Lazio, Piccolo: "Lo Spezia concede molti spazi, i biancocelesti possono approfittarne. Su Lotito..."

ESCLUSIVA - Ai nostri microfoni è intervenuto in esclusiva Felice Piccolo, doppio ex di Lazio e Spezia che si affronteranno domenica.
28.09.2022 09:30 di  Lalaziosiamonoi Redazione   vedi letture
Fonte: Niccolò Di Leo - Lalaziosiamonoi.it
Lazio, Piccolo: "Lo Spezia concede molti spazi, i biancocelesti possono approfittarne. Su Lotito..."

Domenica la Lazio tornerà in campo dopo due settimane di sosta nazionali, la squadra di Maurizio Sarri affronterà lo Spezia di Gotti allo Stadio Olimpico di Roma. L'obiettivo dei capitolini è quello di portare a casa i tre punti per confermare quanto di bello visto contro la Cremonese nell'ultimo turno di Serie A. In esclusiva ai nostri microfoni è intervenuto Felice Piccolo, doppio ex della partita, che ha vestito la maglia della Lazio nella stagione 2005/2006 e quella dello Spezia dal 2014 al 2016. Queste le sue parole.

Nel prossimo turno di campionato si affronteranno le tue due ex squadre, Lazio e Spezia, come valuti la partenza dei biancocelesti?

"Spero che la Lazio riesca a trovare la continuità che merita. Credo che in un contesto come quello della Serie A la squadra di Sarri possa realmente rientrare nelle prime quattro, Milan e Napoli di un livello superiore, ma per rosa, ambizioni societarie e staff tecnico la Lazio non ha nulla in meno delle altre. Dopo la figura non bella fatta in coppa (Midtjylland-Lazio, ndr), dove si è visto che le motivazioni la fanno da padrone, a Cremona è scesa in campo una squadra capace di fare la differenza, soprattutto tra centrocampo e attacco dove ha una qualità imbarazzante. Il Milinkovic che abbiamo visto nelle partite dove è stato decisivo, non ha nulla da invidiare ai centrocampisti dei top club italiani ed europei ".

Per quanto riguarda la sfida, che partita ti aspetti domenica?

"Gotti è un allenatore che porta i due centrali a difendere uno contro uno e i terzini ad attaccare alti gli avversari. E' più o meno lo stesso calcio proposto nell'anno passato da Thiago Motta, un calcio che apre molto gli spazi alla Lazio e che può rivelarsi un arma a doppio taglio. Mettendo davanti sia Nzola che Gyasi può essere un'insidia. Questo tipo di gioco lo fa spesso in casa, dove il Picco dà l'impressione di avere meno tempo per giocare la palla. All'Olimpico, invece, gli spazi tendono a essere più aperti e la Lazio ha più possibilità di far male".

Questo è uno dei motivi per cui lo scorso anno la Lazio ha vinto più agevolmente in casa (6-1), mentre in trasferta è andata incontro a molte difficoltà (3-4)?

"Si, può essere una delle motivazioni. Al Picco, però, non solo la Lazio ha sofferto. Tantissime squadre la scorsa stagione hanno fatto molta difficoltà proprio per le dinamiche che ho detto prima". 

Prima parlavi dell'attacco della Lazio e proprio in questi giorni si stanno valutando le condizioni di Ciro Immobile in vista della partita contro lo Spezia. Secondo te quanto potrebbe pesare una sua eventuale assenza sul rendimento della squadra?

"Immobile non è un grandissimo palleggiatore, ma lo dico con la massima umiltà, ma è un grandissimo realizzatore, è un giocatore che ti spacca le difese avversarie e che porta i due centrali allo sfinimento, attaccando la profondità e non lasciando punti di riferimento. Poi dipende anche dalle scelte di Sarri: se mette Cancellieri, Pedro o Felipe Anderson, dove mette Zaccagni...quindi cambia molto in base allo schema tattico che sceglie l'allenatore. A livello di realizzazione, però, sicuramente la Lazio ci perde. Chi sarebbe meglio come prima punta? Il ruolo dell'attaccante in Serie A prevede che si abbia una personalità importante. Queste sono decisioni che stanno a Sarri, lui li allena e li vive ogni giorno".

Rimanendo sul tema Immobile. In Nazionale non riesce a rendere come con la Lazio e talvolta è vittima di attacchi spesso esagerati o ingiustificati. Come valuti la sua situazione?

"Non so come si possa criticare un giocatore di questo genere. In Italia sono tutti allenatori. Immobile è un giocatore che ha vinto un Europeo, può non esser stato decisivo in fase di realizzazione, ma il suo lavoro è stato essenziale per la squadra. Secondo me non si può assolutamente giudicarlo. Starà a Mancini, che lo conosce, decidere come gestirlo".

L'anno scorso lo Spezia ha raggiunto l'importante traguardo della salvezza, che piazza è diventata?

"La salvezza è stata importante, ma ormai è diventa una realtà. Ricordo un'intervista della società in cui sottolineava come ormai i giocatori si trasferiscano in bianconero per restarci e non per fare il Maggiore di turno che lascia per andare alla Salernitana e su questo mi trovano assolutamente d'accordo".

La Lazio in estate ha cambiato molto, soprattutto in difesa dove la più emblematica delle novità è stata l'arrivo di Romagnoli al posto di Acerbi. Da ex difensore, che differenze e somiglianze ci sono tra i due?

"Dal punto di vista fisico hanno due strutture simili. Acerbi è più palleggiatore, infatti ai tempi di Simone (Inzaghi, ndr) veniva utilizzato anche per le sue doti offensive. Romagnoli è più lineare, un giocatore che riesce a difendere sia in avanti, sia quando lo attaccano in profondità, anche per il suo fisico può permettersi di difendere più alto rispetto ad Acerbi. Come personalità penso che siano sullo stesso piano".

Tu sei stato uno dei primi acquisti dell'era Lotito. Che pensiero hai del presidente e come valuti il lavoro fatto in questi 18 anni?

"Il mio periodo è stato difficile. Venivo da un infortunio, ero il capitano dell'U-21, da lì ho perso tutto, sono stato tanto tempo fermo. Lotito è un presidente che a modo suo ha fatto quadrare i conti. Ha portato grandi risultati. La Lazio non è più quella dell'era Cragnotti, dove prima rischiavi di condividere lo spogliatoio con grandi giocatori come Nesta o molti altri profili importanti, c'era un grande pacchetto difensivo, poi siamo arrivati noi che non eravamo dello stesso livello. Però penso che, per come è stata gestita la società, arriverà il momento in cui ci si potrà giocare lo Scudetto".

Tu hai sempre parlato molto bene delle personalità con cui hai condiviso lo spogliatoio alla Lazio, ce n'è una che ti ha colpito particolarmente?

"Ce ne sono state tante, non si può fare un nome. Mi ha colpito Handanovic per l'umanità, era uno di noi giovani oggi è capitano dell'Inter da anni.. Ricordo Di Canio, Oddo, Inzaghi, Liverani, Tare. Posso dire tutti i nomi degli over di quella squadra, ognuno ha avuto un ruolo fondamentale e da protagonista".