Lazio, parla Seltsam: Immobile, Sarri, Sinisa e la finale di Sanremo Giovani

Lorenzo Giovaniello, in arte Seltsam, approda alla finale di Sanremo Giovani portando sempre con sé la sua dote di lazialità
10.12.2025 18:30 di  Niccolò Di Leo  Twitter:    vedi letture
Lazio, parla Seltsam: Immobile, Sarri, Sinisa e la finale di Sanremo Giovani

Questa volta non ci faremo prendere dal romanticismo, ormai sappiamo tutti chi è Lorenzo Giovaniello, meglio conosciuto come Seltsam. Ormai tutti abbiamo imparato ad amare la sua canzone 'Mille Risse', a commuoverci su 'Scusa Mamma'. Per citarne alcune. Cantante, romano, di fede laziale. Non serve altro per descrivere un ragazzo che anche nella serata tra il 9 e il 10 dicembre è riuscito a lasciarci di nuovo stupiti, conquistando la finale di Sanremo Giovani e candidandosi alla vittoria finale.

Un traguardo che sognava e che ha raggiunto, rendendosi prima di tutto orgoglioso di sé stesso e del percorso che ha fatto, come testimoniano le lacrime di commozione dopo che Gianluca Gazzoli gli ha dato la notizia. Seltsam va avanti e con lui quella dose costante di lazialità che porta con sé, come testimonia il suo profilo Instagram, come confermano le sue parole ai microfoni di gianlucadimarzio.com.

LA LAZIO E LA MUSICA - "Prima di andare sul palco ascolto ‘So’ già du’ ore’, serve per caricarmi. Mille Risse? Nasce per una ragazza. La domanda era: cosa farei per lei? Poi il focus si è spostato sulla Lazio e io ho risposto ‘boh, su due piedi direi Mille Risse’. Quando la misero allo stadio mi commossi. Papà, mia sorella e io in Tribuna Tevere, sempre insieme. Questa squadra rappresenta tutto per me. Mamma? Lei è romanista ma ovviamente porto rispetto anche per i tifosi giallorossi. Il mio sogno? Diventare presidente della ‘Lazio mia’. A 70 anni magari non canterò più, ma sosterrò sempre questi colori. Sogno una sciarpata biancoceleste ai miei prossimi concerti". 

IL GOL DI PROVEDEL E LA FOTO CON MIHAJLOVIC - "Prima che Luis Alberto battesse l’angolo dissi a papà e mia sorella: ora segna il portiere… al gol mi guardarono increduli. Ma io lo sapevo: quella era ‘la notte del laziale'. Mihajlovic? Conservo ancora gelosamente una foto che ci scattammo diversi anni fa. Al solo pensiero mi commuovo. Per me ‘Sini’, ancor prima che calciatore, è stata una persona straordinaria; autentica. Un punto di riferimento. Un uomo dal quale poter imparare, tanto”. 

SARRI - "Lui è il numero uno. Lotito? Dal punto di vista imprenditoriale non ho nulla da dire. Ma io sono solo un tifoso. E come tale mi limito a prendere la sciarpa, la maglietta e a sostenere i ragazzi”.

IMMOBILE - "Era il 2009 e lui giocava nella Juventus. Mio papà lo vide al Torneo di Viareggio e mi disse che sarebbe diventato un attaccante fortissimo. Passarono gli anni e, qualche tempo dopo, mi ritrovai al suo fianco prima dell’ingresso in campo di Torino-Lazio: io ero uno dei bambini che accompagnava i giocatori e, in quell’occasione, gli dissi: ‘Ciro, tu verrai alla Lazio’. E così è stato. Ci rimasi male quando andò via".