Lazio, Mazza e la paura di scivolare nell'anonimato: l'analisi

Le parole di Mauro Mazza in merito non solo al momento che sta vivendo la Lazio ma anche alla questione societaria e alla gestione di Lotito
12.11.2025 22:00 di  Jessica Reatini  Twitter:    vedi letture
Lazio, Mazza e la paura di scivolare nell'anonimato: l'analisi

La pausa per le nazionali arriva come un lampo che illumina le crepe nascoste. La Lazio, reduce da sei risultati utili, si è fermata proprio sul più bello, inciampando contro l’Inter nel momento in cui serviva maturità. È qui che entra la voce di Mauro Mazza, lucida e tagliente, capace di trasformare un’analisi in un monito. “Il tecnico è l’unico punto di riferimento per la tifoseria”, ha detto, ricordando a tutti che il fragile equilibrio attuale esiste solo perché l’allenatore, con la sua presenza e le sue parole, tiene insieme un ambiente che rischia di sfilacciarsi. Quando le dichiarazioni del mister non si incastrano con quelle della società, la percezione pubblica diventa rumorosa e il silenzio istituzionale pesa come un macigno. È un campanello che suona da settimane e che ora, inevitabilmente, diventa sirena.

Il Rischio dell’Anonimato. Il cuore del ragionamento di Mazza è una frase che brucia: “La mediocrità è peggio della crisi”. Non è soltanto un giudizio severo, è l’identificazione di un pericolo concreto che avanza silenzioso. La Lazio non può accontentarsi né rifugiarsi nella normalità, perché la normalità, in un campionato crudele come la Serie A, diventa invisibilità. "Quello che chiedo alla Lazio è di risparmiarci l’anonimato. Meglio soffrire sapendo che non si può soffrire sempre. La competizione lo è in ogni senso. Una Roma che va bene on può non costringere noi a metterci al passo, a darsi una scossa. Pena, la condanna ad essere marginali. Qualcosa deve accadere, non si può andare avanti così, io a metà classifica non ci voglio stare. Auspico un nuovo inizio per la Lazio"

I Nodi della Società. Il ragionamento tocca inevitabilmente la società, perché il calcio non vive solo di campo. Mazza individua due criticità nette: un metodo gestionale chiuso e una comunicazione che procede a intermittenza. Su Claudio Lotito è diretto, quasi chirurgico: “Parla quando dovrebbe tacere, tace quando dovrebbe agire”. Un paradosso che si ripete, che crea distanza, che lascia il tecnico isolato e i tifosi confusi. Nel calcio moderno, dominato da investimenti, strategie e strutture sempre più complesse, la Lazio appare ostinata nel riproporre modelli datati. "C’è l’oggettiva difficoltà di competere in un calcio per come è oggi. Penso che Lotito sia il peggior avvocato d’ufficio che si possa assegnare a se stesso. C’è l’evidenza dell’insostenibilità di alcune sue tesi. Alla lunga non ci potrà non rendere conto che il ciclo è finito. Se lui fosse in grado di chiedere una collaborazione,una partecipazione a sostanze economiche importanti perchè no".

Un Monito per il Futuro. Il finale del discorso di Mazza è un avvertimento che sembra rivolgersi a tutti: tempo, identità e coraggio non sono risorse infinite. "Se le cose continuano in questo modo, il Lotitismo non sarà più sostenibile nel tempo. Anche la stessa diffusa protesta dei tifosi sarà destinata ad aumentare. Lui è impegnato anche in politca attivamente. Un politico agli umori popolari non può non essere sensibile. Lui ed il suo partito non possono non ascoltarli. Se la situazione si incattivisice ancora di più, sarebbe a dispetto di tutti mantenere alcune posizioni. Non penso a violenze, ma ad un distacco, ma ad una palese e quotidiana manifestazione di insofferenza".

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Jessica Reatini
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Jessica Reatini
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