Lazio, non è solo effetto derby: questo entusiasmo è merito di 20mila tifosi

pubblicato il 9-3-2019 ale 9.15
10.03.2019 06:45 di Annalisa Cesaretti Twitter:    vedi letture
Lazio, non è solo effetto derby: questo entusiasmo è merito di 20mila tifosi

In cinquemila a Formello, in duemila a Firenze. E se la Fiorentina avesse avuto altri spalti da destinare al settore ospiti, probabilmente i tifosi biancocelesti avrebbero riempito anche quelli. Tra la Lazio e i suoi tifosi le cose non potrebbero andare meglio. C'è passione, complicità e fiducia: è praticamente un rapporto perfetto. "È l'effetto derby", dicono i presunti esperti con fare da saccenti. Alzano il sopracciglio, rispondono nel modo più ovvio, ma dimenticano Pareto. "Pareto chi?". Quello del principio che porta il suo nome. Sosteneva, per l'appunto, Pareto - sociologo, ingegnere ed economista - che l'80% degli effetti sarebbe determinato da un 20% di cause. Vista la sua veridicità, con gli anni la teoria è passata alla storia come "legge 80/20". Ed è proprio su quel 20 che vale la pena soffermarsi.

LAZIO - SIVIGLIA - Era il 14 febbraio scorso, neanche un mese fa. Lazio e Siviglia scendevano sul prato dell'Olimpico e sugli spalti c'erano circa 20mila tifosi biancocelesti. Quando l'occasione è importante la critica è d'obbligo. E infatti già da prima dell'inizio della partita si definiva "debole" l'entusiasmo dei sostenitori della Lazio. Era lecito aspettarsi una cornice di pubblico più ampia, ma era allo stesso modo doveroso considerare anche i dettagli. Si giocava in un giorno feriale e alle 18.55. Questo, di per sé, restringeva già il numero dei tifosi a coloro che finiscono di lavorare almeno prima delle 17. Ma c'erano anche altri fattori come il traffico e il parcheggio. E ultimo, ma non per importanza, San Valentino. Un particolare che fa la differenza in un Paese come il nostro, dove la tradizione ha il suo peso opprimente. Eccoli spiegati, almeno in parte, quei "soli" 20mila. Erano pochi, ma si sono fatti sentire. E in certe circostanze i presenti contano più degli assenti.

GENOA - LAZIO - I 20mila del giovedì hanno passato il testimone ai circa mille presenti la domenica successiva al Marassi. Il pareggio in Europa League, i nove infortunati e le oltre quattro ore di viaggio non li hanno fermati. Neanche il trattamento - non proprio di favore - che le forze dell'ordine di Genova gli hanno riservato ce l'ha fatta a frenare il loro entusiasmo. Quando prima della partita al Ferraris iniziava a risuonare "Freed from desire" sembrava quasi di essere all'Olimpico. I tifosi biancocelesti hanno gridato "Lazio is on fire" e di cantare non hanno smesso per buona parte della partita. Poi, dopo la sconfitta - sebbene l'unico treno utile per Roma partisse poco dopo le 18:00 - in tanti hanno aspettato il pullman della squadra fuori dallo stadio. Hanno salutato i loro beniamini e poi di corsa verso la stazione.

SIVIGLIA - LAZIO - Tre giorni dopo, il mercoledì, altri mille - e in parte anche gli stessi - sono approdati a Siviglia per il match di ritorno di Europa League. Alle 16:30 il corteo biancoceleste partiva dai Giardini di Murillo e attraversava Siviglia fino al Sanchez Pizjuan. Anche in quel caso, in terra straniera, quando sono arrivati allo stadio hanno fatto in modo che il pubblico spagnolo notasse, ma soprattutto sentisse, la loro presenza. Certo, avrebbero sperato in un risultato diverso. Ma le loro ultime forze i ragazzi di Inzaghi le hanno usate per applaudire quei mille seguaci. Una piccola percentuale che ancora una volta ha fatto la differenza.

LAZIO - MILAN -  Il martedì successivo, il 26 febbraio, sugli spalti dell'Olimpico c'erano circa 25mila tifosi biancocelesti. L'eliminazione dall'Europa League ha avuto il suo impatto, ma non sul gruppo dei più fedeli. Loro erano lì, consapevoli dell'importanza di quella semifinale d'andata contro il Milan. Ma soprattutto gli era ben chiaro quanto fosse necessario far sentire la loro vicinanza alla squadra a pochi giorni dal derby della Capitale. E quell'affetto è giunto a destinazione. Bastos, ad esempio, arrivava a quella partita con una forma fisica non ancora del tutto recuperata, ma il supporto dei tifosi gli è servito. E non a caso a fine partita ha usato i social network per ringraziarli. Così come hanno fatto anche i suoi compagni di squadra, che con il loro pubblico vicino sono stati in grado di conquistare un pareggio davvero importante.

E POI IL DERBY - Quei 20mila presenti in casa contro il Siviglia hanno mantenuto in azione un meccanismo fondamentale, quello del supporto incondizionato. La loro tenacia è riuscita a convincere i diecimila tifosi che si sono aggiunti in occasione del derby. "E quindi Pareto?". Beh, Pareto aveva ragione. C'è anche e soprattutto quel 20% all'origine dell'entusiasmo sconfinato che ha travolto il mondo Lazio dal giorno del 3 a 0 alla Roma. Dal 20 all'80 il passaggio è stato graduale e faticoso. Oltre all'effetto derby, c'è di più. Lo sa la squadra e lo sanno meglio i tifosi: un numero ristretto di cause dà vita a un numero grande di effetti.