Lazio, Minala: "Lavoro per avere un'opportunità. Io come un figlio per il club"

Joseph Minala, intervenuto ai nostri microfoni, ha fatto un bilancio sull'esperienza cinese, per poi esprimersi sul proprio futuro con la Lazio.
20.11.2020 07:25 di Elena Bravetti Twitter:    vedi letture
Fonte: Elena Bravetti - Lalaziosiamonoi.it
Lazio, Minala: "Lavoro per avere un'opportunità. Io come un figlio per il club"

È appena tornato in Italia dopo un'esperienza di qualche mese tra le fila del Qingdao Huanghai, ma Joseph Minala non vede l'ora di mettersi a disposizione di Simone Inzaghi. Il contratto dell'ex Salernitana scadrà il prossimo giugno. E lui spera di avere una nuova occasione in biancoceleste: "Fino a gennaio cercherò di tenermi in forma e, se capiterà di avere un'opportunità con la Lazio, la coglierò come ho sempre fatto. Sono pronto a qualsiasi sfida, e spero che la prossima sia quella con i biancocelesti. Anche andando fuori ho voluto dimostrare alla società che avevo bisogno di giocare. Sono maturato, ho imparato, mi sono messo a disposizione e spero di avere finalmente la mia chance per far vedere quanto valgo".

"TRATTATO COME UN FIGLIO" - Lontano dall'Italia, Minala ha potuto ugualmente contare sul supporto della dirigenza che, da Roma, si è tenuta in costante aggiornamento: "Ho mantenuto contatti con l'ambiente biancoceleste. Sono andato in prestito secco, ma appartengo alla Lazio. Il club si è sempre comportato bene con me, non è mai mancato l'apporto della dirigenza. Anche da lontano, per prendere informazioni, per parlare con me, capire come stesse andando l'esperienza. Sono stato trattato sempre come un figlio, non mi è mai mancato il sostegno". E lui, nonostante le difficoltà legate alle tante ore di fuso orario, ha fatto altrettanto: "Seguire la Lazio è stato difficile. Sono riuscito a rimanere aggiornato dando un'occhiata ai risultati. Quando in Cina era notte, in Italia era giorno. Non era facile far combaciare gli orari. Ho guardato gli highlights, qualche video, era complicato vedere gli eventi in diretta. Sono contento del campionato che sta facendo la squadra, spero possano andar sempre meglio".

L'ESPERIENZA CINESE - "Quella cinese è stata un'esperienza positiva, nonostante le tante difficoltà legate al Covid", spiega il centrocampista, che aggiunge: "La Cina è riuscita a tenere in piedi il campionato, garantendo la salute di tutti.La squadra ha raggiunto il proprio obiettivo. Sono contento di aver dato il mio contributo e, ancor di più, esser tornato a giocare dopo tanto tempo. Non era facile dopo i mesi in cui sono stato fermo. Poi a causa del Covid sono anche arrivato in ritardo, ho dovuto attendere il visto prima di partire". 

ESPERIMENTO BOLLA - Per portare avanti il campionato e salvaguardare, al tempo stesso, la salute degli atleti, la Cina ha optato per la "soluzione bolla", tanto dibattuta anche in Italia. Esperimento efficace, secondo Minala, che sottolinea: "Nella prima parte eravamo tutti chiusi nella "bolla". Tutte le squadre erano concentrate in un unico punto, con campi e materiale a disposizione per gli allenamenti. Avevamo tutto in un unico spazio, uscivamo solo per andare a fare le partite. Nella seconda fase abbiamo cambiato luogo. Chi lottava per il titolo ha giocato in una città, gli altri in un altro posto. Se sono migliorato? Si cerca sempre di imparare, di aggiungere qualcosa al proprio bagaglio. Non si smette mai farlo, soprattutto in un momento come quello che stiamo vivendo".

"DISPIACE VEDERE L'ITALIA COSÌ""L'Italia è il mio secondo Paese, mi dispiace trovarla così. Ho vissuto il Coronavirus sia qui che in Cina, e ho trovato due situazioni completamente diverse". Non fa giri di parole il classe '96, chiamato a dire la propria sull'emergenza Covid-19 nei due paesi. Poi aggiunge: "La Cina sta rispettando tutte le regole, il Governo è organizzato, si prende cura dei propri cittadini. Hanno fatto svolgere il campionato nella bolla proprio per evitare i problemi che si stanno creando in Italia, con giocatori che si devono fermare per il virus. Il sistema sanitario italiano sta facendo il possibile, ma non è aiutato. Qui mi hanno detto di fare la quarantena fiduciaria, in Cina mi hanno portato in un hotel di Shangai dove è in isolamento qualsiasi cittadino che arriva da fuori. Adesso lì si vive normalmente, si esce, si sta a contatto. Loro lo stanno facendo semplicemente perché hanno un sistema di organizzazione davvero efficiente".

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Pubblucato il 19/11