli allenatori si somigliano, oltre allo spirito di squadra. La prima era stata costruita per fare buone cose, ma certo non per lottare per il titolo. Anche quella attuale si pensava avesse l’obiettivo massimo della Champions, adesso invece si ritrova nelle prime posizioni in classifica. In cosa si somigliano Inzaghi e Maestrelli? Tommaso, anche se ha avuto un primo periodo di difficoltà, divenne poi un padre per tutti. Simone, anche se è più giovane, sta dimostrando di essere un ragazzo semplice, che si è guadagnato la stima di tutti con quest’atteggiamento di disponibilità. Tommaso era una persona per bene, come lo è Simone. Una persona molto schietta e sincera, ma con un’importante fermezza nei confronti della squadra".
Scudetto - “Adesso che siamo lì, ci si deve provare. Bisogna lottare giorno dopo giorno, provare a capire che se arriviamo a primavera ancora così, ci dobbiamo sperare davvero. La Champions è stata conquistata, almeno sembra. Se continuiamo per un altro mese così, l’obiettivo sarà ufficialmente raggiunto. E se la Lazio è ancora nel terzetto che conta, bisogna provarci. Vivere alla giornata è l’aspetto più importante. Lo diceva Maestrelli e credo che la pensi così anche Simone”.
Quelli che hanno portato il calcio a Roma - Il giornalista di fede biancoceleste, poi, ha raccontato il bel progetto dietro al nuovo libro di Lazialità ‘Quelli che hanno portato il calcio a Roma’, dedicato ai nove fondatori della Polisportiva biancoceleste, acquistabile in edicola: “In questi trentacinque anni ne abbiamo fatti tanti, su giocatori di grande livello. Questo è dedicato a nove ragazzi, non parliamo mai di chi ha fondato la Lazio. Abbiamo deciso di dedicarlo a loro, a coloro che hanno portato lo sport a Roma. Di solito questo aspetto viene un po’ tralasciato, alcuni non sanno ancora come si chiamavano. Era doveroso mettere i nomi di quei nove anche sulla copertina. Se non c’erano loro e, ventisette anni dopo, il generale Vaccaro, la gente di Roma sarebbe diventata della Roma. Il libro tratta dei primi ventisette anni di Lazio, siamo andati a raccogliere com’era il calcio nella Capitale in quegli anni.
Documenti - "Siamo andati indietro di centoventi anni, ci siamo domandati perché si trovavano su quella panchina, perché hanno scelto quel nome. Documenti storici creati da questo scrittore molto bravo, che è andato a riscoprire tutti gli angoli di quegli anni, riportandoli alla luce. Questo libro dovrebbe andare in tutte le scuole, insegnare ai ragazzi, oltre alla cultura, quella calcistica di questa città. Ci sono tutte le cose che sono successe esattamente centoventi anni fa, un calcio pionieristico, però molto bello, molto originale”.
Pubblicato il 25/2/20 alle ore 18:20












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